Quei bei ricordi d'autunno

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paranoimia
00mercoledì 19 ottobre 2005 23:50
Le piogge di questi giorni ci hanno fatto entrare decisamente nel bel mezzo dell'autunno. Inutile illudersi: è veramente finita, l'estate, e per un po' non ne sentiremo parlare.
Nulla di meglio, per consolarsi, che affidarsi agli ottimi frutti di stagione. Dopo un'annata strepitosa per i porcini, ora siamo pronti per le castagne.
Ormai sono diventate un prodotto piuttosto secondario, specie sulle tavole cittadine: se ne compra un chilo al supermercato un paio di volte all’anno, e morta lì. Ben più raramente capita di fare quelle spedizioni che ancora ricordo della mia infanzia, quando si partiva coi canestri per andare a fare razzia nei boschi dell’entroterra. Erano domeniche di festa, si cercavano le piante migliori, ci si pungevano le mani sui ricci, la schiena doleva e cantava… era tutto un gran rovistare nelle foglie gialle a terra e capitava pure che i ricci caduti fossero chiusi e si dovessero aprire uno ad uno forzandoli con la punta del bastone… una faticaccia. Noi bambine andavamo anche a caccia delle castagne non cresciute, le bucce vuote, che chiamavamo “cucchiai”: bastava infilarci un fiammifero da cucina usato, perché allora i fiammiferi si usavano ancora. E le bambole avevano il loro servizio di posate…
Arrivati a casa, la sera, stanchi, sporchi e con le mani massacrate, ci spettava il premio: le caldarroste, oppure le ballotte (castagne bollite), o ancora minestra di latte e castagne con lo zucchero e i semi di finocchio. Quasi mai castagnaccio: non incontrava i nostri favori.
Per molti giorni, se eravamo stati fortunati, si mangiavano quei frutti saporiti, anche se il piacere degli ultimi era spesso guastato da inquilini poco gradevoli… Per quanto si cercasse di prendere solo frutti sani, se ne portavano sempre a casa una buona percentuale di abitati, e vedere quei grassi vermi bianchi contorcersi in fondo ai canestri mi ha sempre ispirato, e mi ispira tuttora, un disgusto profondo. Non capita quasi più ormai: quando mai si va a raccogliere le castagne nei boschi? Quelle che si comprano nei negozi sono tutte irradiate: non ne guadagna certo la salute, ma la conservabilità del prodotto sicuramente sì…
Eppure questo alimento gustoso che un tempo, con la polenta, era chiamato pane dei poveri, si sta cercando di rivalutarlo, e neanche tanto lontano da casa mia.
Nel cuneese, terra di antica coltivazione, si trovano varietà di gran pregio, di cui da tempo si sta cercando di rinnovare i fasti. Castagne e marroni d’alta qualità, specie rinomate, come il marrone di Chiusa Pesio, sono le stelle di una Fiera che Cuneo da qualche anno ospita in autunno, attirando decine di migliaia di visitatori, anche esteri.
Non torneremo certo mai ai tempi in cui si mangiavano i frutti, si usavano le foglie come lettiera per il bestiame, si bruciavano le bucce nelle stufe e si ricavavano pali per le vigne dai tronchi. Quel tipo di civiltà contadina, a meno di nuovi drastici cambiamenti nei modi di vivere, non tornerà più. Ma non lasciamoci scappare proprio tutti i piaceri semplici di una volta, potrebbero stupirci.

auroraageno
00sabato 11 agosto 2007 14:50
Che bello!

Carissima Lorena,
hai scritto questo pezzo un bel po' di tempo fa, ma io l'ho gustato ed ha il sapore del nuovo, del fresco con tutto il profumo delle belle e buone cose del passato e delle tradizioni.
Mi hai riportato alla mente un tempo che ho vissuto anch'io, quelle gite, quelle passeggiate nei boschi la domenica pomeriggio oppure durante la settimana con la maestra e i compagni di classe.
Come pungevano quei ricci, che fatica estrarre le castagne lucide e marroni!
Oggi, in autunno (non ora, è ancora estate), le si compera al supermercato o dal fruttivendolo e si cuociono a casa nel forno o bollite con qualche foglia d'alloro. Quanto sono buone!
Da molto tempo, però, non mi capita di gustare quelle che vendono i caldarrostai, ma ricordo bene il calore del cartoccio tra le mani e il profumo che sprigionavano quando vi si avvicinava cautamente il viso per odorarle.

Grazie Lorencara, ti abbraccio affettuosamente [SM=x832000]

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