Quel taxi blu

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Letterato
00lunedì 12 settembre 2005 02:10



Quant'eri radiosa
con la felicità sospesa sul viso
e quanta triste gaiezza trasmettevi
con delicata, sofusa sensualità.

M'apparivi, rinnovando l'unica
serenità possibile e godibile e tu
- in condivisione di emozioni -
riassumevi i canti di una vita
alcuni toni sotto le righe
d'una cercata, magari sofferta
felicità.

Oh, quale delizia d'anima
era sapere e sentire arrivare
quel taxi blu, come lo chiamavi;
quello nel quale si condivideva
confidenze e lacrime
in un sol convivio di parole
che parevano appartenersi.

Un giorno, con delicata implorazione
mi dicesti: "tu mi sarai accanto sempre,
non ti allontanerai, vero?"
Ti tenni stretta asciugando
un'altra lacrima e risposi:
"ci sarò, non dubitare"

Ora come allora son quì
ma tu sei volata...ahimé
senza che ancora abbia compreso.
Dov'è quella felicità sospesa
quel blu taxi di emozioni condivise?

Tutto mi manca
perché di quei giorni vivo!


Letterato
paranoimia
00giovedì 15 settembre 2005 14:17

"Mai" è una parola troppo lunga anche per un Ent (parafrasando Tolkien), figuriamoci "sempre"... tranne che per i bei ricordi: quelli non muoiono mai. E allora il difficile è fare a meno dei bei momenti, e viverli solo nel ricordo, perchè come si può avere ricordi felici senza rimpiangerli?

Letterato
00venerdì 16 settembre 2005 01:40

"Mai", "Sempre". Già!
E' vero, i rimpianti ci riportano ad un vissuto e, in questo caso, il rimpianto è memoria di continuità; quella che vale la pena stringere in un angolo dl nostro cuore come fontana che non prosciuga.




Modificato da Letterato 16/09/2005 1.43
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