Quella del nulla

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ormedelcaos
00martedì 2 settembre 2008 09:42





Or dunque se la speranza è speme e odor di buon futuro
d’una tavola bandita il vino che ancor non si consuma
e pasti e messi e donne e ricami in oro i più preziosi beni
il fine di cotanto spreco a far invidia è forse buon futuro
calma quiete attenta l’ora che arrivi ancor di più alla sua
età maturi il netturbino che raccolga il tutto e non si lasci
qui sopra a questa terra niente d’incompiuto, tal è l’opra
e l’affanno il dì sereno e l’onesto che all’altrui toglie il sereno.
Volgemmo la specie inserrammo il tutto ci dimenammo così
tra le risate. Vociavano lor Signori quando lei giunse, lei
Quella del nulla. Quella del sereno rasserenarsi indarno
alle intemperie. Vocii, promesse, vituperati organzi il dì
del dono spazioso del senza tempo alle attese. Il lume
la preghiera l’abbandono al crisantemo che è un bel fiore
degno di precoce sepoltura in tutto l’anno.






ViolaCorsaro
00sabato 6 settembre 2008 19:32
E come promesso sono giunto a quella del nulla.
Individuare chi è esattamente quella del mi è un poco difficile.
Considerato il crisantemo opterei per la personificazione della morte e allora si che mi spiego i versi:

" Quella del sereno rasserenarsi indarno
alle intemperie. Vocii, promesse, vituperati organzi il dì
del dono spazioso del senza tempo alle attese"

Nel complesso mi pare una sorta di invocazione, di preghiera o florilegio della eu-elpis tradita però non da un fato avverso ma da quella che è la solita quotidianità e quelli che sono i nostri tempi predeterminati;
già Agostino se per caso hai letto il "De Ordine" si associa in questa luce ad una sorta di manicheismo dicotomico che però considera il male come elemento essenziale e predeterminato affinchè la speme del "buon futuro" possa avere buon riscontro con il trionfo del Bene.
Anche il modo di agire di Seneca secondo l'eukairia ci è d'esempio ed in generale tutto il pensiero stoico partendo dalla nostra synaesthesis e percependo quelli che sono i limiti che ci impediscono l'accesso alla completa Oikeiosis.
Per quanto riguarda lo stile trovo sia quello ormai consueto, che ti contraddistingue e che vede e vuole il prevalere della melodia a discapito di qualche associazione di significato.

Viola Corsaro
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