Reo

Sono come ali bagnate gli sguardi,
appesantiscono il volo.
Lecco le mie ferite al tepore d’ un sole bastardo,
frugo nelle memorie,
bestemmio dio.
Reo confesso,
son vile amante di me stesso.
Sputatemi addosso i vostri imbarazzi,
amici miei, ma non abbassate quegli occhi alla pena,
non mortificatele il pensiero, non saccheggiatele il forziere.
Vive di luce riflessa la luna,
è per questo meno amata la sua vanità ?
è per questo meno invocata la sua solitudine ?
Vi chiedo allora guardate oltre…guardate oltre…
…guardate oltre perché il vostro indugiare offende,
perché la casa che vi ha ospitato,
dove avete pisciato, mangiato e pianto,
cade a pezzi sotto i vostri piedi luridi…guardate oltre,
ai vostri orizzonti,
e nuotate lungo la spina dorsale della vita,
come derive inermi o come agili lucci,
chi se ne frega, chi se ne frega, chi se ne frega,
rispetto, rispetto,

rispetto ?

‘fanculo.

Credo che la difficoltà nel commentare in qualsiasi modo una poesia sia proporzionale al grado di sofferenza che vi si intuisce sotto... La veemenza mi suggerisce che farei meglio a tacere, e così farò. Solo per dire che l'ho letta, le leggo tutte, in verità, e ho letto anche questa, più di una volta. Di più, il buio.

Ieri sera un Piccolo Uomo guardando la Luna mi ha detto "Mamma 'una 'occhi 'utti"... anche la Luna ha volte ha le occhiaie da notti insonni.....

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