Serata settembrina
vento emigrato
aria vitrea
ove s’infrangono parole residue
e scivolano sui piedi gommosi
Cenere il cielo
carboni di tepore le stelle
ognuna per un sogno
da plasmare all’anima
punzecchiata dal freddo
di sangue a rilento
in vene stese al non senso
Quiete e pace
bambagia al cuore
riposa finalmente
lontano da foto
d’occhi maggiordomi
d'avidi pensieri
Faina la noia
s’intrufola
dissangua ozio dolce,
scrigno di felicità
furtiva
mentre quella attesa,indotta
spesso esaltazione,
volo in alto
ad allungare tonfi
d'illusioni
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Da:Destini E Presagi
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