SINAI. FUGGE DAI PREDONI, LA SUA VITA È IN PERICOLO

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SINAI. FUGGE DAI PREDONI, LA SUA VITA È IN PERICOLO


Fugge dai predoni del Sinai, la sua vita, però, è in grave pericolo. Solomon W, un ragazzo eritreo rapito nello scorso dicembre, è riuscito a fuggire dai suoi aguzzini. Sulla sua testa c’è una taglia di 50.000 dollari. Solomon, infatti, è testimone dei sequestri a scopo di ricatto dei profughi eritrei, del traffico di organi, delle innumerevoli violenze perpetrate. Ha raccontato di aver assistito all’assassinio di quattro dei suoi compagni e di aver visto sacchetti di plastica che contenevano diverse parti di organi.

Nella sua fuga ha trovato rifugio in una moschea. Ora si trova nelle mani dello sceicco Mohamed, appartenente a una cellula salafita, fazione nemica dei trafficanti di organi, che lo ha nascosto. La sua sorte è appesa a un filo. Lo sceicco dice che la sua fede gli vieta di consegnare il ragazzo agli aguzzini e non lo consegnerà alla polizia.
Ma si eleva forte l’appello di Don Mussie Zerai, il sacerdote eritreo, presidente dell’Agenzia Habeshia «Ora è una corsa contro il tempo per salvare questo ragazzo, prima che i sicari del capo banda Yasir Abu Sunya lo trovino e lo uccidano. Il governo egiziano, che finora non ha mosso un dito, potrebbe almeno salvare la vita di questo ragazzo, farsi indicare con precisione il covo dei trafficanti, catturare tutti e liberare le centinaia di profughi che sono lì incatenati, subendo ogni sorta di atrocità e torture». Don Zerai chiede anche l’intervento «dell’Onu e dei caschi blu per salvare quelle vite umane: non è più il tempo del silenzio! Basta nascondersi dietro la realpolitik e i contatti diplomatici! Bisogna agire!».


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