Ho spinto il fuoco sulla polare piana
a fianco d’aste d’acqua ricorrenti
in bianchi grani curativi
tra fitti pioppi addormentati
e quadri di dolore infante
che scheggiano dolenti la coscienza.
Ho avuto un sonno dell’attesa
tra calde essenze roverine
vocianti con campane, sospese al sogno
e tocchi al fianco di presenze incerte,
volatili creature della notte.
Non so se il corpo ha emesso il viaggio
o scampoli di mente tornano ai luoghi
fermo soltanto un punto
come se fosse un ente…
guardo dal finestrino fondere spazio
dissolvimento successivo traslucido in purezza.
.