Tempo fa

Tempo fa:
fra foreste neuroniche ho visto
sogni, ricordi, desideri
riprodotti come diapositive.
Ed erravo;
ubriaco scorsi
lampi elettrici argentati strisciare
in un accigliato cielo gravido.
Tutto fremeva, tutto tremava,
pozzanghere di pensieri oscillavano:
un'emozione, la nostalgia
ch'ogni cosa di se' inzuppava
la nostalgia col suo fluido
ogni cosa permeava.
Avanzai ancora,
mentre i cani randagi
della paura s'agitavano
nel mio stomaco.
Poi, dopo che consumata si fu
la carne dei miei talloni,
presso una grossa cavita',
un atrio spalancava le sue braccia
in due opposte direzioni;
in lontananza, dieci torri
bianche infilzavano il cielo;
mentre fra le mani
pigra una candela
borbottava bagliori
infido il piedi si avvicinava.
Vista sfuocata, vista offuscata.
Lentamente, come ballando un valzer,
una donna, di stracci vestita,
si muoveva verso me.
Mossi verso la guardia e
giunto innanzi, le chiesi: "Chi sei?
perche' il tuo viso invoca pieta'?"
Rispose:"La Tristezza, colei che
nel giorno sempre vede l'eclisse"

Poi aprii gli occhi
due misere lancette
l'ingranaggio del
tempo spingevano.

Modificato da ||Vertigo|| 12/02/2006 0.55

Stupenda Vertigo, davvero...
Stupenda...
Grande poeta giovane... Di grande futuro...
Come sempre il mio più vivo apprezzamento... Sincero...

Un saluto,

Valerio