Tu uomo stanco

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ormedelcaos
00lunedì 12 novembre 2007 10:10


Mangiammo fin troppe mele
Giungemmo sulla luna
E in terra a violentare l’ameno
Mangiammo fin troppi spazi
Colorammo tutto di rosso
E tra le forme la donna e il bambino
Insanguinati
Accendemmo la tv e ci specchiammo nei blog
Con pistole in mano ordinammo agli altri di tirarsi indietro
Pregavamo il dio dell’orrore e nell’impotenza dell’io
Incendiammo i nostri pascoli
Così oggi stanchi ci riposiamo il sesto giorno
Dopo averne ammazzato i primi cinque.

Tu uomo stanco



Girammo i mari e attraversammo i muri

Tu uomo stanco

Schiodammo le voci ai monasteri
Inceppandole ai cellulari

Tu uomo stanco

Cavalcammo i sentieri del sapere
E vigilammo contro i nostri simili

Tu uomo stanco












auroraageno
00lunedì 12 novembre 2007 14:46

Tremenda e bellissima!!

E così vera, purtroppo.

Un vero grido di denuncia e di richiamo, Walter caro...

Anche questa è l'ennesima dimostrazione della tua grande capacità
espressiva ed originalità poetica.

Ti saluto, carissimo, con un abbraccio e un vivo augurio di
buona settimana!

aurora

ormedelcaos
00lunedì 12 novembre 2007 17:20
Un mondo che ci fa sempre più paura e che semina e raccoglie sempre più violenza, carissima Aurora, e non solo tra i grandi ma anche tra le future speranze.

Questo è di oggi:

www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2007/11_Novembre/12/baby_ga...




Ti ringrazio.

walter





auroraageno
00lunedì 12 novembre 2007 17:54

Violenza nella violenza...
Sappiamo cos'è: mancanza di veri valori, di veri punti di riferimento
cui guardare; noncuranza dei punti di riferimento positivi che pure
esistono.
Il culto del falso "essere".
Fa spavento, ma anche tanta tristezza...

Eppure, in questa marea del male che continua a salire, ci sono segnali
che rincuorano, che danno speranza: oltre a tutto ciò che di buono e di bene
fanno tanti adulti, tante scelte di vita diversa, ci sono anche tanti,
tantissimi giovani (magari fra le stesse vittime di cui parlano i notiziari, chi lo sa...), a migliaia, a milioni, che danno segnali
ben diversi, che fanno scelte coraggiose, accettano di essere "diversi"
nel modo migliore, vanno controcorrente.
Penso anche ai milioni di ragazzi che corrono da ogni parte del mondo
agli incontri nazionali e mondiali che fa il Papa, voluti e organizzati
per incontrarli, per portar loro parole di verità, di luce, di vita
vera; incoraggiandoli a cercare la realizzazione vera della loro vita.

Questi ragazzi, poi, tornano nelle loro città, nelle loro famiglie,
fra i loro amici e compagni di scuola e di lavoro. Piccoli semi di
rinnovamento, lievito nella pasta che cresce piano, ma cresce
certamente.
Tanti ragazzi, tanti giovani vogliono fare della loro vita qualcosa
di bello e di buono, cercano l'amore, come tutti, ma nel modo giusto,
donandosi.
Percorrono anche cammini di fede, insieme a tanti altri, giovani e
adulti.

Ah, Walter, caro... Io penso a loro... e mi si risolleva il cuore.


aurora


ormedelcaos
00lunedì 12 novembre 2007 18:37


Senza Fede, sia essa laica o religiosa, non si va da nessuna parte. Essa crea i valori sancendo anche le privazioni dell'io.
Questo è un mondo che non si vuol privare di nulla e spinto al consumo, dall'economia, distrugge tutto materia e spirito: sia questo tutto un corpo indifeso o una semplice siepe che gli occlude in quel momento improvvisato la vista (del denaro).

Sia per merito di un Papa che però sappia affrontare il mondo globale nelle sue contraddizioni (complessità) e non evitarlo come sta accadendo, sia per un governante laico onesto e capace, speriamo davvero di poter riprendere quel cammino intrapreso verso il divenire-Uomo che ha dato meta e splendore ai nostri avi, e non di continuare a regredire verso il seno materno come sta accadendo e caratterizzando l'attualità in quel monopolio dell'io/dio esclusivo e non inclusivo dell'altro da noi.

Pietas e condivisione stanno scomparendo in un mondo sempre più solipsistico dei desideri unilaterali di potere, e dominio, sull'altro.


Auguriamocelo per davvero che i tuoi semi da religiosa, uniti a quelli nostri di fede laica, possano mutare questo brutto corso degli eventi e ridare slancio al valore della Storia. Di quella, cioè, comunicazione che ora noi viventi stiamo scrivendo per coloro che ancora hanno da venire.












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