Tuoni di lago

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Piperthree
00venerdì 12 maggio 2006 00:11
Da queste bave il vento
alberga una saggezza, vedi,
le mani che usammo incerte tra i mattoni
condividono con noi qualche stagione,
qualche fitta burrasca o un punto
strabiliante di veliero.
Tutto il gesto umano è umiliazione
come ruga di conchiglia, siamo stati
fatti prigionieri da pirati
che slittarono nel sonno nostro
per rifare male il gesto antico
al posto nostro.

Di sberleffi in pose passi gli anni
dai tuoi occhi, gli anni che squillano di fuoco
in momenti che s'affondano al nutrimento
di un qualcosa a che, mai più di adesso,
non sappiamo dare nome, né fare pace
per sempre come ad un prete defunto.
Nella grande ferramenta il chiodo
urla, stretto ad altro ferro,
quello che si può cantare è ciò che
sprigionandosi s'annebbia, svanisce
in ciò che volemmo contenere,
in ciò che ci eccitammo per dormire.
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