UMANI MERCATI

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michael-santhers-
00giovedì 10 settembre 2009 23:44
Come spietato mercante che certfiica
reattività di vecchi cavalli
con mazzate alla schiena
così l’uomo con torrenti di cicatrici
alla faccia confusa all’età
diede una grossa pacca sul culo alla donna
con calze a rete e vestito rosso
che liberò una miscela di profumi sofferti
e scosso, il corpo, si irrigidì senza
nascondere l’ormai pomeriggio degli anni
se del tramonto s’intende il declino

Una lercia battuta a lama di bocca
ebbe il gravoso compito di strappare un sorriso
per meglio controllare ogni varco dell’inferriata
dei denti aggrediti dal fumo

Nel sollecito di quattro passi lungo il viale di sempre
a mostrare all’acquirente la merce,
giustificò la danza dell’anche allenate a smuovere
gli occhi e poi le all’acciò una mano alla cinta
fino al voluto sconfino a toccare fugace
anche il seno ma ne seguì una smorfia
alla sua dubbia durezza vanto di un tempo

Stanco di troppe verifiche, rosso in viso
adirato il magnaccia sbottò
tu guardi carcasse e ignori il mestiere
questa donna è pur vero che del cielo non è
più la regina ma ne ha stesi di uomini
e sul suo carnè non ci sono date da commemorare
per perse battaglie e se proprio vogliamo
scendere nei particolari è stata causa
di abbandoni di mogli e tagli di vene
seguite da fiumi di pianto che conservano
solchi di tracce

Ne seguì un giudeo abbraccio
e il cambio di portafoglio dei soldi
con sguardo al cielo della schiava venduta
e mani congiunte per il nuovo breve
sbarco del cupo lunario
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Da:Voci Scomode

VENGONO DA LONTANO

Vengono da paesi lontani
ove donna è immondezzaio d’ormoni,
passaporto è catena
tesa in miseria catapulta
-Lepri in nuova cattività
davanti a foto d’insalata
e libertà,allerta tra cane e fucile
-Si fanno coraggio con flash memoria
scongiuri d’un rito tribale,
lucertola infizata a spilli
e un teschio passamano,
per noi promordiale basket
-Occhi,spugne di violenze
sature,specchi lucidati da paure
-Sono monete di carne
coniate da coltelli,
poste esempi di mance
lungo viali di calore finto,
spiccioli consumati da sommare
e nel giusto peso convertiti filigrana,
piume d’ali ai Caronte di turno
-Speranza è una rosa persa in corsa
sull’asfalto da una bocca ardente
mentre le mani impegnate in allaccio
d’abbraccio vero
-Viene da dire...
Dio perchè non deleghi all’inferno
il germoglio d’aguzzini,
invece di costruirli
nel ventre bistrattato di donna?
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Da:Avanguardie Irriverenti
www.santhers.com
auroraageno
00venerdì 11 settembre 2009 10:36
Mio caro... Sempre paladino d'onestà e di verità anche scomode...
Bravo Michael!

Grazie tante, amico caro

un abbraccio stretto

Aurora

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