UN VENERDI' 17

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lucky_luke
00venerdì 17 luglio 2009 14:18
UN VENERDI' 17



Attento! - disse la signora Rita al marito che si accingeva ad uscire,
- oggi è venerdì 17, sai non è una bella giornata per andarsene in giro!
- Tu e le tue manie! - rispose il signor Luigi alla moglie,
- io non ho mai creduto a queste superstizioni! E il 17, e i gatti neri, e le scale, ma va' sono tutte cose che ti inventi tu!
Uscì scuotendo la testa.

Il signor Luigi era un anziano signore di 64 anni, in pensione da 7 anni, aveva allevato, con la moglie Rita, tre figli, due femmine ed un maschio, ora tutti sistemati e sposati.
I figli li vedeva abbastanza spesso, non abitavano lontano.
Era anche nonno di quattro bei nipotini.
Ultimamente però, sua moglie Rita, bravissima moglie di tre anni più giovane di lui, aveva cominciato a diventare petulante, insofferente, maniaca.
Aveva consultato il suo medico di fiducia che li era andati a trovare e gli aveva detto, di nascosto dalla moglie, che una leggera arteriosclerosi la faceva comportare così, niente di grave, ma gli aveva consigliato alcuni medicinali per aiutarla.
Era per questo che aveva cominciato ad uscire un po' più spesso del solito, quando la moglie cominciava a petulare, nonostante lui fosse sempre stato un tipo moto tranquillo, si agitava e, per non trattarla male, in fondo le voleva ancora molto bene, andava a farsi una passeggiata per rilassarsi.
Passava al bar per un caffè e due chiacchiere con gli amici e un'occhiata al giornale, e poi a trovare uno o l'altro dei suoi figli per giocherellare un po' con i nipotini.
Venerdì 17.. tzé - borbottò fra se, - anche le manie superstiziose le mancavano, bah, la mia povera Rita sta proprio invecchiando.
All'uscita della palazzina, per poco non inciampava su di un gattone nero che si stava facendo un pisolino sulla stuoia, "Mieeeewwwwrrr" fece quest'ultimo al pestone di Luigi e se ne scappò soffiando per il marciapiede.
All'inferno brutto gattaccio! - gli urlò Luigi facendogli le corna. Poi resosi conto del gesto si ficcò la mano in tasca pensando: "vuoi vedere che mia moglie mi sta influenzando?"

Passò al bar, si fermò una mezz'oretta con gli amici, scorse il giornale e quindi si recò a trovare la sua terzogenita che aveva avuto un bambino da sette mesi, i suo quarto nipote.
Mentre coccolava il nipotino, si sfogò un po' con la figlia raccontandole le manie della madre, la figlia gli disse di avere pazienza, 45 anni di matrimonio vissuto come lo avevano vissuto loro se lo sarebbe augurato anche lei.
Per le superstizioni avresti potuto accontentarla, bastava ti mettessi in tasca un cornetto, lei sarebbe stata più contenta, e poi il cornetto non ti avrebbe fatto nulla di male, anzi, non si sa mai.
Anche tu! ma allora è un difetto delle donne della mia famiglia! - esclamò Luigi, - in 64 anni non ho mai creduto a queste cose e non mi è mai capitato niente.
Ceni qui? - domandò la figlia, anche per tagliare corto il discorso del padre - sono le 18,00, telefono alla mamma per avvisarla e poi ritorni a casa.
No! - rispose Luigi alzandosi e deponendo il nipotino nel box, meglio che faccia compagnia a tua madre.
Salutò la figlia e uscì.
Arrivato al portone della palazzina dove abitava, trovò gli elettricisti che riparavano la lampada d'ingresso, la doppia scala aperta a libro occupava tutto il pianerottolo.
Due minuti e abbiamo finito! - gli disse uno dei due.
Non importa, passo lo stesso. - rispose Luigi passando sotto la scala.
Guardi che oggi è venerdì 17 e poi passare sotto una scala posta sfortuna!
Insomma basta! - si accalorò Luigi - è tutta la giornata che incontro gente superstiziosa, alla vostra età dovreste saperlo che queste cose non esistono.
Li salutò un po' seccato e salì al secondo piano per le scale, l'ascensore era ancora guasto.

Cenando raccontò alla moglie dove era andato, del nipotino che si faceva sempre più grande e cicciotto, la figlia che la salutava. Così le tenne la mente occupata evitandole che parlasse di argomenti vacui.
Dopo che Rita ebbe sparecchiato si sedettero sul divano a sorseggiare il caffè d'orzo, eh sì ad una certa età si fatica a dormire, se poi prendi un caffè normale, la caffeina.. Le notizie del telegiornale scorrevano sulla televisione, la moglie cominciò a fare commenti ad ogni notizia, un po' strampalati ma non del tutto campati in aria.
I commenti della moglie però riuscirono a fargli ascoltare male sia le notizie e pure la moglie, alla fine non riusciva più a capire quale era la notizia del telegiornale e quale era il commento della moglie.
Vado a letto - disse alla moglie.
Così presto? Su dai c'è un bel telefilm che dura solo un'oretta poi ci andiamo assieme - ribatté la signora Rita.
Stasera mi sento un po' stanco - rispose Luigi, - voglio vedere se mi passa questo dolorino di stomaco.
Eh sì - continuò lei - mi stai diventando proprio vecchio, fino a qualche anno fa saresti rimasto qui con me a fare il cucciolotto, è proprio vero che gli uomini invecchiano prima delle donne.

Luigi nascose un leggero sorriso mentre si avviava verso la camera, voleva bene a quella vecchietta, anche se era diventata un "comare" come si usava dire delle donne che chiacchieravano molto e a volte anche da sole.
La sentì un'oretta dopo infilarsi sotto le coperte, brontolando per il suo russare, lui continuò a tenere gli occhi chiusi, respirando profondamente e fingendo di russare di meno, lei spense la luce e dopo pochi minuto Luigi sentì che si era addormentata.

Mezz'ora dopo, Luigi si alzò per andare in bagno, a luce spenta per non svegliare Rita, protese le mani in avanti per trovare l'uscita della camera, il destino volle che le sue mani passassero una a destra ed una a sinistra della porta la quale, al secondo passo, gli sbatté violentemente sulla fronte.
Luigi imprecò a voce alta per il dolore, il botto e l'imprecazione svegliarono la moglie che accese al luce chiedendo cosa stava succedendo...
Cosa hai fatto? - esclamò guardando Luigi con al fronte coperta di sangue.
Ho sbattuto sulla porta!
Andarono in bagno, dove medicando il taglio sulla fronte, la moglie lo rimproverava per non aver acceso la luce e, mentre lui digrignava i denti per l'alcool che bruciava, lei osservò:
Il taglio é abbastanza lungo, domani mattina faresti bene ad andare al pronto soccorso, credo ci vogliano un paio di punti.
Tornarono a letto, Rita si riaddormentò quasi subito borbottando fra sé qualcosa sulla di lui stupidità , mentre Luigi, assalito anche dal mal di testa non riusciva a prendere sonno. Gli ritornò la stimolo per andare in bagno che, con la concitazione di prima gli era passato di mente.
Accese la luce, si alzò, prese una sigaretta e andò in bagno. Si sedette sulla tavoletta, mise la sigaretta in bocca e la accese con un cerino, senza spegnerlo lo buttò, attraverso le sue gambe, nella tazza.
L'alcool e il cotone, imbevuto di alcool che la moglie aveva gettato nel wc, senza far scorrere l'acqua si incendiò immediatamente, la fiammata si alzo improvvisa come l'urlo di Luigi.
La moglie accorse di nuovo e, vedendo la scena del marito che si buttava acqua sulle parti intime ustionate, le venne da ridere.
L'ustione era abbastanza estesa, la signora Rita prese la decisione di chiamare il pronto soccorso. Diede le informazioni necessarie e tornò dal marito. Luigi si era bruciato anche un po' di pelle, perciò la crema anti scottature non sarebbe servita, avvisò il marito che l'ambulanza sarebbe arrivata a minuti, mise la vestaglia e scese al portone per attenderla.

Quattro minuti dopo arrivarono due infermieri con un medico, il medico, pre-informato, mise subito una crema sulla scottatura e questo alleviò il dolore di Luigi, quindi gli infermieri lo adagiarono sulla barella coprendolo con una coperta. Il medico chiese il motivo della fasciatura alla testa e la signora Rita glielo spiegò mentre scendevano le scale, l'ascensore era rotto, e spiegò cosa era successo dall'inizio.
I due infermieri non si trattennero e scoppiarono a ridere, e tanto risero che, ad uno sfuggì la barella, Luigi, che non era stato legato con le cinture, rotolò dalla barella e per una mezza rampa di scale urlando.
Si precipitarono subito accanto a Lui che lamentava un forte dolore all'avambraccio sinistro, i dottore lo tastò e convenne che c'era qualcosa di rotto, sgridò gli infermieri per la disattenzione, rimisero Luigi sulla barella, questa volta legandolo e, a sirene spiegate, corsero in Ospedale.

I fatti accaduti a Luigi fecero il giro dell'ospedale, del quartiere e, dopo un paio di giorni, erano diventati una leggenda metropolitana.

Fece causa all'ospedale e fu risarcito con una bella somma, ma, da quel giorno... Luigi, non passò più sotto una scala, se ne stette lontano dai gatti neri, rimase chiuso in casa non solo i venerdì 17 ma anche i venerdì 13, e anche se non ci credeva ancora alle superstizioni, ma.. non si sa mai, tanto male non fanno... portò sempre con sé amuleti e cornetti vari.

L.L. venerdì 17
auroraageno
00venerdì 17 luglio 2009 14:51

Ahahahahah..!!!

Un bellissimo racconto, Giuliano, bravo davvero!

Grazie di cuore, carissimo!

Un abbraccio

aurora

lucky_luke
00lunedì 20 luglio 2009 13:54
Re:
auroraageno, 17/07/2009 14.51:


Ahahahahah..!!!

Un bellissimo racconto, Giuliano, bravo davvero!

Grazie di cuore, carissimo!

Un abbraccio

aurora


Sai carissima, nessuno in fondo ammette di essere superstizioso... ma...
un piccolo cornetto in tasca non fa mica male... ;-)
Grazie.

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