hunkchinasky
00venerdì 18 novembre 2005 17:22
La pelle era calda
come il letto appena sgusciato
di un’alba invernale,
come seta appena indossata
scivolava sui sensi assonnati
la lama del brivido
Facile agguato, pensai,
con un bacio preciso
carpire la preda nel sonno
spogliarla del nome
e affondare gli artigli
nell’antro della sua volontà.
Di colpo un contatto
recise i pensieri
soffocò un respiro tardivo
che chiuso nel petto
si strinse a un sobbalzo
inatteso dal cuore;
Finsi stupore al momento:
tra i mille colori l’istinto
sceglieva la trama del volo
Non fu il solo fiore d’inverno
nemmeno uno dei tanti
era un fiore e nient’altro:
del profumo mi cibai
fino in fondo
temendo la morte del prato.
Ne conservo un petalo
tra i fogli di un libro,
un vecchio libro sgualcito.
paranoimia
00martedì 22 novembre 2005 22:11
Chissà, magari quel petalo conserva ancora un vago profumo del fiore. Così incantevolmente disincantata...