Zona A - Zona B

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florentia89
00lunedì 23 marzo 2009 17:14
Tempi difficoltosi
Zona A, zona B, dramma italiano

E’ un periodo delicato, c’è la crisi di Trieste (1953-4). Gli slavi stanno mostrando i muscoli nelle nostre terre, ora sotto amministrazione alleata, e tentano qualche colpo di mano, sperando nelle indecisioni e tolleranze altrui nonché nella pochezza di nostre reazioni. Succede però che il Presidente del Consiglio Italiano, l’onorevole Giuseppe Pella, un democristiano duro (razza rara) mostra anche lui i muscoli, mette all’erta l’esercito nell’area friulana, ne sposta unità a ridosso del confine, nonché prepara un robusto richiamo di riservisti, penso selezionati. Anche per “noi” qualcosa si muove:
….“Franci, stasera da me ci sarà il “Capo”, vediamoci” … (non Sua Eccellenza, il quale era da considerarsi in posizione ancor più elevata).
La sera: ….“Ci dobbiamo preparare per eventuali missioni nelle terre giuliane. Sua Eccellenza ha disposto, d’accordo col “Generale”, che sia tenuto un aggiornamento nella sua tenuta. Sarà un tempo pieno e durerà una settimana, ai vostri dite dieci giorni e acqua in bocca” …
….“Sappiate che ci sono esponenti ai livelli estremi che sanno di noi, ci seguono e ci ignorano. I vostri nominativi sono segnalati all’autorità che, nel caso, vi chiamerà singolarmente. Per quanto ti riguarda il tuo capo sarà sempre Francesco (si rivolge a me), Pietro, il tuo direttore, fa parte dello staff e troverà il modo per inviarti in missione in qualche posto, cioè da noi. Sappi che ti è stato riconosciuto il livello di tenente, ti verrà confermato. Non montarti la testa, ne abbiamo diversi e vale all’interno, almeno per ora”…
Tutti si congratulano per il riconoscimento ad honorem (mica tanto), che seguiva uno precedente guadagnato in altri impieghi non certo asettici.
E mia moglie: ….“Non è possibile che te ne vada un’altra volta, non raccontare frottole, lo so che vai con quel senza pace di Francesco che fa l’eroe per passatempo, ma tu hai altre responsabilità, non hai un soldo rispetto lui e loro, e se ti arrestano? ti ammazzano? che facciamo tutti?”….
Stavolta non me la sento di dire cavolate, non sarei creduto, perciò, fermo che mantengo riservata l’operazione, assicuro trattarsi di un aggiornamento per la formazione mia e di tutti, forse l’ultimo. Mia moglie la beve al cinquanta percento, o forse niente, si mette a piangere, manda a quel paese Sua Eccellenza, il “Capo”, nonché il mio direttore. Ricorda che siamo sposati da poco, aspetta un figlio e, se volevo, potevo sposare il Duce anziché lei.
Una settimana di stress! dormire quattro-cinque ore al giorno, mangiare spartanissimo, simulazioni di guerriglia, arditi (non squadristi, quelle erano caramelle), armi dell’ultimo tipo, qualcosa di judo, tecniche di sopravvivenza, vocaboli slavi, carte topografiche. Organizziamo una simulazione d’intervento in una frazioncina di Sua Eccellenza i cui pochi abitanti, benché preavvertiti, si prendono una bella strizza. Un paio di noi fanno esercitazioni di lancio con un Piper. Io metto le mani avanti che quelle cose non fanno per me in quanto, anche se di paura ne ho avuta sempre poca, soffro di vertigine acuta, degenerante in panico, che poi mi farò passare, almeno in parte, inoltre la spalla che mi lussai in un lancio di esercitazione militare non è che sia passata.
Torniamo a Roma, mia moglie, santa donna, evita di polemizzare.
Pochi giorni dopo giunge dal Comiliter la cartolina di richiamo. Caserma al Flaminio, tre giorni di inutili perdite di tempo. L’Ufficiale che ci segue ci informa che su noi “richiamati” e eventuali azioni sono in parecchi a contarci, facendo sottovoce nomi da stupire. Poi torniamo a casa con invito a restare disponibili.Il nostro gruppo però partirà informalmente per Pordenone e attenderemo alcuni giorni in una base periferica in attesa di eventi.
Dalla centrale avrebbero date istruzioni e direttive. Tanto tempo a farci i muscoli, fare niente, parlare del Duce, di donne, farci vedere poco in giro.
Infine ci raggiunge un Capo del posto: ...“ragazzi, il pericolo è passato, gli slavi hanno accantonate le loro velleità. Sono rientrati nelle caserme e la situazione è sbollita. Abbiamo avuto una modesta mano da americani e inglesi i quali, più che aiutare noi, vedono male gli slavi, pur se i laburisti ci flirtano e gli americani vanno a nozze per gli screzi che Tito ha con l’URSS.
….“quindi ecco i biglietti ferroviari per tutti e stasera rientro a Roma”….
Il direttore del lavoro, per compensare la mia assenza prolungata, aveva fatto fare un bel po’ di sedere agli altri colleghi che continuavano a chiedersi quale razza di aggiornamento aziendale io stessi seguendo, come sapevano o intuivano. Mi vedevano già in dirittura per un incarico direttivo aziendale.
Così terminò questo impegno stavolta solo cautelativo e preventivo. Ci fu qualche altra azione di cui deciderò se farne o meno accenno. Chi legge avrà capito che il fatto è concreto, più labili i contorni e dettagli. In conclusione non accadde fortunatamente nulla di nulla, non sempre sarà così.

Francesco Mancini
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auroraageno
00martedì 24 marzo 2009 09:54
Fai sempre stare col fiato sospeso. Bel racconto. Molto interessante! Quante ne hai fatte nella tua vita, eh Francesco?

Grazie per questo racconto.

Un carissimo saluto

aurora

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