ormedelcaos
00lunedì 2 giugno 2008 10:21
E d'acqua corre 'sta funtana,
e abbascio au ponte tira 'a rete
'u piscatore, insana 'e melma
'a vita acchiappa e du momento
dopo tira innanz 'a morte.
ps
da una idea presa da qui sopra
auroraageno
00lunedì 2 giugno 2008 10:22
Da quel che capisco... è molto bella, e anche molto triste.
Mi comunica quasi un sentimento di delusione, di abbattimento.
Walter caro... io amo le tue parole, i tuoi versi, le tue creazioni!
E ho capito bene il senso della tua protesta... altrove.
Non credere.
Ti abbraccio forte
aurora
ormedelcaos
00lunedì 2 giugno 2008 10:34
Cara Aurora, penso che la poesia abbia sede nei nostri cuori e non nella nostre bocche. Ed evocarla faccia bene all'animo. Quei cuori che riescono a far sgorgare anche l'acqua dalle pietre. Quelle ruvide che addolciscono solo la bocca di chi pensa di saperle guidare, traducendole, come fossero delle caramelle, in parole.
Te la traduco:
E d’acqua corre ‘sta funtana,
( e di acqua corre questa fontana -di vita-)
e abbascio au ponte tira 'a rete
( e giù al ponte tira la rete)
‘u piscatore, insana, 'e melma
(il pescatore: insana - perché racchiude la vita stessa -, di melma - perché di fango è spesso coperta- )
‘a vita acchiappa e du mumento
( la vita prende e ce la presenta nel momento dopo)
dopo tira innanz ‘a morte.
(quando tira il pesce che sta morendo)
Ti ringrazio.
walter
varuna.
00lunedì 2 giugno 2008 11:55
al ritorno
innanzi un
abito aprettato
appeso, atteso a
esser disteso
dietro
marce stanche di
lacrime che
perdono il passo
ormedelcaos
00lunedì 2 giugno 2008 12:18
perdere il passo
è forse anche ritrovare
le proprie vesti
di allora,
o anche di alloro
il cerchio
di un vissuto al visto