su questa piazza

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ormedelcaos
00martedì 18 settembre 2007 10:52







E del provvisorio l’onda
Nel senso d’altitudine
L’ascesa al cielo
Su questa piazza
Languida la slava
Di non età calpesta il seno
D’un senso di vita la quiete
Non semina grano
Raccoglie sterpaglia
Che pone sul grembo
Di sera
Due sassi e la fontana zampilla
Al credente d’indomito passo





auroraageno
00martedì 18 settembre 2007 14:44
...

Come tu scegli di comporre la poesia e il risultato che ne ottieni,
fanno sempre restare col fiato sospeso.... almeno questo accade a me!

Evoca vita, pace e forza!

E' molto bella, Walter...

Grazie...

Un abbraccio
cerca_mi
00martedì 18 settembre 2007 18:22
Non riesco a trasmetterti le mie sensazioni chiare, come nella precedente tua che ho commentato.

Inoltre il finale non mi è chiaro [SM=x831995],Ma stamperò, per provare a fare un'analisi.

Insomma, difficile capire bene e capire tutto delle tue poesie. Sta di fatto che, concordo con Aurora, tengono col fiato sospeso.
[SM=x832000]





ormedelcaos
00mercoledì 19 settembre 2007 08:21

La vita è sospensione, fatti disparati che si intessono tra di loro nell’unica continuità dello scorrere, dell’accadere (e spesso a cascata).
Solo successivamente, per meglio memorizzarli, cerchiamo di catalogare i fatti contestualmente vissuti, separandoli per tematiche, per soggetti, per significanza, per casualità o altro.
In questo continuo fluire, a cui non possiamo di certo sottrarci, la mente continuamente seleziona i fatti: per ordinarli, per semplificarli, per tradurli in file lineari di memoria. Una scomposizione “in fattori primi” con indici di significanza . E da cui la grammatica, la sintassi e la punteggiatura alfabetica del vissuto.
Se volessimo, invece, registrare senza nessun apriori di logicità, o punto privilegiato di osservazione, lo scorrere degli avvenimenti, cosa accadrebbe?
E se questo continuo fluire lo evocassimo facendo scorrere in libertà, nella nostra mente, la parola?

Paragoniamolo un poco all’informale dell'arte pittorica: è l’osservatore che stabilisce l’immagine, il punto di osservazione privilegiato da cui poi dipanare l’intero assetto del quadro; e non è che dobbiamo spiegarci, cara cerca_mi, ogni parte di esso: ma ne viviamo la "sensazione" della totalità, senza una puntualizzazione precisa dei significati.

E' un pò la differenza tra la linearità del percepito e la globalità del vissuto; tra la linearità della frase alfabetica e la totalità descrittiva del geroglifico.
E' possibile qualche punto di unione tra i due diversi media?


Ti ringrazio assai, carissima Aurora.
Così come ringrazio cerca_mi dell’attenzione prestatami.


walter
auroraageno
00mercoledì 19 settembre 2007 10:59
E così...

E così, rispondendo a cerca_mi, Walter ha fatto una straordinaria
dissertazione, spiegando e argomentando secondo la sua mente
colta e brillante!
Ti ringrazio Walter, di avere risposto...

Io capisco bene la cara cerca_mi... Mi ricorda il mio stesso
smarrimento all'inizio della conoscenza con Walter,
quando le sue poesie erano ancor più insolite, originali, ma comunque sempre affascinanti!
Di fronte al genio poetico di Walter io m'inchino... ammetto la mia
insufficienza, sono persona semplice e di modesta cultura.
All'inizio cercavo di fare come dice cerca_mi: analizzare, avrei tanto
voluto capire "tutto"... Ora leggo, rileggo, rileggo ancora... e ascolto quello che la poesia mi suscita...
Colgo una riflessione qui, un lampo là... e anch'io tengo per me
il discorso totale, sarebbe pur sempre soggettivo e parziale, ne sono
convinta. Mi lascio guidare dall'istinto e "ascolto", e reagisco.

Del resto non è sempre così di fronte ad un'opera che ci avvince e sulla quale ci soffermiamo? Alla fine ce ne lasciamo quasi cullare, assorbire...

Grazie Cerca_mi cara, per aver espresso il disagio che, come ho detto,
io stessa provavo all'inizio [SM=x831998]
Devo dire che Walter si è sempre dimostrato paziente e se chiedevo, gentilmente spesso mi rispondeva [SM=x832000]


Skydos
00mercoledì 19 settembre 2007 15:52
...
e vediamo finanche ciò che l'autore non ha scritto: vediamo rosso dove il poeta ha scritto giallo! Anzi: vediamo il colore dove egli ha scritto l'odore... ma che ci posso fare se a me il solo odore di un campo di grano evoca il rosso dei suoi eterni compagni papaveri? E quindi vedo il rosso anche dove non c'è!... ecco molto semplicemente spiegato qui l'arcano di altrove al nostro prode walter. Per inciso in questa tua più sopra pubblicata, caro walter, non so perchè ma intravvedo qualcosa di "vagamente" erotico nel finale, come reminiscenze di altre immagini che sempre mi richiama alla mente il campo di grano... tanto per capirci rotolamenti varii ed allacci di bocche e di corpi. Pensa quanto ci può suscitare qualcosa che, magari, nella mente di chi l'ha scitto non è passato neanche di striscio!

tanti sorrisi e tanti baci e... forza Roma! Co' tutto sto giallo e sto rosso! [SM=x832013]
ormedelcaos
00mercoledì 19 settembre 2007 20:08
...evvediamo


...e chi 'st'autore?

dai, immergiti pure tu nel verso, magari con un pallone in mano: farà da salvagente ai giallorossi...quando affronteranno l'inter.

E' sempre bello quando ti affacci a 'sta finestra....scetate signorì ch'a 'llaria è doce...

Come va il canto, cara Armida, quale opera ti risuona in testa in questo periodo?

Ti abbraccio (con due c).



x Aurora

Sei tanto cara Aurora!
Chissà, ma penso davvero che viviamo a sensazioni: l'essere di nuovo qui, come se avesse cancellato in me un periodo di smarrimento, e, il silenzio sacro di questo Luogo, come se mi consentisse di ritrovare il gusto di scrivere.

Sono perciò io a doverti ringraziare sempre, e per l'incoraggiamento che mi hai sempre dato, e che continui a darmi, e per la tua pazienza a leggermi.

Ti riabbraccio commosso.


walter






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