00 02/05/2012 09:00

2 MAGGIO
IV SETTIMANA DI PASQUA - MERCOLEDÌ

SANT'ATANASIO (m)
Vescovo e Dottore della Chiesa
MESSALE


Antifona d'Ingresso Cf Sir 15,5
Il Signore gli ha aperto la bocca
in mezzo alla sua Chiesa;
lo ha colmato dello Spirito di sapienza e d'intelletto;
lo ha rivestito di un manto di gloria. Alleluia.



In médio Ecclésiæ apéruit os eius,

et implévit eum Dóminus spíritu

sapiéntiæ et intelléctus, stolam glóriæ índuit eum, allelúia.


Colletta
Dio di infinita sapienza, che hai suscitato nella tua Chiesa il vescovo sant'Atanasio, intrepido assertore della divinità del tuo Figlio, fa' che per la sua intercessione e il suo insegnamento cresciamo sempre nella tua conoscenza e nel tuo amore. Per il nostro Signore...



Omnípotens sempitérne Deus, qui beátum Athanásium epíscopum divinitátis Fílii tui propugnatórem exímium suscitásti, concéde propítius, ut, eius doctrína et protectióne gaudéntes, in tui cognitióne et amóre sine intermissióne crescámus. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 12,24-13,5
Riservate per me Bàrnaba e Sàulo.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, la parola di Dio cresceva e si diffondeva. Bàrnaba e Sàulo poi, compiuto il loro servizio a Gerusalemme, tornarono prendendo con sé Giovanni, detto Marco.
C’erano nella Chiesa di Antiòchia profeti e maestri: Bàrnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d’infanzia di Erode il tetràrca, e Sàulo. Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Sàulo per l’opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono.
Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, scesero a Selèucia e di qui salparono per Cipro. Giunti a Salamina, cominciarono ad annunciare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 66
Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

Canto al Vangelo Gv 8,12
Alleluia, alleluia.
Io sono la luce del mondo, dice il Signore:
chi segue me avrà la luce della vita.
Alleluia.

Vangelo Gv 12,44-50
Io sono venuto nel mondo come luce.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

Sulle Offerte
Accogli, Padre misericordioso, l'offerta di questa tua famiglia, perché con la tua protezione custodisca i doni pasquali e giunga alla felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.



Réspice, Dómine, múnera quæ tibi in commemoratióne beáti Athanásii perhibémus, eiúsque fidem profiténtibus illibátam tuæ testificátio veritátis prosit ad salútem. Per Christum.

Prefazio Pasquale V
Cristo sacerdote e vittima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

Offrendo il suo corpo sulla croce,
diede compimento ai sacrifici antichi,
e donandosi per la nostra redenzione
divenne altare, vittima e sacerdote.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Antifona alla Comunione Mt 28,20
«Io sono con voi tutti i giorni,
sino alla fine del mondo» , dice il Signore.
Alleluia.



1Co 3,11 Fundaméntum áliud nemo potest pónere,

præter id quod pósitum est, quod est Christus Iesus, allelúia.


Dopo la Comunione
O Dio, nostro Padre, che ci hai nutriti a questi santi misteri, dona forza e vita alla tua Chiesa, che in comunione di fede con sant'Atanasio proclama vero Dio il tuo unico Figlio, Gesù Cristo nostro Signore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



Da nobis, quæsumus, omnípotens Deus, ut Unigéniti tui vera divínitas, quam cum beáto Athanásio fírmiter confitémur, per hoc sacraméntum vivíficet nos semper et múniat. Per Christum.



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Mercoledì 2 maggio
Gv 12, 44-50



Il Signore è la luce venuta nel mondo. Ma la luce non serve solo per smascherare ciò che non va, come un fascio livido e impietoso che mette a nudo peccati e mancanze. Piuttosto è luce che riscalda, che indica un cammino, che fa vedere e incontrare gli altri «Perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo» dice il Signore. Allo stesso modo, il Signore è parola, ma non per giudicare e schiacciare gli uomini e le donne sulla loro miseria umana, anzi, è espressione della bontà di Dio che vuole recuperare e salvare tutti, non disprezza il lucignolo che fuma, né la canna incrinata che rischia da un momento all’altro di spezzarsi. La vera condanna infatti non viene dalla Parola di Dio, ma dal non credere che essa possa divenire vita, possa generare azioni, sentimenti, modi di essere e di fare nuovi. È una constatazione, non una minaccia: se non accogliamo e rendiamo vita la Parola di Dio, come potrà egli guidarci, sanarci, renderci felici? Saremmo irrevocabilmente condannati ad ascoltare solo noi stessi, condannati alla schiavitù dell’egocentrismo.


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_________Aurora Ageno___________