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26 MAGGIO
VII SETTIMANA DI PASQUA - SABATO

SAN FILIPPO NERI (m)
Sacerdote
MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 131,9
I tuoi sacerdoti, o Signore, si rivestano di giustizia,
e i tuoi santi esultino di gioia, alleluia.



Rm 5,5 Cáritas Dei diffúsa est in córdibus nostris,

per inhabitántem Spíritum eius in nobis (T.P. allelúia).


Colletta
O Dio, che glorifichi i tuoi santi e li doni alla Chiesa come modelli di vita evangelica, infondi in noi il tuo Spirito, che infiammò mirabilmente il cuore di san Filippo Neri. Per il nostro Signore...


Deus, qui fidéles tibi servos sanctitátis glória sublimáre non desístis, concéde propítius, ut illo nos igne Spíritus Sanctus inflámmet, quo beáti Philíppi cor mirabíliter penetrávit. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 28,16-20.30-31
Paolo rimase a Roma, annunciando il regno di Dio.

Dagli Atti degli Apostoli
Arrivati a Roma, fu concesso a Paolo di abitare per conto suo con un soldato di guardia.
Dopo tre giorni, egli fece chiamare i notabili dei Giudei e, quando giunsero, disse loro: «Fratelli, senza aver fatto nulla contro il mio popolo o contro le usanze dei padri, sono stato arrestato a Gerusalemme e consegnato nelle mani dei Romani. Questi, dopo avermi interrogato, volevano rimettermi in libertà, non avendo trovato in me alcuna colpa degna di morte. Ma poiché i Giudei si opponevano, sono stato costretto ad appellarmi a Cesare, senza intendere, con questo, muovere accuse contro la mia gente. Ecco perché vi ho chiamati: per vedervi e parlarvi, poiché è a causa della speranza d’Israele che io sono legato da questa catena».
Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso in affitto e accoglieva tutti quelli che venivano da lui, annunciando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 10
Gli uomini retti, Signore, contempleranno il tuo volto.

Il Signore sta nel suo tempio santo,
il Signore ha il trono nei cieli.
I suoi occhi osservano attenti,
le sue pupille scrutano l’uomo.

Il Signore scruta giusti e malvagi,
egli odia chi ama la violenza.
Giusto è il Signore, ama le cose giuste;
gli uomini retti contempleranno il suo volto.

Canto al Vangelo Gv 16,7.13
Alleluia, alleluia.
Manderò a voi lo Spirito di verità, dice il Signore;
egli vi guiderà a tutta la verità.
Alleluia.

Vangelo Gv 21,20-25
Questo è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e la sua testimonianza è vera.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

Sulle Offerte
O Dio, che in questo misterioso scambio di doni ci fai partecipare alla comunione con te, unico e sommo bene, concedi che la luce della tua verità sia testimoniata dalla nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

Sulle Offerte
Accogli questo sacrificio di lode, Signore, e fa' che imitando san Filippo Neri siamo sempre lieti di donare la vita a gloria del tuo nome e a servizio dei fratelli. Per Cristo nostro Signore.



Hóstiam tibi laudis offeréntes, quæsumus, Dómine, ut, beáti Philíppi exémplo, ad tui nóminis glóriam proximíque servítium hílares nos semper præstémus. Per Christum.


Prefazio Pasquale V
Cristo sacerdote e vittima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

Offrendo il suo corpo sulla croce,
diede compimento ai sacrifici antichi,
e donandosi per la nostra redenzione
divenne altare, vittima e sacerdote.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo...


Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Antifona alla Comunione Cf Gv 15,4-5
«Rimanete in me e io in voi», dice il Signore.
«Chi rimane in me e io in lui,
porta molto frutto». Alleluia.



Jn 15,9 Sicut diléxit me Pater,

et ego diléxi vos, dicit Dóminus; manéte

in dilectióne mea (T.P. allelúia).

Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai fatto gustare le gioie della tua mensa, fa' che sull'esempio di san Filippo Neri abbiamo sempre fame e sete di te, che sei la vera vita. Per Cristo nostro Signore.



Cæléstibus, Dómine, pasti delíciis, quæsumus, ut, beáti Philíppi imitatióne, semper éadem, per quæ veráciter vívimus, appetámus. Per Christum.


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Sabato 26 maggio
Gv 21, 20-25

Gli apostoli che avevano abbandonato
le loro reti per diventare pescatori
di uomini (Lc 5,10), tornano
a essere pescatori di pesci. E
ora, quando Gesù appare, senza
che lo riconoscano, si ripete la
scena dell’inizio. Anche questa
volta hanno pescato invano per
tutta la notte. È l’esperienza di un
lavoro senza frutti, l’esperienza di
pensieri, di preoccupazioni e di
agitazioni che non approdano a
nulla. Senza la luce del Vangelo è
difficile operare e dare frutti. Ma
con Gesù che si avvicina, sorge
l’alba di un nuovo giorno. È il ri-
sorto, ma non se ne sono accorti,
non l’hanno riconosciuto. Sebbene
stanchi e, comprensibilmente, sfiduciati
gli danno tuttavia retta e
gettano le reti dall’altra parte. E la
pesca è abbondante, oltre ogni
misura. E Gesù continua a mangiare
con i discepoli come faceva
prima di morire. Ma c’è un accento
particolare. Gesù prende Pietro
in disparte e gli chiede: «Mi ami
tu più di costoro?». Non lo rimprovera
del tradimento, desidera sapere
se l’ama ancora. Non è tanto
questione di purificare la memoria,
quanto di rinnovare l’amore.
Quel che Gesù vuole è che il sentimento
di colpa non inaridisca
l’amore. Per questo non glielo
chiede una volta sola, ma tre volte.
E per tre volte, dopo la risposta
affermativa dell’amore, Gesù
affida a Pietro l’incarico della cura
del suo gregge. L’unica forza, l’unica
energia che ci sostiene è l’amore
per il Signore. E chi ama Dio
ama e serve i fratelli.



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_________Aurora Ageno___________