00 22/11/2013 01:28
L’albergo segnava il confine
tra periferia dolente e città frenetica,
l’nsegna corrosa dal gelo
con lettere scoppiate al sole
appiglio a tele di ragno
rese nere da smog e polvere

Il portiere con sguardo da faina
e movenze da macellaio d’un tempo
scrutava la prateria per individuare
agnellini alla mattanza,
si frugava le mani e poi concave
a simulare peso di carni fresche
alla bilancia stanca del ballo macabro

Un fioraio si ribadì l’indirizzo
trovando l’omaggio sprecato al posto
poi come a dire anche l’inferno
ha la sua etica entrò nella hall
e scomparve come topo in cantina
richiamato dall’odore di formaggio

Poco dopo uscì un angelo ribelle
con un'età tra un fiore e un cipresso
guidava due tacchi senza patente,
il pericolo di cadere era evidente,
aveva una rosa tatuata sulle labbra
e una parrucca douple face
mamma a mostrare il grugno
e figlia scapricciata al sorriso finto
visto che i denti allenati
solo ad azzannare la vita

Strinse sotto l'ascella la borsetta
copertina del suo vangelo di paradisi finti
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Da:Destini E Presagi
www.santhers.com
michael santhers