Spiaggiati canti, in essi ti ho trovata
sopra roventi sassi di cartone,
in caciarosi giochi di bottiglia,
in frutta e diete folli di stagione.
In occhi spalancati di castagna
su tapparelle alzate la mattina,
nel cinguettar di un sogno andato via
ti ho vista, vicinissima e lontana,
colpita da incantesimo e malia.
Ma chi ti viva io non so, signora mia,
su questa scala mobile ti ammiro
come una diva al cine d’altri tempi.
Convinta portoghese pur pavento
la maschera che multa e porta via.