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28 Agosto: SANT'AGOSTINO, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA

Il 28 Agosto ricorre la memoria di Sant’Agostino

Nacque a Tagaste, in Africa, nel 354. Trascorse una adolescenza inquieta
sia intellettualmente che moralmente, finché, convertito alla fede, nel 387
fu battezzato a Milano dal vescovo Ambrogio. Ritornato in patria, condusse
vita ascetica. Eletto poi vescovo di Ippona, divenne esempio del suo gregge.
Per 34 anni lo formò con i suoi numerosi discorsi e scritti, con i quali combatté
fortemente contro gli errori del suo tempo e illustrò sapientemente la fede.
Morì nell’anno 430.


Dalle << Confessioni di sant’Agostino, vescovo >>


Stimolato a rientrare in me stesso, sotto la tua guida, entrai nell’intimità del mio
cuore, e lo potei fare perché tu ti sei fatto mio aiuto (cfr. Sal 29,11). Entrai e
vidi con l’occhio dell’anima mia, qualunque esso potesse essere, una luce
inalterabile sopra il mio stesso sguardo interiore e sopra la mia intelligenza.
Non era una luce terrena e visibile che splende dinanzi allo sguardo di ogni uomo.
Direi anzi ancora poco se dicessi che era solo una luce più forte di quella comune,
o anche tanto intensa da penetrare ogni cosa. Era un’altra luce, assai diversa da
tutte le luci del mondo creato. Non stava al di sopra della mia intelligenza quasi
come l’olio che galleggia sull’acqua, né come il cielo che si stende sopra la terra,
ma una luce superiore. Era la luce che mi ha creato. E se mi trovavo sotto di essa,
era perché ero stato creato da essa. Chi conosce la verità conosce questa luce.
O eterna verità e vera carità e cara eternità! Tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno
e notte. Appena ti conobbi mi hai sollevato in alto perché vedessi quanto era da
vedere e ciò che da solo non sarei mai stato in grado di vedere. Hai abbagliato
la debolezza della mia vista, splendendo potentemente dentro di me. Tremai di
amore e di terrore. Mi ritrovai lontano come in una terra straniera, dove mi pareva
di udire la tua voce dall’alto che diceva: << Io sono il cibo dei forti, cresci e mi avrai.
Tu non trasformerai me in te, come il cibo del corpo, ma sarai tu ad essere
trasformato in me >>.
Cercavo il modo di procurarmi la forza sufficiente per godere di te, e non la trovavo,
finché non ebbi abbracciato il << Mediatore fra Dio e gli uomini, l’Uomo Cristo Gesù >>
(1 Tim 2,5), << che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli >> (Rm 9,5). Egli
mi chiamò e disse: << Io sono la via, la verità e la vita >> (Gv 14,6); e unì quel cibo,
che io non ero capace di prendere, al mio essere, poiché << il Verbo si fece carne >>
(Gv 1,14).
Così la tua Sapienza, per mezzo della quale hai creato ogni cosa, si rendeva alimento
della nostra debolezza da bambini.
Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu
stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose
belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle
creature, che, se non fossero in te, neppure esisterebbero. Mi hai chiamato, hai gridato,
hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito
la mia cecità. Hai alitato su di me il tuo profumo ed io l’ho respirato, e ora anelo a te.
Ti ho gustato e ora ha fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di
conseguire la tua pace.



Responsorio:

O Verità, luce che splende al mio cuore, le mie
tenebre più non mi parlano. Ero smarrito, e mi sono
ricordato di te. Ecco, ora ritorno, stanco e assetato,
a te fonte viva.
Non sono io la mia vita: nel mio io, non potevo
vivere, in te mi sento rinascere.
Ecco ora ritorno, stanco e assetato, a te fonte viva.



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_________Aurora Ageno___________