00 14/09/2007 11:53
(segue)



Allo stesso modo in cui detestava cordialmente gli indiani, Timmons non conosceva
praticamente nulla delle loro abitudini. Da molto tempo il territorio era sicuro, ma
lui non era che un uomo solo senza alcuna possibilità di difendersi, e avrebbe dovuto
saperne abbastanza da accendere un fuoco senza fare fumo.
Ma quella mattina era rotolato fuori dalle sue puzzolenti coperte con una gran fame.
Il pensiero della pancetta affumicata e del caffè erano state le sole cose che gli avessero
sfiorato la mente e si era messo di lena a preparare un bel fuoco con della legna
verde.
Era il fumo di Timmons che aveva attirato l'attenzione degli insidiosi pawnee.
Stava accovacciato davanti al fuoco, le dita attorno al manico della padella per
friggere, quando una freccia lo colpì. La freccia si conficcò profondamente nella
natica destra e la violenza dell'impatto lo catapultò dall'altra parte del fuoco.
Sentì le grida di guerra prima ancora di vedere qualcuno e fu assalito dal panico.
Saltellando, si buttò nel burrone e senza fermarsi si arrampicò su per la pendenza,
la freccia pawnee decorata di piume a colori vivaci che gli spuntava dalla natica.
Vedendo che si trattava di un solo uomo, i pawnee presero le cose con calma.
Mentre gli altri saccheggiavano il carro, il guerriero che aveva svergognato i compagni
per indurli all'azione pigramente galoppò in direzione di Timmons.
Lo raggiunse mentre questi era quasi giunto in cima al pendio che portava fuori dal
burrone. Improvvisamente, Timmons inciampò e cadde in ginocchio, e quando alzò la
testa udì il rumore degli zoccoli di un cavallo.
Ma non vide mai né il cavallo né chi lo montava. Per un breve istante vide l'ascia di
guerra, poi questa gli colpì il cranio con tanta violenza che la testa di Timmons si
aprì in due.

I pawnee rovistarono fra le provviste, prendendo tutto ciò che potevano portare con
loro. Staccarono il tiro di cavalli dell'esercito, diedero fuoco al carro e si allontanarono,
passando oltre il corpo mutilato di Timmons senza degnarlo di uno sguardo. Avevano
preso da lui tutto quello che volevano. Lo scalpo del conducente del carro pendeva
dalla punta della lancia del suo uccisore.
Il corpo rimase per tutto il giorno nell'erba alta, in attesa che i lupi lo scoprissero
quando fosse scesa la notte. Ma la morte di Timmons aveva più importanza del solo
fatto che una vita si fosse spenta. Con la sua morte, un insolito cerchio di circostanze
si era chiuso.
Il cerchio si era chiuso intorno al tenente John J. Dunbar.
Nessun uomo poteva essere più solo di lui.


(continua)


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_________Aurora Ageno___________