00 23/07/2010 15:29


JOHN DONNE


Mio caro amore, per null'altro che te
Destarmi avrei voluto da questo dolce sogno,
Che suggeriva il tema
Per la mente, ma troppo stremante per lo spirito,
Perciò tu con saggezza m'hai chiamato, ma ancora
Non hai turbato il sogno che in te può continuare
Talmente sei tu il vero che soltanto a pensarti
Sogni e fiabe diventano la verità e la storia;
Vieni fra le mie braccia se meglio decidesti
Che io più non sognassi, concediamoci il resto.

Come un lampo improvviso, o fiamma di candela,
m'han destato i tuoi occhi, non dei passi il rumore;
E ancora t'ho creduta
(Poiché il vero tu ami) a prima vista un Angelo,
Ma poi quando ho capito che leggevi il mio cuore
E i miei pensieri come un Angelo non può,
E hai intuito il mio sogno e persino il momento
Che la gioia m'avrebbe ridestato e sei giunta,
Io debbo confessare dovendo esser profano
Di non pensare a te se non come tu sei.
E l'andare, il restare, mostrano che sei tu,
Ma mi fai dubitare, se t'alzi per andartene
Che tu più tu non sia.

Debole è quell'amore che è pari al suo timore,
In lui non tutto è spirito e di purezza limpido,
se mescola il Timore, il Pudore e l'Onore.
Forse come le torce che devono star pronte
Ad accendersi e spegnersi, così tu tratti me:
Vieni a infiammarmi e subito sei pronta per partire
Ed io spero nel sogno per non dover morire.



CALLIMACO


Che tu possa vegliare tutta notte
come me che sto qui sotto l'androne
gelido! Che tu possa
essere insonne, o perfida Canòpio,
come il tuo amante che tu lasci fuori
senza neppure un'ombra di pietà.
Per lui ne hanno i vicini: tu neppure
un'ombra! Ma verranno
i tuoi capelli bianchi, e solo allora
avrai pietà per me
quando ricorderai.