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LE PIU' BELLE POESIE D'AMORE D'OGNI TEMPO E PAESE

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    00 17/12/2010 18:12




    Luna cinerea


    Il rimpianto
    La memoria






    JOHANN WOLFGANG GOETHE


    Ah, quei bei giorni chi può riportarmi,
    Ah, quei bei giorni del mio primo amore
    Ah, chi un'ora soltanto, può ridarmi
    Di quella beata stagione!

    E sto solo, la piaga ad attizzarmi
    E quanto più si rinnova il dolore
    rimpiango quella gioia che è passata.

    Ah, quei bei giorni chi può riportarmi
    di quella beata stagione!




    GUILLAUME APOLLINAIRE


    La tromba suona e risuona
    Suona, si spengono i fuochi.
    Il mio povero cuore ti dono
    Per uno sguardo dei tuoi begli occhi
    Un solo moto della tua persona.

    Sono le dieci, tutto è spento,
    Ascolto russare la caserma,
    Viene dal Nord il vento,
    La luna mi fa da lanterna
    Grida un cane alla morte il suo lamento.

    La notte si consuma lenta lenta,
    Rintoccano le ore lentamente
    Tu che fai o mia bella indolente
    Mentre vegliando il tuo amante
    Ti sospira lontana e si tormenta?

    E io cerco nel cielo stellato
    Dove sono le stelle gemelle -
    Mio destino che al tuo è legato
    Ma dove sono le nostre stelle?
    O cielo, campo di grano incantato!

    La notte si consuma dolcemente
    Sereno alfine m'addormento.
    I tuoi occhi che vegliano il tuo amante
    Non sono forse, mia bella indocile,
    Le nostre stelle del firmamento?




    GUSTAVO ADOLFO BECQUER


    Torneranno le brune rondinelle
    al tuo balcone ad appendere i nidi
    e ancora con le ali contro i vetri
    giocando chiameranno.

    Ma quelle che ammirate si fermavano
    del tuo splendore e della mia fortuna,
    quelle che i nostri nomi già imparavano,
    quelle... non torneranno!

    Ritorneranno folti i caprifogli
    rampicanti sul muro del giardino,
    e ancora più belli ogni sera
    i fiori si apriranno.

    Ma quelli coi cristalli di rugiada
    le cui gocce tremare guardavamo
    e poi cadere, lacrime del giorno,
    quelli... non torneranno!


    Ritorneranno le parole ardenti
    dell'amore al tuo orecchio a risuonare,
    e dal sonno profondo il tuo cuore
    forse ridesteranno.

    Ma così muto e assorto e inginocchiato
    come davanti all'altare si adora
    un dio, com'io t'ho amata, non illuderti,
    così... non t'ameranno!




    KOSTANTINOS KAVAFIS


    Era l'una di notte,
    o l'una e mezzo, forse.
    Dietro un tramezzo di legno nell'angolo
    della taverna. E nessuno, oltre noi,
    nel locale deserto. A rischiararlo
    appena un lume a petrolio. Il cameriere,
    stanco da tanto, ormai
    dormiva sulla porta.

    Nessuno poteva vederci. Ed eravamo
    così eccitati che ci rese ignari
    d'ogni prudenza. S'aprirono
    i vestiti già scarsi: era un luglio
    che divampava ardente.

    Che piacere dei sensi
    tra quei vestiti dischiusi, e che rapido
    scoprirsi della carne! Il suo bagliore
    ventisei anni ha traversato e giunge
    per rimanere vivo in questi versi.




    BILHANA


    Oggi ancora di lei mi ricordo,
    di lei che le briglia reggeva
    durante la furia selvaggia
    del nostro galoppo d'amore,
    di lei che aveva il volto
    ardente e pallido come la luna,
    e del suo corpo sconvolto dal tremito
    della follia, oh come mi ricordo
    oggi di lei, piegata sotto il peso
    del seno colmo e dei fianchi rotondi
    e dei suoi folti riccioli arruffati:
    come se fosse oggi mi ricordo.




    STEPHEN SPENDER


    Da quell'aria di neve, dalla piazza
    barocca che un disegno di ghiaccioli
    ammantava di bianco,
    lei venne, ed io le vidi
    il viso gelido nella pelliccia
    e le mie labbra rubarono il fuoco
    del camino nel canto della stanza
    dove in poltrona stavo ad aspettarla.
    Con quel fuoco baciai la sua pelle,
    vidi arrossarsi le sue guance pallide
    e a quel mio tenero slancio i suoi occhi
    sorridenti brillavano
    come il ghiaccio là fuori
    che ancora in loro mandava bagliori.

    Quel giorno, fino ad oggi,
    io l'avevo scordato.
    E perché mi ricordo ora soltanto
    che, quando entrò, non vide
    la passione di quel dicembre bianco?




    JUAN RAMON JIMENEZ


    Che sgomento il ricordo
    degli istanti sepolti
    in cui fummo felici!

    La memoria
    - come in un grande vento
    di crudeltà e rovina -
    trascina i suoi orpelli, lo scenario...

    E sono
    maremme disseccate, sali rossi,
    alte lagune che credemmo mari!





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    00 20/12/2010 18:51


    GUILLAUME APOLLINAIRE


    Se due cuori si sono intensamente amati
    Resiste il loro amore al di là della morte.
    Cogliamoli i ricordi che abbiamo seminati
    La lontananza è nulla quando l'amore è forte.




    EMILY DICKINSON


    Cuore, tu ed io, stanotte,
    Lo dimenticheremo!
    Ti scorderai il calore che ti dette,
    Io scorderò la luce!

    E avvertimi, ti prego,
    Quando sarà finito
    Così potrò di nuovo cominciare!
    Fa presto! Perché fino a quando indugi
    Io lo ricordo ancora!




    ANNA ANDREEVNA ACHMATOVA


    Strinsi le mani sotto la veletta
    oscura: "Oggi perché questo pallore?".
    - Perché fino a stordirlo l'ho invasato
    d'aspro dolore.

    Come scordarlo? Lui uscì vacillando
    e torceva la bocca per la pena.
    Lo inseguii giù per le scale volando
    fino al portone.

    Ansimando gridai: "E' stato solo
    uno scherzo quello che è stato. Sento
    che morirò se vai". Disse in un ghigno:
    "Non stare al vento".





    GYULA JUHASZ


    Così lontana lontana lontana
    dove sta la gioia,
    dove neanche più gli uccelli volano,
    dove stremato arriva il desiderio,
    lontana lontana
    così lontana aspetta.

    Un tempo, a primavera, o nella notte,
    o nel mio mito, era amore
    il suo nome; ieri (o cara)
    era angoscia e dolore; oggi è ricordo,
    e domani sarà
    croce sulla mia tomba.




    ANTONIO MACHADO


    L'immagine di te su quell'altura
    come m'appare!... E chiama il verde prato
    la mia parola, e l'arida pianura,
    la rupe grigia e il roseto sbocciato.

    E al docile ricordo nera sale
    la quercia sopra un picco, al fiume scende
    il pioppo, al colle un pastore risale
    ed un balcone di città risplende:

    è il mio, il nostro. Non vedi? Lontana
    la sierra di Moncayo bianca e rosa
    verso Aragona... e della nube il fuoco

    e nell'azzurro la stella, sua sposa.
    E quel monte, oltre il Duero, di Santana
    che nella sera silente si sfoca.




    LORINC SZABO'


    Sei sempre dappertutto, dove un tempo
    io sapevo che c'eri, e ti vedevo, e t'amavo:
    e sempre mi saluti con la strada e col bosco,
    e la città e il villaggio, giorno e notte ti chiamano,
    e la montagna autunnale e la neve
    d'inverno, e le riviere e i sibili dei treni
    e ovunque il mio lontano desiderio trepidi
    da queste venticinque primavere
    e dall'estate che è ancora infiammata
    dalla follia che resiste.
    Tu ci sei: dappertutto: una pioggia
    di fiori spegne la mia vita, o mia
    gioventù, mia freschezza, gioia mia:
    e tutto e dappertutto mi aggredisce con te,
    ma si leva dolente il mio lamento sempre:
    che cosa sono questi dappertutto:
    dappertutto non c'è.




    JUAN RAMON JIMENEZ


    Non ti ho tenuta più in me
    di quanto tiene il fiume
    l'albero della riva.
    Io, passando, restavo
    sempre nell'anima tua,
    tu nell'anima mia sempre restavi,
    non venivi mai via...
    Bastava un povero vento, un cielo torvo
    e tu sparivi dalla vita mia.




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    00 29/12/2010 17:14


    CATULLO


    Nessuna donna può dire d'essere stata amata
    quanto tu, Lesbia mia, fosti amata da me.
    E non fu mai più grande in un patto d'amore
    la fedeltà che ho avuto nell'amore per te.




    JOHANN WOLFGANG GOETHE


    O mie amate canzoni perdetevi
    Nel mare del passato.
    Non una ragazza o una fanciulla in fiore
    Vi canti quando viene primavera.

    Voi parlavate solo del mio amore,
    Ora lei irride la mia fedeltà.
    Voi che sull'acqua siete state scritte
    Ora con l'acqua perdetevi.




    BORIS PASTERNAK


    La bufera su tutta la terra,
    dentro tutti i villaggi infuriava.
    Una candela sopra la tavola,
    una candela si consumava.

    Come d'estate va verso la fiamma
    dei moscerini lo sciame lieve,
    così scendevano verso il riquadro
    della finestra i fiocchi di neve.

    E contro i vetri la furia del vento
    come dischetti e frecce li attaccava,
    e una candela sopra la tavola
    una candela si consumava.

    Sopra il bianco soffitto illuminato
    le nostre ombre si proiettavano,
    e si incrociavano le nostre mani
    e le gambe, e i destini si incrociavano.

    E due scarpette all'improvviso caddero
    con suono sordo sull'impiantito,
    e dal lume la cera gocciolava
    le sue lacrime sopra il vestito.

    E quella neve con la sua candida
    e fitta nebbia tutto ovattava,
    e una candela sopra la tavola,
    una candela si consumava.

    Venne da un canto sulla candela
    un soffio, e il fuoco della tentazione
    le sue ali levò come un angelo
    a dare della croce una visione.

    Tutto febbraio infuriò la bufera,
    e non cessava più non cessava,
    una candela sopra la tavola,
    una candela si consumava.




    THOMAS HARDY


    Tu non venisti
    e il tempo che fuggiva
    su di me, già avvilito, si posava.
    E non solo perché
    la tua cara presenza mi mancava,
    ma perché vidi allora
    che nel tuo sentimento non c'era
    quella pietà profonda che sa vincere
    la riluttanza con la tenerezza.
    Il mio dolore fu quando nell'ultimo
    consuntivo di quella mia speranza
    tu non venisti.

    Tu non mi ami
    e soltanto l'amore
    ti potrebbe donare la lealtà;
    lo sapevo e lo so, ma a quel tesoro
    di atti umani divini non nel nome,
    non si poteva aggiungere anche questo
    - bastava solo un'ora o poco più -:
    che tu, una donna, fossi là venuta
    a dare un po' di dolcezza ad un uomo
    già lacerato dal tempo, sebbene
    tu non mi ami?




    NICANOR PARRA


    Anni fa passeggiando in una strada
    dove già le mimose erano in fiore
    un amico informato mi disse
    che tu da poco tempo eri sposata.
    Risposi che davvero non poteva
    quella notizia affatto riguardarmi.
    Però anche se proprio non t'ho amata
    - e questo tu lo sai meglio di me -
    ogni volta - e non potresti crederlo -
    che io vedo fiorire le mimose
    provo la stessa cosa che provai
    quando mi fu sparata a bruciapelo
    la notizia davvero desolante
    che tu ti eri sposata con un altro.




    KOSTANTINOS KAVAFIS


    Torna sovente e prendimi,
    palpito amato, a me ritorna e prendimi,
    se la memoria dei sensi si desta
    e infiamma il sangue di desiderio antico,
    e quando le labbra e la carne
    ricordano, e le mani
    è come se ancora toccassero.

    Torna sovente e prendimi, la notte
    quando le labbra e la carne ricordano...




    JUAN RAMON JIMENEZ


    1.

    Non andar via, ricordo, non andartene!
    Volto, non disfarti come
    nella morte, così!
    Guardatemi ancora, occhi grandi e fissi
    come mi avete guardato un momento!
    Sorridetemi, labbra,
    come mi avete sorriso un momento!

    2.

    Ah, fronte mia, restringiti;
    non lasciare che la sua forma fuori
    del suo continente dilaghi!
    Comprimi il suo sorriso ed il suo sguardo
    perché mia vita profonda diventino!

    3.

    - Sebbene di me stesso mi dimentichi;
    e che il mio volto prenda,
    soffrendolo, la forma del suo volto;
    sebbene io sia lei
    sebbene in lei si perda la mia immagine! -

    4.

    Oh, ricordo, sii me!
    Tu - lei - sii tutto soltanto ricordo, per sempre;
    ricordo per guardarmi e per sorridermi
    nel nulla, o ricordo
    - vita della mia vita - diventato
    eterno, ma annullandomi, annullandomi!




    DAVID HERBERT LAWRENDE


    Se lei potesse venire qui da me
    ora che la violenza della falce
    ha disegnato sentieri nel sole
    e le rondini già fendono l'aria
    al tramonto! Se venisse da me!

    Se lei potesse venire ora da me
    prima che le campanule sfioriscano falciate,
    mentre le vecce si infiammano, prima
    che cercando freschezza i pipistrelli
    cadano nella notte; oh se venisse!


    Staccati i cavalli, il crepitio della macchina
    tace. Se lei venisse raccoglieremmo il fieno
    sulla collina e tranquilli giacere
    davvero potremmo fin quando il cielo verde
    non avesse più brividi nel lucore fremente.

    Vorrei lasciarmi andare sopra il fieno
    con la mia testa sulle sue ginocchia,
    disteso, abbandonato, mentre lei
    quietamente respira su di me
    e silenziose crescono le stelle.

    Vorrei giacere, immobile
    come se fossi morto, ma sentendo
    che la sua mano furtiva accarezza
    la mia testa, il mio viso,
    fino a quando si sciolga il mio dolore.




    RUBEN DARIO


    Ricordi che volevi sembrare Margherita
    Gautier? Da me il tuo viso mai s'allontanerà
    di quando andammo a cena al primo appuntamento
    in una notte allegra che mai più tornerà.

    Le tue labbra scarlatte di maledetta porpora
    sorbivano champagne da un fine baccarat;
    le tue dita sfogliavano la bianca margherita:
    "Sì... no... sì... no", e sapevi che io t'amavo già!

    Poi piangevi e ridevi, o fiore d'Isteria!
    la mia bocca fu piena di lacrime e di baci;
    mie le tue risa, i lagni, la fragranza fu mia.

    Ma la morte gelosa di chi tanto si amò,
    in una sera triste di quei giorni felici,
    come una margherita d'amore ti sfogliò.






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    00 30/12/2010 20:27


    GUILLAUME APOLLINAIRE


    Dei tuoi occhi nel lago profondo
    Il mio povero cuore s'annega,
    E lo sciolgono
    In quell'acqua d'amore e di follia
    Il tuo ricordo e la malinconia.




    ARTHUR RIMBAUD


    1.

    Sull'onda calma e cupa dove dormono i cieli
    Ofelia immacolata placidamente va,
    Va come un grande giglio, sopita in lunghi veli.
    Nei boschi si diffonde dei corni l'ansietà.

    Più di mill'anni Ofelia dentro la sua tristezza
    Passa, fantasma bianco, sull'acqua eterna e nera,
    Più di mill'anni sono che la sua dolce ebrezza
    Mormora la sua storia al soffio della sera.

    Le bacia i seni il vento e in corolle dispiega,
    Cullati dalle acque, languidamente i veli.
    Un salice piangente sopra di lei si piega.
    Sull'ampia fronte assorta si chinano gli steli.

    E le ninfee s'adunano, gualcite, a sospirare.
    Da un ontano che a volte distoglie dal riposo
    Fugge un brivido d'ali da un nido al suo passare.
    Dagli astri d'oro scende un canto misterioso.


    2.

    Pallida Ofelia, bella come neve, violento
    Un fiume t'ha strappata alla tua verde età!
    E' che dalle montagne della Norvegia un vento
    Cadendo t'ha parlato dell'aspra libertà!

    E' che nel soffio ignoto che t'ha sconvolto il manto
    Dei capelli, il tuo spirito stranieri accenti udì;
    E il tuo cuore la voce della Natura al canto
    Delle notti e nel pianto degli alberi scoprì.

    E' che al rombo del mare, un rantolo possente,
    Il seno troppo umano e acerbo si turbò;
    E un mattino d'aprile un povero demente,
    Bel cavaliere pallido, a te si inginocchiò!

    Povera folle, al sogno - la libertà, l'amore,
    E il cielo! - ti sciogliesti come la neve tu.
    A quel miraggio spense la voce lo stupore.
    - Sgomentò l'infinito la tua pupilla blù.


    3.

    Ed il Poeta canta che, a notte, sotto cieli
    Di stelle, cerchi i fiori che avevi colti già,
    E che sull'acqua ha visto, sopita in lunghi veli,
    Ofelia immacolata che come un giglio va.




    JUAN RAMON JIMENEZ


    E' ancora qui, com'era
    allora, viva, la stessa
    limpida e d'oro,
    come se lei fosse Lei,
    anzi ancora più Lei
    perchè somiglia al suo ricordo immenso!

    Primavera, perché
    l'aiuti nella fuga?
    Perché lasci che fugga
    un'altra volta da me,
    fra le tue valli in fiore,
    più bella ancora nella mia memoria?




    JOHANN WOLFGANG GOETHE


    Compiango voi, infelici stelle, voi
    che siete belle e di luce splendenti
    ed il nocchiero sgomento guidate
    sernza compenso dagli dei o dagli uomini,
    perché voi non amate, né mai
    conosceste l'amore! Senza requie
    le ore eterne portano le vostre
    schiere attraverso l'infinito cielo.
    Che viaggio avete compiuto da quando
    fra le sue braccia restavo e di voi
    e della mezzanotte mi scordavo!




    VICENTE ALEIXANDRE


    In questa sera piove e la tua immagine
    limpida piove. E nel ricordo s'apre
    il giorno. E tu entri. Ma non sento.
    La memoria mi dà solo l'immagine,
    Solo il tuo bacio
    solo la pioggia cade nel ricordo.
    E piove la tua voce, e piove il bacio
    triste, il bacio profondo,
    bacio che nella pioggia si è bagnato.
    Umido è il labbro.
    Umido di ricordo piange il bacio
    dai grigi cieli teneri.
    Piove il tuo amore bagnando
    la mia memoria, e cade e cade. Il bacio
    profondo cade. E anche grigia cade
    la pioggia.




    CATULLO


    O infelice Catullo, rinuncia alla follia.
    Rassegnati e convinciti che ciò che è stato è stato.
    Vi fu un tempo che il sole per te rifulse limpido
    quando eri prono al capriccio della fanciulla che amavi
    come nessuna donna sarà amata così.
    E lei come cedeva felice alle pazzie
    a quei giochi d'amore che tu sempre inventavi.
    Oh davvero quei giorni raggiavano per te.
    Ora lei non ti vuole; e tu sii forte, rinunzia.
    Non inseguirla se fugge, non tormentarti più,
    ma torna alla ragione e ostinato resisti.
    Addio fanciulla, ormai Catullo più non cede,
    non ti cercherà più, né implorerà un tuo sguardo,
    ma tu ne soffrirai di non essere amata.
    Povera te, che vita è quella che ti resta?
    Chi avrai ancora intorno? Chi più ti vedrà bella?
    E chi amerai? A chi si dirà che appartieni?
    A chi darai i tuoi baci e morderai le labbra?
    Ma tu Catullo, inflessibile, non cedere, resisti.




    EMILY DICKINSON


    Per un istante d'estasi
    Che prezzo d'angoscia paghiamo
    Nella stessa misura fremente
    Di quell'istante d'estasi.

    Per un'ora che fu la più cara
    Quali aspri compensi per anni,
    Che amari spiccioli contesi
    E che scrigni colmi di lacrime.




    CIRIL ZLOBEC


    Con fede nell'amore, come in Dio
    crede un cristiano, io sempre e intensamente
    ti penso, e a te le angustie della mente
    e del cuore confido, e con il mio

    desiderio, prostrato, t'imploro
    e marchio sul tuo corpo con i baci
    quello che mi appartiene, e sono braci
    in cui tu ardi, e non mi stanco in loro,

    né mai si affievolisce quell'ebrezza
    del ricordo che sopra i luoghi santi
    va del tuo corpo che mi dà tormento

    con quelle alture della sua bellezza
    e gli abissi, i supremi dei suoi incanti.
    E ancora il cuore cede al turbamento.




    ANNA ACHMATOVA


    Che importa se la voce
    si è fatta fioca. L'anima
    ha più vigore: son casti i pensieri.
    In questo cielo solcato dal vento
    io, senza amore, rifiorisco libera.

    S'è diradata l'ombra dell'insonnia,
    più non languisco sulla grigia cenere,
    e non è più una ferita mortale
    dell'orologio della torre il battito.

    Il passato non preme la sua mano
    sul mio cuore. Rinasco nel perdono
    assorta a un raggio che già primavera
    sopra l'edera madida accende.




    EMILY DICKINSON


    Sono arrivata al punto di sentire
    Il suo nome - o tremenda vittoria! -
    Senza che il cuore s'arresti
    E un rombo salga agli orecchi.

    Sono arrivata al punto di passare
    Sul pavimento, in quell'angolo
    Dove noi ci voltammo le spalle
    Coi nostri nervi a pezzi.

    Sono arrivata al punto di frugare
    Dentro la scatola delle sue lettere
    Senza che il fiato mi tolgano
    Trafiggendomi come chiodi.




    JEROSLAV SEIFERT


    Cos'è rimasto dei momenti belli?
    Il brillare degli occhi,
    di profumo una goccia,
    un sospiro sul bàvero,
    il respiro sul vetro,
    di lacrime una briciola
    e un'unghia di tristezza.

    E poi, credetemi, quasi più nulla.
    Fumo di sigarette
    e sorrisi fuggevoli,
    e un pugno di parole
    che volano in un angolo
    come rifiuti lievi
    che il vento porta via.

    E ancora non vorrei dimenticare
    quei tre fiocchi di neve.

    Solo questo, ed è tutto.




    ALEKSANDR BLOK


    Solo per pochi istanti ci si incontra
    Noi fra le case in questi gialli giorni.
    Tu con gli occhi di fiamma mi frastorni
    E in un vicolo cieco ti nascondi.

    E tu mi invadi non inutilmente
    Col muto fuoco degli occhi, e t'agogno
    Di nascosto, ma non inutilmente
    E cedo a te, silenziosa menzogna!

    Forse l'inverno ci potrà gettare
    Con le sue notti in un ballo infernale
    Ed alla fine mi potrà annientare
    Il tuo sguardo tagliente, tuo pugnale.




    LORINC SZABO'


    Sono così felice, ardentemente,
    d'amarti anche così, col mio dolore,
    e vivo solo per tenerti in me
    e non debbo evocarti per sentire
    che sei qui: tu con gli occhi sognanti
    e angosciati a osservare
    questo destino che mi conduce
    e mentre vecchi paesi s'accendono
    e gli anni, penso che anche tu t'accendi,
    tu che la trovi al fondo del tuo cuore
    la mia tenerezza dolente.

    Ora è il dolore la felicità,
    ed è questo ad unirci; e più ancora
    (e mai tanto così completamente!)
    quando un sorriso un po' ironico passa
    sulla dolcezza del tuo viso, e a me,
    forse per pungermi, dici
    (ma piena di fiducia e comprensiva):
    "Mi ameresti così
    se fossi ancora viva?"




    PEDRO SALINAS


    Se tu mi chiamassi,
    oh se tu mi chiamassi!
    Io tutto lascerei,
    tutto butterei via:
    i cataloghi, i premi,
    l'azzurro dell'oceano sulle carte,
    tutti i giorni e le notti,
    i vecchi telegrmmi
    e un amore.
    Tu, che non sei l'amore,
    se mi chiamassi!
    E ancora ancora attendo la tua voce:
    dai telescopi,
    o da una stella,
    attraverso gli specchi, dai tunnel,
    dagli anni bisestili
    potrà venire. Ma non so da dove.
    Perché se tu mi chiami
    - se mi chiamassi, sì, se mi chiamassi! -
    sarà per un miracolo
    che non conosco e non potrò vedere.
    E mai da queste labbra che ti bacio,
    mai
    dalla voce che dice: "Non andartene".




    JOHANN WOLFGANG GOETHE


    Spesso ci hai visti in sogno
    andare insieme all'altare,
    tu come sposa ed io come tuo sposo.
    E spesso, appena desto, alla tua bocca
    rubai, in quell'ora che nessuno vigila,
    quanti più baci ti potei rubare.
    Ma la felicità che ci prendeva
    e quella voluttà di tante ore,
    con il piacere fuggì come il tempo.
    Cosa mi resta di tanto godere?
    Quei baci ardenti come i sogni fuggono
    e fugge, come un bacio, tanta gioia.




    COUNTEE CULLEN


    Vieni, piantiamo noi il nostro amore come
    un seme i contadini, e tu lo annaffierai
    con le lacrime ed io gli strapperò le erbacce
    con le mani fin quando non mi sanguineranno.
    E questo nostro amore seppellito potrà
    cadere sopra un fertile terreno e generare,
    con i fiori e coi frutti, un albero: e gli amanti
    pallidi qui venuti per caso li potranno
    raccogliere e mangiare, e nelle loro vene
    uno struggente ardore dolce si spanderà
    ed una sconosciuta melodia batterà
    ai loro polsi e allora quelle timide labbra
    si uniranno ed ancora tante volte vivranno
    quella felicità. E gli altri che verranno
    da lontano a vedere, pellegrini, quest'albero
    per il quale noi fummo crocifissi, giammai
    - poiché sono felici - sapranno che si è alzato,
    l'albero dell'amore, sopra un cuore spezzato.










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