00 18/06/2011 09:24

Sabato 18 Giugno 2011
11a settimana del tempo Ordinario

Parola del giorno

Seconda lettera ai Corìnzi 12,1-10; Salmo 33,8-13; Vangelo di Matteo 6,24-34

Antifona e Salmo 33,8-13
Gustate e vedete com’è buono il Signore.


8 L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
9 Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

10 Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
11 I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.

12 Venite, figli, ascoltatemi:
vi insegnerò il timore del Signore.
13 Chi è l’uomo che desidera la vita
e ama i giorni in cui vedere il bene?



Vangelo di Matteo 6,24-34

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 24 «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
25 Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
26 Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? 27 E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
28 E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. 29 Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30 Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
31 Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?” 32 Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
33 Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34 Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».



Mamonàs

Il greco mamonàs riproduce lo stato enfatico mamòna del sostantivo aramaico di uso comune mamòn. L’etimologia della parola è incerta. La derivazione più probabile è la radice semitica ’mn, “ciò in cui si ripone la propria fiducia”; altri traducono: “ciò che è depositato”, “ciò che è posto al sicuro”. Questo vocabolo non è attestato nell’Antico Testamento, tuttavia faceva parte del linguaggio giudaico, poiché si trova in testi come il Talmud o nel linguaggio giuridico della Mishna. Mamòn è qui definito il “patrimonio”, non solo nel senso di denaro ma anche di tutto ciò che è possedimento e che può essere tradotto in denaro. È il possesso di oggetti, e spesso, nel mondo ebraico, si contrappone alla nefèsh, la vita. Mamòn era usato anche per indicare il denaro che si usava per corrompere il giudice nei processi, oppure il denaro dei ricatti. Quindi mamòn, presso i giudei, aveva un senso di biasimo, di critica, di disonorevole, abbietto. Mamòn era sempre in contrapposizione agli anawìm, cioè coloro che mettevano tutte le loro forze in Dio. Gli uomini di mamòn erano coloro che affidavano tutto di sé ai beni della terra, erano cioè i ricchi e i potenti, che ottenevano questa condizione di vita praticando l’ingiustizia e il sopruso come predatori violenti.
Nel vangelo questo termine ricorre solo in bocca a Gesù che lo contrappone direttamente a Dio, definendo così, senza possibilità di fuorvianti interpretazioni, i due possibili padroni-signori assoluti della vita dell’uomo. Dio, il non-possesso, che diventa dono e gratuità e mammona, il possesso che diventa attaccamento e trattenere.
Indipendentemente da quale padrone-signore hai deciso di servire, una cosa è certa: questi due padroni non possono essere scelti ed essere serviti dallo stesso cuore, nello stesso momento. Sono entità opposte e generatrici di opposte energie, e uno esclude sempre l’altro. Perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. È possibile l’abbandono-sicurezza in Dio o la sicurezza in mammona, che a sua volta diventa dio.
Quando servi qualcuno, appartieni al suo regno, aderisci alle sue regole, al suo regolamento, alle sue procedure, ai suoi obiettivi, ai suoi principi. In questo contesto, la realtà più devastante che possa esistere oggi sulla terra è che la stragrande maggioranza degli uomini, ridotti in miseria e mancanza di ogni bene indispensabile, si trovi a servire mammona e a odiare Dio senza nemmeno saperlo; questo è ad assoluto vantaggio dei poteri forti e dei predatori, del gruppo dei vantaggi. Quando i poveri saranno ispirati a riconoscere questo inganno a cui sono incatenati e si libereranno dal possesso e dalla paura di quel poco che potrebbe loro mancare, in pochi minuti i potenti della terra vedranno crollare il loro castello di ricchezze e potere.
Agli uomini non servono guerre e proteste di piazza per ristabilire l’armonia e la giustizia, serve una nuova consapevolezza secondo l’ispirazione evangelica.



- People in Praise - padre Paolo Spoladore


_________Aurora Ageno___________