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Pioggia di Vita, per chi crede e per chi non crede

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2013 11:23
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4 dicembre - SAN GIOVANNI DAMASCENO, SACERDOTE E DOTTORE DELLA CHIESA


Il 4 dicembre ricorre la memoria di san Giovanni Damasceno, sacerdote e dottore
della Chiesa.


Nacque a Damasco nella seconda metà del secolo VII, da una famiglia di
cristiani. Dopo aver ricevuto un'ottima istruzione filosofica, divenne monaco nel
monastero di San Saba a Gerusalemme e fu ordinato sacerdote.
Scrisse molte opere di dottrina teologica, in particolare contro gli iconoclasti.
Morì verso la metà del secolo VIII.


Dalla << Dichiarazione di fede >> di san Giovanni Damasceno, dottore della Chiesa


Tu, Signore, mi hai tratto dai fianchi di mio padre; tu mi hai formato nel grembo
di mia madre; tu mi hai portato alla luce, nudo bambino, perché le leggi della
nostra natura obbediscono costantemente ai tuoi precetti. Tu hai preparato con
la benedizione dello Spirito Santo la mia creazione e la mia esistenza, non
secondo volontà d'uomo o desiderio della carne, ma secondo la tua ineffabile
grazia. Hai preparato la mia nascita con una preparazione che trascende le
leggi della nostra natura, mi hai tratto alla luce adottandomi come figlio, mi hai
iscritto fra i discepoli della tua Chiesa santa e immacolata.
Tu mi hai nutrito di latte spirituale, del latte delle tue divine parole. Mi hai
sostentato con il solido cibo del Corpo di Gesù Cristo nostro Dio, Unigenito tuo
santissimo, e mi hai inebriato con il calice divino del suo Sangue vivificante, che
egli ha effuso per la salvezza di tutto il mondo.
Tutto questo, Signore, perché ci hai amati e hai scelto come vittima, in vece
nostra, il tuo diletto Figlio unigenito per la nostra redenzione, ed egli accettò
spontaneamente; senza resistere, anzi come uno che era destinato al sacrificio,
quale agnello innocente si avviò alla morte da se stesso, perché, essendo Dio,
si fece uomo e si sottomise, di propria volontà, facendosi << obbediente fino
alla morte e alla morte di croce >> (Fil 2, 8).
E così, o Cristo mio Dio, tu hai umiliato te stesso per prendere sulle tue spalle
me, pecorella smarrita, e farmi pascolare in pascolo verdeggiante e nutrirmi
con le acque della retta dottrina per mezzo dei tuoi pastori, i quali, nutriti da te,
han poi potuto pascere il tuo gregge eletto e nobile.
Ora, o Signore, tu mi hai chiamato per mezzo del tuo sacerdote a servire i tuoi
discepoli. Non so con quale disegno tu abbia fatto questo; tu solo lo sai.
Tuttavia, Signore, alleggerisci il pesante fardello dei miei peccati, con i quali
ho gravemente mancato; monda la mia mente e il mio cuore; guidami per la retta
via come una lampada luminosa; dammi una parola franca quando apro la bocca;
donami una lingua chiara e spedita per mezzo della lingua di fuoco del tuo Spirito
e la tua presenza sempre mi assista.
Pascimi, o Signore, e pasci tu con me gli altri, perché il mio cuore non mi pieghi
né a destra né a sinistra, ma il tuo Spirito buono mi indirizzi sulla retta via perché
le mie azioni siano secondo la tua volontà e lo siano veramente fino all'ultimo.
Tu poi, o nobile vertice di perfetta purità, o nobilissima assemblea della Chiesa,
che attendi aiuto da Dio, accogli da noi la dottrina della fede immune da errore;
con essa si rafforzi la Chiesa, come ci fu trasmesso dai Padri.



Responsorio:

Un insegnamento fedele era sulla sua bocca, non c'era falsità sulle sue labbra;
con pace e rettitudine ha camminato davanti al Signore.
La mano del Signore lo sosteneva, il suo braccio gli dava vigore;
con pace e rettitudine ha camminato davanti al Signore.


Orazione:

Signore, che in san Giovanni Damasceno hai dato alla tua Chiesa un insigne
maestro della sapienza dei padri, fa' che la vera fede, che egli insegnò con
gli scritti e con la vita, sia sempre nostra forza e nostra luce. Per il nostro Signore
Gesù Cristo, che è Dio, e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo per
tutti i secoli dei secoli. Amen.



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Dai << Discorsi >> di san Bernardo, abate



Le tre Venute di Gesù Cristo



Conosciamo una triplice venuta del Signore. Una venuta occulta si colloca infatti
tra le altre due che sono manifeste. Nella prima il Verbo fu visto sulla terra e si
intrattenne con gli uomini, quando, come egli stesso afferma, lo videro e lo
odiarono. Nell'ultima venuta << ogni uomo vedrà la salvezza di Dio >> (Lc 3, 6)
e vedranno colui che trafissero (cfr. Gv 19, 37). Occulta è invece la venuta
intermedia, in cui solo gli eletti lo vedono entro se stessi, e le loro anime ne sono
salvate.
Nella prima venuta dunque egli venne nella debolezza della carne, in questa
intermedia viene nella potenza dello Spirito, nell'ultima verrà nella maestà della
gloria.
Quindi questa venuta intermedia è, per così dire, una via che unisce la prima
all'ultima: nella prima Cristo fu nostra redenzione, nell'ultima si manifesterà come
nostra vita, in questa è nostro riposo e nostra consolazione.
Ma perché ad alcuno non sembrino per caso cose inventate quelle che stiamo
dicendo di questa venuta intermedia, ascoltate lui: Se uno mi ama, - dice -
conserverà la mia parola: e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui (cfr. Gv 14, 23).
Ma che cosa significa: Se uno mi ama, conserverà la mia parola? Ho letto infatti
altrove: Chi teme Dio, opererà il bene (cfr. Sir 15, 1), ma di chi ama è detto
qualcosa di più: che conserverà la parola di Dio. Dove si deve conservare?
Senza dubbio nel cuore, come dice il Profeta: << Conservo nel cuore le tue
parole per non offenderti con il peccato >> (Sal 118, 11).
Poiché sono beati coloro che custodiscono la parola di Dio, tu custodiscila in
modo che scenda nel profondo della tua anima e si trasfonda nei tuoi affetti e nei
tuoi costumi. Nutriti di questo bene e ne trarrà delizia e forza la tua anima. Non
dimenticare di cibarti del tuo pane, perché il tuo cuore non diventi arido e la tua
anima sia ben nutrita del cibo sostanzioso.
Se conserverai così la parola di Dio, non c'è dubbio che tu pure sarai conservato
da essa. Verrà a te il Figlio con il Padre, verrà il grande Profeta che rinnoverà
Gerusalemme e farà nuove tutte le cose. Questa sua venuta intermedia farà in
modo che << come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così
porteremo l'immagine dell'uomo celeste >> (1 Cor 15, 49). Come il vecchio
Adamo si diffuse per tutto l'uomo occupandolo interamente, così ora lo occupi
interamente Cristo, che tutto l'ha creato, tutto l'ha redento e tutto lo glorificherà.



Responsorio: (Cfr. Sal 28, 11; Is 40, 10)

Ecco, il Signore viene, vestito di splendore e di forza; visita il suo popolo con la
pace, e dona una vita senza fine.
Ecco, il nostro Dio viene con potenza,
e dona una vita senza fine.



Orazione:

O Dio grande e misericordioso, prepara con la tua potenza il nostro cuore a
incontrare il Cristo che viene, perché ci trovi degni di partecipare al banchetto
della vita e ci serva egli stesso nel suo avvento glorioso. Per il nostro Signore
Gesù Cristo tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te nell'unità dello Spirito
Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.




_________Aurora Ageno___________
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06/12/2007 06:53

6 dicembre - SAN NICOLA, VESCOVO

Il 6 dicembre ricorre le mamoria di san Nicola, vescovo.

Vescovo di Mira nella Licia (oggi Turchia), morì verso la metà del IV secolo. E' onorato in tutta la Chiesa, soprattutto a partire dal X secolo.


Prima lettura:

Dal libro del profeta Isaia (16, 1-5; 17, 4-8)


Mandate agnelli al signore del paese,
dalla rupe verso il deserto
al monte della figlia di Sion.
Come un uccello fuggitivo,
come una nidiata dispersa
saranno le figlie di Moab
ai guadi dell'Arnon.
Dacci un consiglio,
prendi una decisione!
Rendi come la notte la tua ombra
in pieno mezzogiorno;
nascondi i dispersi,
non tradire i fuggiaschi.
Siano tuoi ospiti
i dispersi di Moab;
sii loro rifugio
di fronte al devastatore.
Quando sarà estinto il tiranno
e finita la devastazione,
scomparso il distruttore della regione,
allora sarà stabilito un trono sulla mansuetudine,
vi siederà con tutta fedeltà, nella tenda di Davide,
un giudice sollecito del diritto
e pronto alla giustizia.
In quel giorno
verrà ridotta la gloria di Giacobbe,
e sarà smunta la floridezza delle sue membra.
Avverrà come quando il mietitore prende
una manciata di steli,
e con l'altro braccio falcia le spighe,
come quando si raccolgono le spighe
nella valle di Rèfaim.
Vi resteranno solo racimoli,
come alla bacchiatura degli ulivi:
due o tre bacche sulla cima dell'albero,
quattro o cinque sui rami da frutto.
Oracolo del Signore, Dio d'Israele.
In quel giorno si volgerà l'uomo al suo creatore
e i suoi occhi guarderanno al Santo d'Israele.
Non si volgerà agli altari, lavoro delle sue mani;
non guarderà ciò che fecero le sue dita,
i pali sacri e gli altari per l'incenso.



Responsorio: (Ger 33, 15. 16; Is 16, 5)

Farò nascere da Davide un germoglio di giustizia: riporterà sulla terra il giudizio e il diritto.
Lo chiameranno: Signore-nostra-giustizia.
Fonderà il suo regno sull'amore e la fedeltà, giusto giudice, difensore dei poveri.
Lo chiameranno: Signore-nostra-giustizia.



Seconda lettura:

Dal << Commento sul Diatèssaron >> di sant'Efrem, diacono


Nessuno conosce quell'ora, neanche gli angeli, neppure il Figlio (cfr. Mt 24, 36). Disse questo
per impedire che i discepoli lo interrogassero ancora sul tempo della sua venuta. << Non spetta
a voi >>, disse, << conoscere i tempi e i momenti >> (At 1, 7). Egli nascose la cosa perché
fossimo vigilanti e ognuno di noi ritenesse che il fatto può accadere ai nostri stessi giorni. Se
infatti fosse stato rivelato il tempo della sua venuta, il suo avvento sarebbe rimasto senza mordente,
né la sua manifestazione avrebbe costituito oggetto di attesa delle nazioni e dei secoli. Disse
perciò semplicemente che sarebbe venuto, ma non determinò il tempo, e così ecco che in tutte
le generazioni e nei secoli si mantiene viva la speranza del suo arrivo.
Benché infatti il Signore abbia indicato i segni della sua venuta, tuttavia non si comprende la
loro ultima scadenza, poiché attraverso molteplici mutazioni essi vennero, passarono e sono
tuttora in atto. La sua ultima venuta infatti è simile alla prima. Come lo attendevano i giusti e i
profeti, perché pensavano che si sarebbe rivelato ai loro giorni, così oggi i fedeli desiderano
accoglierlo, ognuno nel proprio tempo; appunto perché non indicò chiaramente il giorno della
sua visita; ciò soprattutto perché nessuno pensasse che fosse sottomesso a costrizione e a
tempi colui che ha il libero dominio dei ritmi e dei tempi. Ciò che lui stesso ha stabilito, come
poteva essergli nascosto, dal momento che egli stesso ha manifestato perfino i segni della sua
venuta?
Disse dunque: << Non lo so >>, anzitutto per impedire che lo interrogassero ancora, e poi perché
risultassero efficaci i segni indicati. Mise in risalto quei segni perché fin dall'inizio tutti i popoli
e tutti i tempi avessero motivo di pensare che la sua venuta si sarebbe potuta verificare ai loro
giorni.
Vegliate, perché quando il corpo s'addormenta, ha in noi il sopravvento la natura, e la nostra
azione non si svolge secondo la nostra volontà, ma si compie secondo un impulso inconscio.
E quando il torpore, cioè la viltà e la trepidazione, domina l'anima, prende dominio su di lei il
nemico e fa per suo mezzo ciò ch'essa non vuole. Sulla natura domina una forza bruta e
sull'anima domina il nemico.
Pertanto la vigilanza di cui parlò il Signore nostro è prescritta per ambedue: per il corpo, perché
non si abbandoni a pesante sonno; per l'anima, perché non cada nel torpore della pusillanimità,
secondo quel che dice la Scrittura: Siate vigilanti, o giusti (cfr. 1 Cor 15, 34) e: Mi sono alzato
e sono con te (cfr. Sal 138, 18), e ancora: Non lasciatevi stancare, e perciò non desistiamo dal
ministero che ci è stato affidato (cfr. 2 Cor 4, 1).



Responsorio: (Cfr. Is 55, 3-4; cfr. At 28, 28)


Ristabilirò per voi un'alleanza eterna, fedele al mio amore per Davide. L'ho costituito testimonio
tra i popoli, guida e maestro delle nazioni.
Anche ai pagani è mandato Cristo salvezza di Dio, ed essi l'accoglieranno,
guida e maestro delle nazioni.


Orazione:

Mostra la tua potenza, Signore, e con grande forza soccorri i tuoi fedeli; la tua grazia vinca le
resistenze del peccato e affretti il momento della salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, che
è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.





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07/12/2007 07:09

7 dicembre - SANT'AMBROGIO, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA


Il 7 dicembre ricorre la memoria di sant'Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa.

Nato a Trèviri verso l'anno 340 da una famiglia romana, studiò a Roma e iniziò la sua carriera
pubblica a Sirmio, nell'odierna Iugoslavia.
Nel 374 trovandosi a Milano fu improvvisamente eletto vescovo della città e ordinato il 7 dicembre
di quell'anno. Scrupolosissimo nell'adempimento del suo ufficio, esercitò una grande carità verso
tutti come vero pastore e dottore del suo popolo. Sostenne strenuamente i diritti della Chiesa e
difese con gli scritti e con l'azione la dottina della vera fede contro gli Ariani.
Morì il sabato santo 4 aprile del 397.


________________________________________




Dal << Proslògion >> di sant'Anselmo, vescovo


Orsù, misero mortale, fuggi via per breve tempo dalle tue occupazioni, lascia per un po' i tuoi
pensieri tumuntuosi. Allontana in questo momento i gravi affanni e metti da parte le tue faticose
attività. Attendi un poco a Dio e riposa in lui.
Entra nell'intimo della tua anima, escludi tutto tranne Dio e quello che ti aiuta a cercarlo, e,
richiusa la porta, cercalo. O mio cuore, di' ora con tutto te stesso, di' ora a Dio: Cerco il tuo
volto. << Il tuo volto, Signore, io cerco >> (Sal 26, 8).
Orsù dunque, Signore Dio mio, insegna al mio cuore come e dove cercarti, dove e come trovarti.
Signore, se tu non sei qui, dove cercherò te assente? Se poi sei dappertutto, perché mai non
ti vedo presente? Ma tu certo abiti in una luce inaccessibile. E dov'è la luce inaccessibile, o come
mi accosterò a essa? Chi mi condurrà, chi mi guiderà a essa sì che in essa io possa vederti?
Inoltre con quali segni, con quale volto ti cercherò? O Signore Dio mio, mai io ti vidi, non conosco
il tuo volto.
Che cosa farà, o altissimo Signore, questo esule, che è così distante da te, ma che a te
appartiene? Che cosa farà il tuo servo tormentato dall'amore per te e gettato lontano dal tuo volto?
Anela a vederti e il tuo volto gli è troppo discosto. Desidera avvicinarti e la tua abitazione è
inaccessibile. Brama trovarti e non conosce la tua dimora. Si impegna a cercarti e non conosce
il tuo volto.
Signore, tu sei il mio Dio, tu sei il mio Signore e io non ti ho mai visto. Tu mi hai creato e ricreato,
mi hai donato tutti i miei beni, e io ancora non ti conosco. Io sono stato creato per vederti e
ancora non ho fatto ciò per cui sono stato creato.
Ma tu, Signore, fino a quando ti dimenticherai di noi, fino a quando distoglierai da noi il tuo
sguardo? Quando ci guarderai e ci esaudirai? Quando illuminerai i nostri occhi e ci mostrerai
la tua faccia? Quando ti restituirai a noi?
Guarda, Signore, custodiscici, illuminaci, mostrati a noi. Ridonati a noi perché ne abbiamo bene:
senza di te stiamo tanto male. Abbi pietà delle nostre fatiche, dei nostri sforzi verso di te: non
valiamo nulla senza te.
Insegnami a cercarti e mostrati quando ti cerco: non posso cercarti se tu non mi insegni, né
trovarti se non ti mostri.Che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti, che io ti trovi
amandoti e ti ami trovandoti.



Responsorio: (Sal 79, 19. 20; 105, 4)

Da te, Signore, non ci allontaneremo; ci farai vivere, e invocheremo il tuo nome. Fa' splendere il
tuo volto, e saremo salvi.
Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo; visitaci con la tua salvezza.
Fa' splendere il tuo volto, e saremo salvi.


Orazione:

Mostra la tua potenza e vieni, Signore: nei pericoli che ci minacciano a causa dei nostri peccati
la tua protezione ci liberi, il tuo soccorso ci salvi. Tu sei Dio e vivi e regni con Dio Padre,
nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.




_________Aurora Ageno___________
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08/12/2007 07:11

8 dicembre - IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA B. V. MARIA


L'8 dicembre è la Solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.


Prima lettura:

Dalla lettera ai Romani di san Paolo, apostolo

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. Fino alla legge infatti c'era peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: infatti se per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini. E non è accaduto per il dono di grazia come per il peccato di uno solo: il giudizio partì da un solo atto per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita. Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.
La legge poi sopraggiunse a dare piena coscienza della caduta, ma laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia, perché come il peccato aveva regnato con la morte, così regni anche la grazia con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.



Responsorio:

Per colpa di un uomo il peccato entrò nel mondo, perché tutti hanno peccato. Non temere, Maria: tu hai trovato grazia davanti a Dio.
Il Signore ti ha liberata dalla morte, ti ha protetta contro il nemico.
Non temere, Maria: tu hai trovato grazia davanti a Dio.



Dai << Discorsi >> di sant'Anselmo, vescovo


Cielo, stelle, terra, fiumi, giorno, notte e tutte le creature che sono sottoposte al potere dell'uomo o disposte per la sua utilità, si rallegrano, o Signora, di essere stati per mezzo tuo in certo modo risuscitati allo splendore che avevano perduto, e di avere ricevuto una grazia nuova inesprimibile. Erano tutte come morte le cose, poiché avevano perduto la dignità originale, alla quale erano state destinate. Loro fine era servire al dominio o alle necessità delle creature cui spetta di elevare la lode a Dio. Erano schiacciate dall'oppressione e avevano perso vivezza per l'abuso di coloro che s'erano fatti servi degli idoli. Ma agli idoli non erano destinate. Ora invece, quasi risuscitate, si rallegrano di essere rette dal dominio e abbellite dall'uso degli uomini che lodano Dio.
Hanno esultato come di una nuova e inestimabile grazia sentendo che Dio stesso, lo stesso loro Creatore non solo invisibilmente le regge dall'alto, ma anche, presente visibilmente fra di loro, le santifica servendosi di esse. Questi beni così grandi sono venuti dal frutto benedetto del grembo benedetto di Maria benedetta.
Per la pienezza della tua grazia anche le creature che erano negl'inferi si rallegrano nella gioia di essere liberate, e quelle che sono sulla terra gioiscono di essere rinnovate. Invero per il medesimo glorioso figlio della tua gloriosa veriginità, esultano, liberati dalla loro prigionia, tutti i giusti che sono morti prima della sua morte vivificatrice, e gli angeli si rallegrano perché è rifatta nuova la loro città diroccata.
O donna piena e sovrabbondante di grazia, ogni creatura rinverdisce, inondata dal traboccare della tua pienezza. O vergine benedetta e più che benedetta, per la cui benedizione ogni creatura è benedetta dal suo Creatore, e il Creatore è benedetto da ogni creatura.
A Maria Dio diede il Figlio suo unico che aveva generato dal suo seno uguale a se stesso e che amava come se stesso, e da Maria plasmò il Figlio, non un altro, ma il medesimo, in modo che secondo la natura fosse l'unico e medesimo figlio di Dio e di Maria. Dio creò ogni creatura, e Maria generò Dio: Dio che aveva creato ogni cosa, si fece lui stesso creatura di Maria, e ha ricreato così tutto quello che aveva creato. E mentre aveva potuto creare tutte le cose dal nulla, dopo la loro rovina non volle restaurarle senza Maria. Dio dunque è il padre delle cose create, Maria la madre delle cose ricreate. Dio è padre della fondazione del mondo, Maria la madre della sua riparazione, poiché Dio ha generato colui per mezzo del quale tutto è stato fatto, e Maria ha partorito colui senza del quale niente è bene.
Davvero con te è il Signore che volle che tutte le creature, e lui stesso insieme, dovessero tanto a te.




Responsorio: (Sal 33, 4; 85, 13; Lc 1, 48)

Celebrate con me il Signore: grande è stata per me la sua misericordia.
Ecco, tutte le generazioni mi chiameranno beata:
grande è stata per me la sua misericordia.



Orazione:

O Dio, che nell'Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l'hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.





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11 dicembre - SAN DAMASO I, PAPA


L'11 dicembre si celebra la memoria di san Damaso I, papa.

Di origine spagnola, nacque verso l'anno 305. Accolto nel clero romano, fu poi ordinato vescovo della Chiesa di Roma nel 366, in tempi molto difficili.
Riunì diversi sinodi contro gli eretici e gli scismatici e promosse il culto dei martiri, i cui sepolcri adornò con iscrizioni in versi. Morì nel 384.


Dal << Trattato contro Fausto >> di sant'Agostino, vescovo


Onoriamo i martiri con un culto di amore e di comunione


Il popolo cristiano celebra la memoria dei martiri con religiosa solennità, sia per sollecitare a imitarli, sia per associarsi ai loro meriti e ricevere aiuto dalle loro preghiere: ma non a loro sono elevati altari, bensì, in loro memoria, a Dio stesso, che è Dio dei martiri. Quale celebrante, officiando all'altare nei luoghi di sepoltura dei loro santi corpi, ha detto mai: offriamo il sacrificio a te, Paolo, o Pietro, o Cipriano? L'offerta è fatta a Dio nei luoghi dove sono ricordati quelli che egli ha coronato: proprio da quei luoghi deve provenire la sollecitazione a uno slancio maggiore di carità sia verso coloro che possiamo imitare, sia verso colui del cui aiuto abbiamo bisogno per poterli imitare.
Dunque noi onoriamo i martiri con quel culto di amore e di comunione con cui anche in questa vita onoriamo i santi uomini di Dio, il cui cuore noi sentiamo pronto al martirio per la verità del Vangelo. Ma ai martiri che, già superate tutte le prove, sono vincitori nella vita beata, leviamo più devota e sicura la nostra lode che non a quelli che ancora combattono in questa vita.
Con quel culto che con parola greca diciamo << latrìa >>, non onoriamo né insegniamo a onorare se non Dio solo, poiché esso è una specie di servizio dovuto propriamente alla sola divinità.
Siccome a questo culto appartiene l'offerta del sacrificio - e perciò si dice idolatria quella di coloro che lo offrono agli idoli -, in nessun modo offriamo o facciamo offrire qualcosa del genere ad alcuno dei martiri né ad alcuna anima santa o angelo. E chiunque cadesse in questo errore viene ripreso secondo la sana dottrina, sia perché si corregga, sia perché ne sia preservato. Anche gli stessi santi, sia uomini sia angeli, non vogliono che si tributi loro quell'onore che sanno dovuto a Dio solo. Questo risultò evidente in Paolo e Barnaba quando i Licaoni, spinti dai miracoli compiuti da essi, volevano sacrificare a loro come a divinità; essi strappatesi le vesti, asserendo e cercando di persuaderli che non erano dèi, proibirono di farlo. Ma altro è quello che insegniamo e altro quello che ci tocca tollerare; altro quello che dobbiamo insegnare e altro quello che siamo costretti a rettificare o spinti a sopportare, fino a quando non riusciamo a correggere.




Responsorio: (Sal 115, 15; 33, 21; cfr. Gdt 10, 3)

Preziosa agli occhi del Signore la morte dei suoi santi. Egli ha cura delle loro ossa; neppure uno andrà perduto.
Il Signore li ha circondati di onore:
egli ha cura delle loro ossa; neppure uno andrà perduto.


Orazione:

O Dio, fortezza e corona dei tuoi santi, concedi anche a noi, sull'esempio del papa san Damaso, amoroso cultore delle memorie dei martiri, di onorare e imitare i gloriosi testimoni della nostra fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.



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12 dicembre - SANTA GIOVANNA FRANCESCA DI CHANTAL, RELIGIOSA


Il 12 dicembre ricorre la memoria di santa Giovanna Francesca di Chantal, religiosa.

Nacque a Digione, in Francia, nell'anno 1572. Andata sposa al barone di Chantal, ne ebbe sei figli che educò piamente. Morto il marito, sotto la direzione di san Francesco di Sales, percorse generosamente la via della perfezione, esercitando in modo speciale le opere della carità verso i poveri e i malati. Iniziò e sapientemente diresse l'Istituto della Visitazione. Morì nell'anno 1641.


Dalle << Memorie >> della religiosa segretaria di santa Giovanna Francesca

L'amore è forte come la morte



Un giorno la beata Giovanna disse queste parole di fuoco, che vennero subito fedelmente raccolte: << Figlie carissime, molti dei nostri santi padri e colonne della Chiesa, non subirono il martirio: perché - secondo voi - ciò accade? >>. Dopo che ognuna ebbe risposto, quella beata madre riprese: << Ed io penso che ciò sia accaduto perché vi è un altro martirio, il martirio di amore, nel quale Dio, mentre sostiene in vita i suoi servi e le sue serve perché si spendano per la sua gloria, li rende insieme martiri e confessori. Io so che a questo martirio - aggiunse - sono chiamate le Figlie della Visitazione, e per disposizione di Dio lo soffriranno le più fortunate, che l'avranno chiesto >>.
Una sorella le chiese come potesse avvenire questo martirio, ed ella rispose: << Dite il vostro totale sì a Dio, e ne farete la prova. Infatti l'amore divino immerge la sua spada nelle parti più intime e segrete dell'anima, e ci separa da noi stessi. Ho conosciuto un'anima, che l'amore ha separato da quanto le era più caro non meno che se i persecutori a colpi di spada le avessero separato lo spirito dal corpo >>.
E noi comprendemmo che parlava di sé. Un'altra sorella le chiese quanto potesse durare questo martirio. Rispose: << Dall'istante in cui ci doniamo a Dio senza alcuna riserva, fino al termine della vita. Ma questo vale per le persone magnanime, che non tenendo nulla per sé, tengono fede all'amore, perché il nostro Dio non intende concedere questo martirio ai deboli, poveri di amore e di costanza, e lascia che conducano la loro vita a passo mediocre, purché non si allontanino da lui; infatti non forza mai la libera volontà >>.
Infine le si chiese se questo martirio di amore potesse uguagliare quello del corpo.
<< Non preoccupiamoci dell'uguaglianza: tuttavia ritengo che l'uno non ceda all'altro, perché "l'amore è forte come la morte", e i martiri d'amore sopportano dolori mille volte più gravi conservando la vita per fare la volontà di Dio, che se dovessero dare mille vite in testimonianza di fede, di carità, di fedeltà >>.



Responsorio: (Fil 4, 8-9)

Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, tutto questo praticate: e il Dio della pace sarà con voi.
Quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia nei vostri pensieri:
e il Dio della pace sarà con voi.



Orazione:

O Dio, che in santa Giovanna Francesca hai dato alla tua Chiesa un luminoso esempio di altissima contemplazione e di fede intrepida, nella vita familiare e monastica, concedi anche a noi di vivere fedelmente la nostra vocazione, perché risplenda nelle nostre opere la tua luce. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.



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Due letture
13 dicembre - SANTA LUCIA, VERGINE E MARTIRE

Lucia morì probabilmente a Siracusa durante la persecuzione di Diocleziano.
Il suo culto fin dall'antichità si diffuse pressoché in tutta la Chiesa e il suo nome fu inserito nel Canone romano.


Dal libro << Sulla verginità >> di sant'Ambrogio, vescovo

Lo splendore dell'anima illumina
la grazia del corpo



Mi rivolgo a te, che vieni dal popolo, dalla gente comune, ma appartieni alla schiera delle vergini. In te lo splendore dell'anima si irradia sulla grazia esteriore della persona. Per questo sei un'immagine fedele della Chiesa.
A te dico: chiusa nella tua stanza non cessare mai di tenere fisso il pensiero su Cristo, anche di notte. Anzi rimani ad ogni istante in attesa della sua visita. E' questo che desidera da te, per questo ti ha scelta. Egli entrerà se troverà aperta la tua porta. Sta' sicura, ha promesso di venire e non mancherà alla sua parola. Quando verrà, colui che hai cercato, abbraccialo, familiarizza con lui e sarai illuminata. Trattienilo, prega che non se ne vada presto, scongiuralo che non si allontani. Il Verbo di Dio infatti corre, non prova stanchezza, non è preso da negligenza. L'anima tua gli vada incontro sulla sua parola, e s'intrattenga poi sull'impronta lasciata dal suo divino parlare: egli passa via presto.
E la vergine da parte sua che cosa dice? L'ho cercato ma non l'ho trovato; l'ho chiamato ma non mi ha risposto (cfr. Ct 5, 6). Se così presto se n'è andato via, non credere che egli non sia contento di te che lo invocasti, lo pregasti, gli apristi la porta: spesso egli permette che siamo messi alla prova. Vedi che cosa dice nel Vangelo alle folle che lo pregavano di non andarsene: Bisogna che io porti l'annunzio della parola di Dio anche ad altre città, poiché per questo sono stato mandato (cfr. Lc 4, 43).
Ma anche se ti sembra che se ne sia andato, va' a cercarlo ancora.
E' dalla santa Chiesa che devi imparare a trattenere Cristo. Anzi te l'ha già insegnato se ben comprendi ciò che leggi: Avevo appena oltrepassato le guardie, quando trovai l'amato del mio cuore. L'ho stretto forte e non lo lascerò (cfr. Ct 3, 4). Quali dunque i mezzi con cui trattenere Cristo? Non la violenza delle catene, non le strette delle funi, ma i vincoli della carità, i legami dello spirito. Lo trattiene l'amore dell'anima.
Se vuoi anche tu possedere Cristo, cercalo incessantemente e non temere la sofferenza. E' più facile spesso trovarlo tra i supplizi del corpo, tra le mani dei persecutori. Lei dice: Poco tempo era trascorso da quando le avevo oltrepassate. Infatti una volta libera dalle mani dei persecutori e vittoriosa sui poteri del male, subito, all'istante ti verrà incontro Cristo, né permetterà che si prolunghi la tua prova.
Colei che così cerca Cristo, che ha trovato Cristo, può dire: L'ho stretto forte e non lo lascerò finché non lo abbia condotto nella casa di mia madre, nella stanza della mia genitrice (cfr. Ct 3, 4). Che cos'è la casa, la stanza di tua madre se non il santuario più intimo del tuo essere?
Custodisci questa casa, purificane l'interno. Divenuta perfettamente pulita, e non più inquinata da brutture di infedeltà, sorga quale casa spirituale, cementata con la pietra angolare, si innalzi in un sacerdozio santo, e lo Spirito Paraclito abiti in essa. Colei che cerca Cristo a questo modo, colei che così prega Cristo, non è abbandonata da lui, anzi riceve frequenti visite. Egli infatti è con noi fino alla fine del mondo.



Responsorio:

Nella prova, Dio l'ha resa gradita a sé, e gloriosa davanti agli uomini. Di fronte ai potenti parlava con sapienza, e il Dio dell'universo l'ha amata.
La vergine Lucia ha preparato nel suo cuore una lieta dimora per il suo Dio,
e il Dio dell'universo l'ha amata.


Orazione:

Riempi di gioia e di luce il tuo popolo, o Signore, per l'intercessione gloriosa della santa vergine e martire Lucia, perché noi, che festeggiamo la sua nascita al cielo, possiamo contemplare con i nostri occhi la tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


_________________________________________



Tempo di Avvento -


Dal << Commento sui salmi >> di sant'Agostino, vescovo


Le promesse di Dio sono compiute
per mezzo del Cristo suo Figlio



Dio stabilì un tempo per le sue promesse e un tempo per il compimento di esse. Dai profeti fino a Giovanni Battista fu il tempo delle promesse; da Giovanni Battista fino alla fine dei tempi è il tempo del loro compimento.
Fedele è Dio che si fece nostro debitore non perché abbia ricevuto qualcosa da noi, ma perché ci ha promesso cose davvero grandissime. Pareva poco la promessa: Egli volle vincolarsi anche con un patto scritto, come obbligandosi con noi con la cambiale delle sue promesse, perché, quando cominciasse a pagare ciò che aveva promesso, noi potessimo verificare l'ordine dei pagamenti. Dunque il tempo dei profeti era di predizione delle promesse.
Dio promise la salvezza eterna e la vita beata senza fine con gli angeli e l'eredità incorruttibile, la gloria eterna, la dolcezza del suo volto, la dimora santa nei cieli, e, dopo la risurrezione, la fine della paura della morte. Queste le promesse finali verso cui è volta tutta la nostra tensione spirituale: quando le avremo conseguite, niente più cercheremo, niente più domanderemo.
Ma nel promettere e nel preannunciare Dio volle anche preannunciare per quale via si giungerà alle realtà ultime. Promise agli uomini la divinità, ai mortali l'immortalità, ai peccatori la giustificazione, ai disprezzati la glorificazione. Sembrava però incredibile agli uomini ciò che Dio prometteva: che essi dalla loro condizione di mortalità, di corruzione, di miseria, di debolezza, da polvere e cenere che erano, sarebbero diventati uguali agli angeli di Dio. E perché gli uomini credessero, oltre al patto scritto, Dio volle anche un mediatore della sua fedeltà. E volle che fosse non un principe qualunque o un qualunque angelo o arcangelo, ma il suo unico Figlio, per mostrare, per mezzo di lui, per quale strada ci avrebbe condotti a quel fine che aveva promesso. Ma era poco per Dio fare del suo Figlio colui che indica la strada: rese lui stesso via perché tu camminassi guidato da lui sul suo stesso cammino.
Si doveva dunque preannunciare con profezie che l'unico Figlio di Dio sarebbe venuto tra gli uomini, avrebbe assunto la natura umana e sarebbe così diventato uomo e sarebbe morto, risorto, asceso al cielo, si sarebbe assiso alla destra del Padre; egli avrebbe dato compimento tra i popoli alle promesse e, dopo questo, avrebbe anche compiuto la promessa di tornare a riscuotere i frutti di ciò che aveva dispensato, a distinguere i vasi dell'ira dai vasi della misericordia, rendendo agli empi ciò che aveva minacciato, ai giusti ciò che aveva promesso.
Tutto ciò doveva essere preannunziato, perché altrimenti egli avrebbe destato spavento. E così fu atteso con speranza perché già contemplato nella fede.



Responsorio: (Mic 7, 19; At 10, 43)

Ritornerà il nostro Dio e avrà ancora pietà di noi. Calpesterà le nostre colpe e getterà in fondo al mare tutti i nostri peccati.
Di lui tutti i profeti danno testimonianza: chiunque crede in lui ottiene nel suo nome la remissione dei peccati.
Calpesterà le nostre colpe e getterà in fondo al mare tutti i nostri peccati.


Orazione:

O Dio onnipotente, che ci chiami a preparare la via al Cristo Signore, fa' che per la debolezza della nostra fede non ci stanchiamo di attendere la consolante presenza del medico celeste. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.




[Modificato da auroraageno 13/12/2007 06:19]

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14 dicembre - SAN GIOVANNI DELLA CROCE, SACERDOTE E DOTTORE DELLA CHIESA

Il 14 dicembre ricorre la memoria di san Giovanni della Croce, sacerdote e dottore della Chiesa.

Nacque a Fonteviros in Spagna circa l'anno 1542. Dopo qualche tempo trascorso nel Carmelo, nel 1568, persuaso da santa Teresa d'Avila, abbracciò per primo tra i frati la riforma dell'Ordine e la sostenne con fatiche e sofferenze innumerevoli.
Morì nel 1591 a Ubeda, eminente per santità e sapienza, di cui rendono testimonianza i suoi scritti spirituali.


Dal << Cantico spirituale >> di san Giovanni della Croce, sacerdote.


La conoscenza del mistero nascosto in Cristo Gesù



Per quanto siano molti i misteri e le meraviglie scoperte dai santi dottori e intese dalle anime sante nel presente stato di vita, tuttavia ne è rimasta da dire e da capire la maggior parte e quindi c'è ancora molto da approfondire in Cristo. Questi infatti è come una miniera ricca di immense vene di tesori, dei quali, per quanto si vada a fondo, non si trova la fine; anzi in ciascuna cavità si scoprono nuovi filoni di ricchezze.
Perciò san Paolo dice del Cristo: << In Cristo si trovano nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza >> (Col 2, 3) nei quali l'anima non può penetrare, se prima non passa per le strettezze della sofferenza interna ed esterna. Infatti a quel poco che è possibile sapere in questa vita dei misteri di Cristo, non si può giungere senza aver sofferto molto, aver ricevuto da Dio numerose grazie intellettuali e sensibili e senza aver fatto precedere un lungo esercizio spirituale, poiché tutte queste grazie sono più imperfette della sapienza dei misteri di Cristo, per la quale servono di semplice disposizione.
Oh, se l'anima riuscisse a capire che non si può giungere nel folto delle ricchezze e della sapienza di Dio, se non entrando dove più numerose sono le sofferenze di ogni genere riponendovi la sua consolazione e il suo desiderio! Come chi desidera veramente la sapienza divina, in primo luogo brama di entrare veramente nello spessore della croce!
Per questo san Paolo ammoniva i discepoli di Efeso che non venissero meno nelle tribolazioni, ma stessero forti e radicati e fondati nella carità, e così potessero comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza per essere ricolmi di tutta la pienezza di Dio (cfr. Ef 4, 17). Per accedere alle ricchezze della sapienza divina la porta è la croce. Si tratta di una porta stretta nella quale pochi desiderano entrare, mentre sono molti coloro che amano i diletti a cui si giunge per suo mezzo.



Responsorio: (1 Cor 2, 9-10)

Occhio non vide, orecchio non udì, né mai entrò in mente umana, ciò che Dio ha preparato per quelli che lo amano.
A noi fu rivelato, per mezzo del suo Spirito,
ciò che Dio ha preparato per quelli che lo amano.


Orazione:

O Dio, che hai guidato san Giovanni della Croce alla santa montagna che è Cristo, attraverso la notte oscura della rinuncia e l'amore ardente della croce, concedi a noi di seguirlo come maestro di vita spirituale, per giungere alla contemplazione della tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


_________________________________



Oggi è Venerdì e siamo nel Tempo di Avvento.
Leggiamo e preghiamo con il Salmo 50:


Antifona:

Un cuore affranto e umiliato
non disprezzarlo, Signore.


Rinnovatevi nello spirito della vostra mente e rivestite l'uomo nuovo



Pietà di me, o Dio,
secondo la tua misericordia;
nel tuo grande amore
cancella il mio peccato.

Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.
Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.

Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto;
perciò sei giusto quando parli,
retto nel tuo giudizio.

Ecco, nella colpa sono stato generato,
nel peccato mi ha concepito mia madre.
Ma tu vuoi la sincerità del cuore
e nell'intimo m'insegni la sapienza.

Purificami con ìssopo e sarò mondato;
lavami e sarò più bianco della neve.
Fammi sentire gioia e letizia,
esulteranno le ossa che hai spezzato.

Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.

Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia di essere salvato,
sostieni in me un animo generoso.

Insegnerò agli erranti le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.
Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza,
la mia lingua esalterà la tua giustizia.

Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode;
poiché non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.

Uno spirito contrito
è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato
tu, o Dio, non disprezzi.

Nel tuo amore
fa' grazia a Sion,
rialza le mura
di Gerusalemme.

Allora gradirai i sacrifici prescritti,
l'olocausto e l'intera oblazione,
allora immoleranno vittime
sopra il tuo altare.


Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, com'era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen


Antifona:

Un cuore affranto e umiliato
non disprezzarlo, Signore.


Leggiamo anche questa seconda lettura del giorno:


Dal << Trattato contro le eresie >> di sant'Ireneo, vescovo

Adamo e Cristo; Eva e Maria



Il Signore abbracciò la condizione umana e si manifestò nel mondo che era suo. La natura umana portava il Verbo di Dio, ma era il Verbo che sosteneva la natura umana. Nel Cristo c'era quell'umanità che aveva disubbidito presso l'albero del paradiso terrestre, ma in lui la stessa umanità con l'ubbidienza, compiuta sull'albero della croce, distrusse l'antica ribellione. Nel medesimo tempo annullò la seduzione con la quale era stata maledettamente sedotta Eva, la vergine destinata al primo uomo. Ma tutto ciò fu in grazia di quel messaggio di benedizione che l'angelo portò a Maria, la vergine già sottomessa a un uomo. Infatti mentre Eva, sviata dal messaggio del diavolo, disobbedì alla parola divina e si alienò da Dio, Maria invece, guidata dall'annuncio dell'angelo, obbedì alla parola divina e meritò di portare Dio nel suo grembo.
Quella dunque si lasciò sedurre e disobbedì, questa si lasciò persuadere e ubbidì. In tal modo la vergine Maria poté divenire avvocata della vergine Eva.
Cristo ricapitolò tutto in se stesso e così tutto venne a far capo a lui. Dichiarò guerra al nostro nemico e sconfisse colui che al principio, per mezzo di Adamo, ci aveva fatti tutti suoi prigionieri. Schiacciò il capo del serpente secondo la parola di Dio riferita nella Genesi: Porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: egli ti schiaccerà la testa e tu insidierai il suo calcagno (cfr. Gn 3, 15).
Con queste parole si proclama in anticipo che colui che sarebbe nato da una vergine, quale nuovo Adamo, avrebbe schiacciato il capo del serpente. Questo è quel discendente di Adamo, di cui parla l'Apostolo nella sua lettera ai Galati: La legge delle opere fu posta finché venisse nel mondo il seme per cui era stata fatta la promessa (cfr. Gal 3, 19).
Ancor più chiaramente indica questa realtà nella stessa lettera, nel passo in cui dice: << Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna >> (Gal 4, 4). Il nemico infatti non sarebbe stato sconfitto secondo giustizia, se il vittorioso non fosse stato un uomo nato da donna, poiché fin dall'inizio della storia il demonio ha dominato sull'uomo per mezzo di una donna, opponendosi a lui col suo potere.
Per questo si proclama Figlio dell'uomo, egli che ricapitola in sé l'uomo primordiale, dal quale venne la prima donna e, attraverso questa, l'umanità. Il genere umano era sprofondato nella morte a causa dell'uomo sconfitto. Ora risaliva alla vita a causa dell'uomo vittorioso.


Responsorio: (Cfr. Lc 1, 26. 27. 30. 31. 32)

L'angelo Gabriele fu mandato alla vergine Maria, sposa di Giuseppe. A lei, turbata per il mistero di luce, egli dà l'annunzio: Non temere, Maria, hai trovato grazia presso Dio. Il figlio che tu concepirai sarà chiamato Figlio dell'Altissimo.
Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre, e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe;
sarà chiamato Figlio dell'Altissimo.


Orazione:

Rafforza, o Signore, la nostra vigilanza nell'attesa del tuo Figlio, perché, illuminati dalla sua parola di salvezza, andiamo incontro a lui con le lampade accese. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.







[Modificato da auroraageno 14/12/2007 08:02]

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14/12/2007 18:59

Tempo di Avvento - Liturgia dei Vespri


- O Dio, vieni a salvarmi.
- Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo com'era nel principio, ora e sempre, nei
secoli dei secoli. Amen



Inno ai Vespri (fino al 16 dicembre)


Creatore degli astri,
Verbo eterno del Padre,
la Chiesa a te consacra
il suo canto di lode.

Cielo e terra si prostrano
dinanzi a te, Signore;
tutte le creature
adorano il tuo nome.

Per redimere il mondo,
travolto dal peccato,
nascesti dalla Vergine,
salisti sulla croce.

Nell'avvento glorioso,
alla fine dei tempi,
ci salvi dal nemico
la tua misericordia.

A te gloria, Signore,
nato da Maria vergine,
al Padre ed allo Spirito
nei secoli sia lode. Amen.



Antifona:

Io, il Signore, mi avvicino:
la mia giustizia non è più lontana,
la mia salvezza non tarderà.


Salmo 115


Ho creduto anche quando dicevo:
<< Sono troppo infelice >>.
Ho detto con sgomento:
<< Ogni uomo è inganno >>.

Che cosa renderò al Signore
per quanto mi ha dato?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
Preziosa agli occhi del Signore
è la morte dei suoi fedeli.

Sì, io sono il tuo servo, Signore,
io sono tuo servo, figlio della tua ancella;
hai spezzato le mie catene.

A te offrirò sacrifici di lode
e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme.


Gloria al Padre, al figlio, allo Spirito Santo com'era nel principio, ora e sempre, nei
secoli dei secoli. Amen



Antifona:

Io, il Signore, mi avvicino:
la mia giustizia non è più lontana,
la mia salvezza non tarderà.




Antifona:

Giuste e veraci sono le tue vie,
o re delle genti.


Cantico (Cfr. Ap 15, 3-4)


Grandi e mirabili sono le tue opere,
o Signore Dio onnipotente;
giuste e veraci le tue vie, o Re delle genti!

Chi non temerà il tuo nome,
chi non ti glorificherà, o Signore?
Tu solo sei santo!

Tutte le genti verranno a te, Signore,
davanti a te si prostreranno,
perché i tuoi giusti giudizi si sono manifestati.


Antifona:

Giuste e veraci sono le tue vie,
o re delle genti.


Lettura breve - dalla 2 Pt 3, 8b-9


Davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo. Il
Signore non ritarda nell'adempire la sua promessa, come certuni credono; ma usa
pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di
pentirsi.



- Parola di Dio.
- Rendiamo grazie a Dio.



Responsorio:

Vieni a liberarci, Signore, Dio dell'universo.
Vieni a liberarci, Signore, Dio dell'universo.
Mostraci il tuo volto, e saremo salvi,
Dio dell'universo.

Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo com'era nel principio, ora e sempre, nei
secoli dei secoli. Amen




Antifona al Magnificat: Lc 1, 46-55

Attingerete con gioia
alle sorgenti della salvezza.


Magnificat:


L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.


Gloria al Padre, al figlio, allo Spirito Santo com'era nel principio, ora e sempre, nei
secoli dei secoli. Amen



Antifona al Magnificat:

Attingerete con gioia
alle sorgenti della salvezza.


Intercessioni

Invochiamo con fede il Cristo che è venuto a portare il lieto annunzio ai poveri:
Signore, tutti i popoli vedano la tua gloria.

Cristo, rivélati a chi ancora non ti conosce,
- fa' che ogni uomo possa gustare la gioia della tua amicizia.

Il tuo nome risuoni fino ai confini della terra,
- tutte le genti trovino la via che conduce a te.

Tu, che sei venuto a redimere l'umanità,
- vieni ancora, perché il tuo popolo non perisca,
ma abbia la vita eterna.

Tu, che hai dato agli uomini la libertà dei figli di Dio,
- conservaci il dono che hai conquistato a prezzo del tuo sangue.

Tu, che sei il giudice del mondo,
- ricompensa con la gioia eterna coloro che sono morti nei campi di sterminio.


Padre nostro
che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome
venga il tuo regno
sia fatta la tua volontà
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo
ai nostri debitori
e non c'indurre in tentazione
ma liberaci dal male. Amen



Orazione:

Rafforza, o Signore, la nostra vigilanza nell'attesa del tuo Figlio, perché illuminati dalla
sua parola di salvezza, andiamo incontro a lui con le lampade accese.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nell'unità
dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.






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15/12/2007 06:19

Tempo di Avvento - Liturgia delle Lodi mattutine


- O Dio, vieni a salvarmi.
- Signore, vieni presto in nostro aiuto.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo com'era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen


Inno alle Lodi mattutine


Chiara una voce dal cielo
si diffonde nella notte:
fuggano i sogni e le angosce,
splende la luce di Cristo.

Si desti il cuore dal sonno,
non più turbato dal male;
un astro nuovo rifulge,
fra le tenebre del mondo.

Ecco l'Agnello di Dio,
prezzo del nostro riscatto:
con fede viva imploriamo
il suo perdono e la pace.

Quando alla fine dei tempi
Cristo verrà nella gloria,
dal suo tremendo giudizio
ci liberi la sua grazia.

Sia lode a Cristo Signore,
al Padre e al Santo Spirito,
com'era nel principio,
ora e nei secoli eterni. Amen.


1 antifona:

Al mattino annunziamo il tuo amore,
la tua verità nella notte profonda.


Salmo 91


E' bello dar lode al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunziare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte,
sull'arpa a dieci corde e sulla lira,
con canti sulla cetra.

Poiché mi rallegri, Signore, con le tue meraviglie,
esulto per l'opera delle tue mani.

Come sono grandi le tue opere, Signore,
quanto profondi i tuoi pensieri!
L'uomo insensato non intende
e lo stolto non capisce:

se i peccatori germogliano come l'erba
e fioriscono tutti i malfattori,
li attende una rovina eterna:
ma tu sei l'eccelso per sempre, o Signore.

Ecco, i tuoi nemici, o Signore,
ecco, i tuoi nemici periranno,
saranno dispersi tutti i malfattori.

Tu mi doni la forza di un bufalo,
mi cospargi di olio splendente.

I miei occhi disprezzeranno i miei nemici,
e contro gli iniqui che mi assalgono
i miei orecchi udranno cose infauste.

Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio.

Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno vegeti e rigogliosi,
per annunziare quanto è retto il Signore:
mia roccia, in lui non c'è ingiustizia.


Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, com'era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

1 antifona:

Al mattino annunziamo il tuo amore,
la tua verità nella notte profonda.



2 antifona:

Voglio proclamare il nome del Signore:
date gloria al nostro Dio.


Cantico: Dt 32, 1-12


Ascoltate, o cieli: io voglio parlare:
oda la terra le parole della mia bocca!

Stilli come pioggia la mia dottrina,
scenda come rugiada il mio dire;
come scroscio sull'erba del prato,
come spruzzo sugli steli di grano.


Voglio proclamare il nome del Signore:
date gloria al nostro Dio!

Egli è la Roccia; perfetta è l'opera sua;
tutte le sue vie sono giustizia;
è un Dio verace e senza malizia;
Egli è giusto e retto.

Peccarono contro di lui i figli degeneri,
generazione tortuosa e perversa.

Così ripaghi il Signore,
o popolo stolto e insipiente?
Non è lui il padre che ti ha creato,
che ti ha fatto e ti ha costituito?

Ricorda i giorni del tempo antico,
medita gli anni lontani.
Interroga tuo padre e te lo farà sapere,
i tuoi vecchi e te lo diranno.

Quando l'Altissimo divideva i popoli,
quando disperdeva i figli dell'uomo,
egli stabilì i confini delle genti
secondo il numero degli Israeliti.

Porzione del Signore è il suo popolo,
sua eredità è Giacobbe.

Egli lo trovò in terra deserta,
in una landa di ululati solitari.
Lo educò, ne ebbe cura,
lo custodì come pupilla del suo occhio.

Come un'aquila che veglia la sua nidiata,
che vola sopra i suoi nati,
egli spiegò le ali e lo prese,
lo sollevò sulle sue ali.

Il Signore lo guidò da solo,
non c'era con lui alcun dio straniero.


Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, com'era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

2 antifona:

Voglio proclamare il nome del Signore:
date gloria al nostro Dio.



3 antifona:

O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!


Salmo 8


O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome
su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.

Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.

Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l'uomo perché te ne ricordi,
il figlio dell'uomo perché te ne curi?

Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;

tutti i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.

O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!



Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, com'era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.


3 antifona:

O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!


Lettura breve: Is 11, 1-2

Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore.


- Parola di Dio.
- Rendiamo grazie a Dio.


Responsorio:

Gerusalemme, città di Dio, su di te sorgerà il Signore.
Gerusalemme, città di Dio, su di te sorgerà il Signore.
In te apparirà la sua gloria,
su di te sorgerà il Signore.


Antifona al Benedictus:

Alto fra i popoli,
Dio eleverà il suo vessillo,
e raccoglierà i dispersi d'Israele.


Benedictus (Il cantico di Zaccaria) - Lc 1, 68-79


Benedetto il Signore Dio d'Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,

e ha suscitato per noi una salvezza potente
nella casa di Davide, suo servo,

come aveva promesso
per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:

salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.

Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,

del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberàti dalle mani dei nemici,

di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo
perché andrai innanzi al Signore
a preparargli le strade,

per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati,

grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,
per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge,

per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre
e nell'ombra della morte

e dirigere i nostri passi
sulla via della pace.


Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, com'era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.


Antifona al Benedictus:

Alto fra i popoli,
Dio eleverà il suo vessillo,
e raccoglierà i dispersi d'Israele.


Invocazioni:

Invochiamo con tutta l'anima Cristo redentore, che alla fine dei tempi tornerà in grande potenza e gloria: Vieni, Signore Gesù.

Re divino, che apparirai sulle nubi del cielo, rivestito di maestà e splendore,
- sollevaci dalla nostra miseria e rendici degni delle tue promesse.

Hai rivelato agli uomini la luce del Vangelo,
- donaci di essere sempre annunziatori e testimoni della tua parola.

Tu, che sei benedetto nei secoli e guidi gli uomini e gli eventi ad una meta di bontà e di pace,
- orienta tutta la nostra vita alla tua venuta nella gloria.

Dona il conforto della tua amicizia,
- a coloro che attendono la grazia della tua visita.


Padre nostro
che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome
venga il tuo regno
sia fatta la tua volontà
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo
ai nostri debitori
e non ci indurre in tentazione
ma liberaci dal male. Amen


Orazione:

Sorga in noi, Dio onnipotente, lo splendore della tua gloria, Cristo tuo unico Figlio; la sua venuta vinca le tenebre del male e ci riveli al mondo come figli della luce.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.








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16/12/2007 06:19

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Dai << Discorsi >> di sant'Agostino, vescovo


Giovanni è la Voce, Cristo la Parola



Giovanni è la voce. Del Signore invece si dice: << In principio era il Verbo >> (Gv 1, 1). Giovanni è la voce che passa, Cristo è il Verbo eterno che era in principio.
Se alla voce togli la parola, che cosa resta? Dove non c'è senso intelligibile, ciò che rimane è semplicemente un vago suono. La voce senza parola colpisce bensì l'udito, ma non edifica il cuore.
Vediamo in proposito qual è il procedimento che si verifica nella sfera della comunicazione del pensiero. Quando penso ciò che devo dire, nel cuore fiorisce subito la parola. Volendo parlare a te, cerco in qual modo posso fare entrare in te quella parola, che si trova dentro di me. Le do suono e così, mediante la voce, parlo a te. Il suono della voce ti reca il contenuto intellettuale della parola e dopo averti rivelato il suo significato svanisce. Ma la parola recata a te dal suono è ormai nel tuo cuore, senza peraltro essersi allontanata dal mio.
Non ti pare, dunque, che il suono stesso che è stato latore della parola ti dica: << Egli deve crescere e io invece diminuire >>? (Gv 3, 30). Il suono della voce si è fatto sentire a servizio dell'intelligenza, e poi se n'è andato quasi dicendo: << Questa mia gioia si è compiuta >> (Gv 3, 29). Teniamo ben salda la parola, non perdiamo la parola concepita nel cuore.
Vuoi constatare come la voce passa e la divinità del Verbo resta? Dov'è ora il battesimo di Giovanni? Lo impartì e poi se ne andò. Ma il battesimo di Gesù continua ad essere amministrato. Tutti crediamo in Cristo, speriamo la salvezza in Cristo: questo volle significare la voce.
E siccome è difficile distinguere la parola dalla voce, lo stesso Giovanni fu ritenuto il Cristo. La voce fu creduta la Parola; ma la voce si riconobbe tale per non recare danno alla Parola. Non sono io, disse, il Cristo, né Elia, né il profeta. Gli fu risposto: Ma tu allora chi sei? Io sono, disse, la voce di colui che grida nel deserto: Preparate la via del Signore (cfr. Gv 1, 20-23). Voce di chi grida nel deserto, voce di chi rompe il silenzio.
Preparate la via significa: Io risuono al fine di introdurre lui nel cuore, ma lui non si degna di venire dove voglio introdurlo, se non gli preparate la via.
Che significa: Preparate la via, se non: siate umili di cuore? Prendete esempio dal Battista che, scambiato per il Cristo, dice di non essere colui che gli altri credono sia. Si guarda bene dallo sfruttare l'errore degli altri ai fini di una sua affermazione personale. Eppure se avesse detto di essere il Cristo, sarebbe stato facilmente creduto, poiché lo si credeva tale prima ancora che parlasse. Non lo disse, riconoscendo semplicemente quello che era. Precisò le debite differenze. Si mantenne nell'umiltà. Vide giusto dove trovare la salvezza. Comprese di non essere che una lucerna e temette di venire spenta dal vento della superbia.



Responsorio: (Gv 3, 30; 1, 27; Mc 1, 8)

Egli deve crescere, io diminuire; egli viene dopo di me, ed era prima di me; e io non sono degno di sciogliere il legaccio dei suoi sandali.
Io vi ho battezzati nell'acqua; egli vi battezzerà nello Spirito Santo.
E io non sono degno di sciogliere il legaccio dei suoi sandali.


Orazione:

Guarda, o Padre, il tuo popolo che attende con fede il Natale del Signore, e fa' che giunga a celebrare con rinnovata esultanza il grande mistero della salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.





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17/12/2007 07:08

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Inno alle Lodi mattutine (dal 17 dicembre)


Le voci dei profeti
annunziano il Signore,
che reca a tutti gli uomini
il dono della pace.

Ecco una luce nuova
s'accende nel mattino,
una voce risuona:
viene il re della gloria.

Nel suo primo avvento,
Cristo venne a salvarci,
a guarir le ferite
del corpo e dello spirito.

Alla fine dei tempi,
tornerà come giudice;
darà il regno promesso
ai suoi servi fedeli.

Or sul nostro cammino
la sua luce risplende:
Gesù, sole di grazia,
ci chiama a vita nuova.

Te, Cristo, noi cerchiamo;
te vogliamo conoscere,
per lodarti in eterno
nella patria beata.

A te lode, Signore,
nato da Maria Vergine,
al Padre e al Santo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.



Dalle << Lettere >> di san Leone Magno, papa

Sacramento della nostra riconciliazione



Non giova nulla affermare che il nostro Signore è figlio della beata Vergine Maria, uomo vero e perfetto, se non lo si crede uomo di quella stirpe di cui si parla nel Vangelo. Scrive Matteo:
<< Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo >> (Mt 1, 1). Segue l'ordine della discendenza umana con tutte le generazioni fino a Giuseppe, al quale era sposata la Madre del Signore. Luca invece, percorrendo a ritroso la successione delle generazioni, risale al capo stesso del genere umano per dimostrare che il primo Adamo e l'ultimo sono della stessa natura.
Certo l'onnipotenza del Figlio di Dio, per istruire e giustificare gli uomini, avrebbe potuto manifestarsi come già si era manifestata ai patriarchi e ai profeti, sotto l'aspetto di uomo, come quando affrontò la lotta con Giacobbe o dialogò o accettò l'accoglienza di ospite o mangiò persino il cibo imbanditogli. Ma quelle immagini erano soltanto segni di questo uomo che come preannunziavano i mistici segni, avrebbe assunto vera natura dalla stirpe dei patriarchi che lo avevano preceduto.
Nessuna figura poteva realizzare il sacramento della nostra riconciliazione, preparato da tutta l'eternità, perché lo Spirito Santo non era ancora disceso sulla Vergine, né la potenza dell'Altissimo l'aveva ancora ricoperta della sua ombra. La Sapienza non si era ancora edificata la sua casa nel seno immacolato di Maria. Il Verbo non si era ancora fatto carne. Il Creatore dei tempi non era ancora nato nel tempo, unendo in sé in una sola persona la natura di Dio e la natura del servo. Colui per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose, doveva egli stesso essere generato fra tutte le altre creature.
Se infatti questo uomo nuovo, fatto a somiglianza della carne del peccato (cfr. Rm 8, 3), non avesse assunto il nostro uomo vecchio, ed egli, che è consostanziale con il Padre, non si fosse degnato di essere consostanziale anche con la Madre e se egli, che è il solo libero dal peccato, non avesse unito a sé la nostra natura umana, tutta quanta la natura umana sarebbe rimasta prigioniera sotto il giogo del diavolo. Noi non avremmo potuto aver parte alla vittoria gloriosa di lui, se la vittoria fosse stata riportata fuori della nostra natura.
In seguito a questa mirabile partecipazione alla nostra natura rifulse per noi il sacramento della rigenerazione, perché, in virtù dello stesso Spirito da cui fu generato e nacque Cristo, anche noi, che siamo nati dalla concupiscenza della carne, nascessimo di nuovo di nascita spirituale. Per questo l'evangelista dice dei credenti: << Non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati >> (Gv 1, 13).


Responsorio: (Cfr. Is 11, 10; Lc 1, 32)

Ecco, il germoglio di Iesse s'innalza a salvezza dei popoli; le nazioni lo invocheranno; il suo nome sarà glorioso.
Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre; e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe;
il suo nome sarà glorioso.


Orazione:

O Dio, creatore e redentore, che hai rinnovato il mondo nel tuo Verbo, fatto uomo nel grembo di una Madre sempre vergine, concedi che il tuo unico Figlio, primogenito di una moltitudine di fratelli, ci unisca a sé in comunione di vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.





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18/12/2007 06:31

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Dalla << Lettera a Diognèto >>

Dio rivelò il suo amore per mezzo del Figlio



Nessun uomo in verità ha mai visto Dio né lo ha fatto conoscere, ma egli stesso si è rivelato. E si è rivelato nella fede, alla quale soltanto è concesso di vedere Dio. Infatti Dio, Signore e Creatore dell'universo, colui che ha dato origine ad ogni cosa e tutto ha disposto secondo un ordine, non solo ama gli uomini, ma è anche longanime. Ed egli fu sempre così, lo è ancora e lo sarà: amorevole, buono, tollerante, fedele; lui solo è davvero buono. E avendo egli concepito nel cuore un disegno grande e ineffabile, lo comunica al solo suo Figlio.
Per tutto il tempo dunque in cui conservava e custodiva nel mistero il suo piano sapiente, sembrava che ci trascurasse e non si desse pensiero di noi; ma quando per mezzo del suo Figlio prediletto rivelò e rese noto ciò che era stato preparato dall'inizio, tutto insieme egli ci offrì: godere dei suoi benefici e contemplarli e capirli. Chi di noi si sarebbe aspettati tutti questi favori?
Dopo aver tutto disposto dentro di sé assieme al Figlio, permise che noi fino al tempo anzidetto rimanessimo in balìa d'istinti disordinati e fossimo trascinati fuori della retta via dai piaceri e dalle cupidigie, seguendo il nostro arbitrio. Certamente non si compiaceva dei nostri peccati, ma li sopportava; neppure poteva approvare quel tempo d'iniquità, ma preparava l'era attuale di giustizia, perché, riconoscendoci in quel tempo chiaramente indegni della vita a motivo delle nostre opere, ne diventassimo degni in forza della sua misericordia, e perché, dopo aver mostrato la nostra impossibilità di entrare con le nostre forze nel suo regno, ne diventassimo capaci per la sua potenza.
Quando poi giunse al colmo la nostra ingiustizia e fu ormai chiaro che le sovrastava, come mercede, solo la punizione e la morte, ed era arrivato il tempo prestabilito da Dio per rivelare il suo amore e la sua potenza (o immensa bontà e amore di Dio!), egli non ci prese in odio, né ci respinse, né si vendicò. Anzi ci sopportò con pazienza. Nella sua misericordia prese sopra di sé i nostri peccati. Diede spontaneamente il suo Figlio come prezzo del nostro riscatto: il santo per gli empi, l'innocente per i malvagi, il giusto per gli iniqui, l'incorruttibile per i corruttibili, l'immortale per i mortali. Che cosa avrebbe potuto cancellare le nostre colpe, se non la sua giustizia? Come avremmo potuto noi traviati ed empi ritrovare la giustizia se non nel Figlio unico di Dio?
O dolce scambio, o ineffabile creazione, o imprevedibile ricchezza di benefici: l'ingiustizia di molti veniva perdonata per un solo giusto e la giustizia di uno solo toglieva l'empietà di molti!



Responsorio: (Cfr. At 4, 12; Is 9, 6)

In nessun altro c'è salvezza; non vi è altro nome sotto il cielo nel quale possiamo essere salvati.
Il suo nome è: Consigliere ammirabile, Dio forte, Padre del mondo che viene, Principe della pace;
non vi è altro nome sotto il cielo nel quale possiamo essere salvati.


Orazione:

Oppressi a lungo sotto il giogo del peccato, aspettiamo, Padre, la nostra redenzione; la nuova nascita del tuo unico Figlio ci liberi dalla schiavitù antica.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.







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19/12/2007 06:25

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Dal trattato << Contro le eresie >> di sant'Ireneo, vescovo


L'incarnazione che ci ha redenti



Dio e tutte le opere di Dio sono gloria dell'uomo; e l'uomo è la sede in cui si raccoglie tutta la sapienza e la potenza di Dio. Come il medico dà prova della sua bravura nei malati, così anche Dio manifesta se stesso negli uomini. Perciò Paolo afferma: Dio ha chiuso tutte le cose nelle tenebre dell'incredulità per usare a tutti misericordia (cfr. Rm 11, 32). Non allude alle potenze spirituali, ma all'uomo che si mise di fronte a Dio in stato di disobbedienza e perdette la immortalità. In seguito però ottenne la misericordia di Dio per i meriti e il tramite del Figlio suo. Ebbe così in lui la dignità di figlio adottivo.
Se l'uomo riceverà senza vana superbia l'autentica gloria che viene da ciò che è stato creato e da colui che lo ha creato cioè da Dio, l'onnipotente, l'artefice di tutte le cose che esistono, e se resterà nell'amore di lui in rispettosa sottomissione e in continuo rendimento di grazie, riceverà ancora gloria maggiore e progredirà sempre più in questa via fino a divenire simile a colui che per salvarlo è morto.
Il Figlio stesso di Dio infatti scese << in una carne simile a quella del peccato >> (Rm 8, 3) per condannare il peccato, e, dopo averlo condannato, escluderlo completamente dal genere umano. Chiamò l'uomo alla somiglianza con se stesso, lo fece imitatore di Dio, lo avviò sulla strada indicata dal Padre perché potesse vedere Dio e gli diede in dono il Padre.
Il Verbo di Dio pose la sua abitazione tra gli uomini e si fece Figlio dell'uomo, per abituare l'uomo a comprendere Dio e per abituare Dio a mettere la sua dimora nell'uomo secondo la volontà del Padre. Per questo Dio stesso ci ha dato come << segno >> della nostra salvezza colui che, nato dalla Vergine, è l'Emmanuele: poiché lo stesso Signore era colui che salvava coloro che di per se stessi non avevano nessuna possibilità di salvezza.
Per questo Paolo, indicando la radicale debolezza dell'uomo, dice << So che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene >> (Rm 7, 18), poiché il bene della nostra salvezza non viene da noi, ma da Dio. E ancora Paolo esclama: << Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? >> (Rm 7, 24). Quindi presenta il liberatore: L'amore gratuito del Signore nostro Gesù Cristo (cfr. Rm 7, 25).
Isaia stesso aveva predetto questo: Irrobustitevi, mani fiacche e ginocchia vacillanti, coraggio, smarriti di cuore, confortatevi, non temete; ecco il nostro Dio, opera la giustizia, darà la ricompensa. Egli stesso verrà e sarà la nostra salvezza (cfr. Is 35, 4).
Questo indica che non da noi, ma da Dio, che ci aiuta, abbiamo la salvezza.



Responsorio: (Cfr. Ger 31, 10; 4, 5)

Ascoltate la parola del Signore, o popoli; annunziatela sino ai confini della terra. Dite alle isole lontane: Viene il nostro Salvatore!
Proclamate nel mondo l'annunzio:
Viene il nostro Salvatore!


Orazione:

O Dio, che hai rivelato al mondo con il parto della Vergine lo splendore della tua gloria, concedi al tuo popolo di venerare con fede viva e di celebrare con sincero amore il grande mistero dell'incarnazione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.



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20/12/2007 07:24

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Dalle << Omelie sulla Madonna >> di san Bernardo, abate

Tutto il mondo attende la risposta di Maria



Hai udito, Vergine, che concepirai e partorirai un figlio; hai udito che questo avverrà non per opera di un uomo, ma per opera dello Spirito Santo. L'angelo aspetta la risposta: deve fare ritorno a Dio che l'ha inviato. Aspettiamo, o Signora, una parola di compassione anche noi, noi oppressi miseramente da una sentenza di dannazione.
Ecco che ti viene offerto il prezzo della nostra salvezza: se tu acconsenti, saremo subito liberati. Noi tutti fummo creati nel Verbo eterno di Dio, ma ora siamo soggetti alla morte: per la tua breve risposta dobbiamo essere rinnovati e richiamati in vita.
Te ne supplica in pianto, Vergine pia, Adamo esule dal paradiso con la sua misera discendenza; te ne supplicano Abramo e David; te ne supplicano insistentemente i santi patriarchi che sono i tuoi antenati, i quali abitano anch'essi nella regione tenebrosa della morte. Tutto il mondo è in attesa, prostrato alle tue ginocchia: dalla tua bocca dipende la consolazione dei miseri, la redenzione dei prigionieri, la liberazione dei condannati, la salvezza di tutti i figli di Adamo, di tutto il genere umano.
O Vergine, da' presto la risposta. Rispondi sollecitamente all'angelo, anzi, attraverso l'angelo, al Signore. Rispondi la tua parola e accogli la Parola: di' la tua parola umana e concepisci la Parola divina, emetti la parola che passa e ricevi la Parola eterna.
Perché tardi? perché temi? Credi all'opera del Signore, da' il tuo assenso ad essa, accòglila. Nella tua umiltà prendi audacia, nella tua verecondia prendi coraggio. In nessun modo devi ora, nella tua semplicità verginale, dimenticare la prudenza; ma in questa sola cosa, o Vergine prudente, non devi temere la presunzione. Perché, se nel silenzio è gradita la modestia, ora è piuttosto necessaria la pietà nella parola. Apri, Vergine beata, il cuore alla fede, le labbra all'assenso, il grembo al Creatore. Ecco che colui al quale è volto il desiderio di tutte le genti, batte fuori alla porta. Non sia che mentre tu sei titubante, egli passi oltre e tu debba, dolente, ricominciare a cercare colui che ami. Lèvati su, corri, apri! Lèvati con la fede, corri con la devozione, apri con il tuo assenso.
<< Eccomi >>, dice, << sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto >> (Lc 1, 38).



Responsorio: (Cfr. Lc 1, 31. 42)

Accogli la parola, vergine Maria, l'annuncio dell'angelo del Signore: Concepirai nel tuo grembo l'uomo-Dio. Diranno di te: Benedetta fra le donne!
Partorirai un figlio, e sarai madre sempre vergine.
Diranno di te: Benedetta fra le donne!


Orazione:

Tu hai voluto, Padre, che all'annunzio dell'angelo la Vergine immacolata concepisse il tuo Verbo eterno, e avvolta dalla luce dello Spirito Santo divenisse tempio della nuova alleanza: fa' che aderiamo umilmente al tuo volere, come la Vergine si affidò alla tua parola. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.



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21/12/2007 06:42

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Dal << Commento su san Luca >> di sant'Ambrogio, vescovo


La visitazione di Maria


L'angelo, che annunziava il mistero, volle garantirne la veridicità con una prova e annunziò alla vergine Maria la maternità di una donna vecchia e sterile, per dimostrare così che a Dio è possibile tutto ciò che vuole. Appena Maria ebbe udito ciò, si avviò in fretta verso la montagna, non perché fosse incredula della profezia o incerta dell'annunzio o dubitasse della prova, ma perché era lieta della promessa e desiderosa di compiere devotamente un servizio, con lo slancio che le veniva dall'intima gioia. Dove ormai, ricolma di Dio, poteva affrettarsi ad andare se non verso l'alto? La grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze.
Subito si fanno sentire i benefici della venuta di Maria e della presenza del Signore. Infatti appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, esultò il bambino nel seno di lei, ed ella fu ricolma di Spirito Santo (cfr. Lc 1, 41). Si deve fare attenzione alla scelta delle singole parole e al loro significato. Elisabetta udì per prima la voce, ma Giovanni percepì per primo la grazia; essa udì secondo l'ordine della natura, egli esultò in virtù del mistero; essa sentì l'arrivo di Maria, egli del Signore; la donna l'arrivo della donna, il bambino l'arrivo del bambino. Esse parlano delle grazie ricevute, essi nel seno delle loro madri realizzano la grazia e il mistero della misericordia a profitto delle madri stesse: e queste per un duplice miracolo profetizzano sotto l'ispirazione dei figli che portano.
Del figlio si dice che esultò, della madre che fu ricolma di Spirito Santo. Non fu prima la madre a essere ricolma dello Spirito, ma fu il figlio, ripieno di Spirito Santo, a ricolmare anche la madre.
Esultò Giovanni, esultò anche lo spirito di Maria. Ma mentre di Elisabetta si dice che fu ricolma di Spirito Santo allorché Giovanni esultò, di Maria, che già era ricolma di Spirito Santo, si dice che allora il suo spirito esultò. Colui che è incomprensibile, operava in modo incomprensibile nella madre. L'una, Elisabetta, fu ripiena di Spirito Santo dopo la concezione, Maria invece prima della concezione.
Beata - disse - tu che hai creduto (cfr. Lc 1, 45). Ma beati anche voi che avete udito e creduto: ogni anima che crede concepisce e genera il Verbo di Dio e riconosce le sue opere.
Sia in ciascuno l'anima di Maria per magnificare il Signore; sia in ciascuno lo spirito di Maria per esultare in Dio. Se c'è una sola madre di Cristo secondo la carne, secondo la fede, invece, Cristo è il frutto di tutti, poiché ogni anima riceve il Verbo di Dio, purché, immacolata e immune da vizi, custodisca la castità con intemerato pudore. Ogni anima che potrà mantenersi così, magnifica il Signore come magnificò il Signore l'anima di Maria, e il suo spirito esultò in Dio salvatore.
Come avete potuto leggere anche altrove: Magnificate il Signore con me (cfr. Sal 33, 4), il Signore è magnificato non perché la parola umana possa aggiungere qualcosa alla grandezza del Signore, ma perché egli viene magnificato in noi. Cristo è l'immagine di Dio: perciò l'anima che compie opere giuste e pie, magnifica l'immagine di Dio a somiglianza della quale è stata creata, e mentre la magnifica, partecipa in certo modo alla sua grandezza e si eleva.


Responsorio: (Lc 1, 45. 46; Sal 65, 16)

Beata, tu che hai creduto: in te si compiranno le parole del Signore. E Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore.
Venite, ascoltate, narrerò quanto Dio ha fatto per me.
L'anima mia magnifica il Signore.


Orazione:

Ascolta, Signore, le preghiere del tuo popolo in attesa del tuo Figlio che viene nell'umiltà della condizione umana: la nostra gioia si compia alla fine dei tempi quando egli verrà nella gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.



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22/12/2007 06:27

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Dal << Commento su san Luca >> di san Beda il Venerabile, sacerdote


Magnificat



<< Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore >> (Lc 1, 46). Dice: il Signore mi ha innalzato con un dono così grande e così inaudito che non è possibile esprimerlo con nessun linguaggio: a stento lo può comprendere il cuore nel profondo. Levo quindi un inno di ringraziamento con tutte le forze della mia anima e mi do, con tutto quello che vivo e sento e comprendo, alla contemplazione della grandezza senza fine di Dio, poiché il mio spirito si allieta della eterna divinità di quel medesimo Gesù, cioè del Salvatore, di cui il mio seno è reso fecondo con una concezione temporale.
Perché in me ha fatto cose grandi l'Onnipotente, e santo è il suo nome (cfr. Lc 1, 49). Si ripensi all'inizio del cantico dove è detto: << L'anima mia magnifica il Signore >>. Davvero solo quell'anima a cui il Signore si è degnato di fare grandi cose, può magnificarlo con lode degna ed esortare quanti sono partecipi della medesima promessa e del medesimo disegno di salvezza: Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome (cfr. Sal 33, 4). Chi trascurerà di magnificare, per quanto sta in lui, il Signore che ha conosciuto e di santificarne il nome, << sarà considerato il minimo nel regno dei cieli >> (Mt 5, 19).
Il suo nome poi è detto santo perché con il fastigio della sua singolare potenza trascende ogni creatura ed è di gran lunga al di là di tutto quello che ha fatto.
<< Ha soccorso Israele suo servo, ricordandosi della sua misericordia >> (Lc 1, 54). Assai bene dice Israele servo del Signore, cioè ubbidiente e umile, perché da lui fui accolto per essere salvato, secondo quanto dice Osea: Israele è mio servo e io l'ho amato (cfr. Os 11, 1). Colui infatti che disdegna di umiliarsi non può certo essere salvato né dire con il profeta: << Ecco, Dio è il mio aiuto, il Signore mi sostiene >> (Sal 53, 6) e: Chiunque diventerà piccolo come un bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli (cfr. Mt 18, 4).
<< Come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre >> (Lc 1, 55). Si intende la discendenza spirituale, non carnale, di Abramo; sono compresi, cioè, non solo i generati secondo la carne, ma anche coloro che hanno seguito le orme della sua fede, sia nella circoncisione sia nell'incirconcisione. Anche lui credette quando non era circonciso, e gli fu ascritto a giustizia. La venuta del Salvatore fu promessa ad Abramo e alla sua discendenza, cioè ai figli della promessa, ai quali è detto: << Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa >> (Gal 3, 29).
E' da rilevare poi che le madri, quella del Signore e quella di Giovanni, prevengono profetando la nascita dei figli: e questo è bene perché come il peccato ebbe inizio da una donna, così da donne comincino anche i benefici, e come il mondo ebbe la morte per l'inganno di una donna, così da due donne che a gara profetizzano, gli sia restituita la vita.



Responsorio: (Lc 1, 48-50)

Tutte le generazioni mi chiameranno beata: grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente: Santo è il suo nome.
Di generazione in generazione la sua misericordia su quelli che lo temono:
Santo è il suo nome.


Lettura breve: Isaia 45, 8

Stillate, cieli, dall'alto e le nubi facciano piovere il giusto; si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia.

- Parola di Dio.
- Rendiamo grazie a Dio.


Orazione:

O Dio, che nella venuta del tuo Figlio hai risollevato l'uomo dal dominio del peccato e della morte, concedi a noi, che professiamo la fede nella sua incarnazione, di partecipare alla sua vita immortale. Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.



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23/12/2007 06:36

- Tempo di Avvento -


Prima Lettura:

Dal libro del profeta Isaia (51, 1-11)


Promessa di salvezza ai credenti figli di Abramo



Ascoltatemi, voi che siete in cerca di giustizia,
voi che cercate il Signore;
guardate alla roccia da cui siete stati tagliati,
alla cava da cui siete stati estratti.
Guardate ad Abramo vostro padre,
a Sara che vi ha partorito;
poiché io chiamai lui solo,
lo benedissi e lo moltiplicai.
Davvero il Signore ha pietà di Sion,
ha pietà di tutte le sue rovine,
rende il suo deserto come l'Eden,
la sua steppa come il giardino del Signore.
Giubilo e gioia saranno in essa,
ringraziamenti e inni di lode!
Ascoltatemi attenti, o popoli;
nazioni, porgetemi l'orecchio.
Poiché da me uscirà la legge,
il mio diritto sarà luce dei popoli.
La mia vittoria è vicina,
si manifesterà come luce la mia salvezza;
le mie braccia governeranno i popoli.
In me spereranno le isole,
avranno fiducia nel mio braccio.
Alzate al cielo i vostri occhi
e guardate la terra di sotto,
poiché i cieli si dissolveranno come fumo,
la terra si logorerà come una veste
e i suoi abitanti moriranno come larve.
Ma la mia salvezza durerà sempre,
la mia giustizia non sarà annientata.
Ascoltatemi, esperti della giustizia,
popolo che porti nel cuore la mia legge.
Non temete l'insulto degli uomini,
non vi spaventate per i loro scherni;
poiché le tarme li roderanno come una veste
e la tignola li roderà come lana,
ma la mia giustizia durerà per sempre,
la mia salvezza di generazione in generazione.
Svegliati, svegliati, rivestiti di forza,
o braccio del Signore.
Svegliati come nei giorni antichi,
al tempo delle generazioni passate.
Non hai tu forse fatto a pezzi Raab,
non hai trafitto il drago?
Forse non hai prosciugato il mare,
le acque del grande abisso
e non hai fatto delle profondità del mare una strada,
perché vi passassero i redenti?
I riscattati dal Signore ritorneranno
e verranno in Sion con esultanza;
felicità perenne sarà sul loro capo;
giubilo e felicità li seguiranno;
svaniranno afflizione e sospiri.


- Parola di Dio.
- Rendiamo grazie a Dio.


Responsorio: (Cfr. Is 51, 4; 35, 10)


Popolo mio, fa' attenzione; ascoltatemi, o mia gente: vicino ormai è il Giusto, viene il Salvatore.
Torneranno i liberati dal Signore, verranno in Sion con canti di gioia:
vicino ormai è il Giusto, viene il Salvatore.


Seconda Lettura:

Dal trattato << Contro Noèto >> di sant'Ippolito, sacerdote

Rivelazione di Dio invisibile



Uno solo è Dio, fratelli, colui che noi non conosciamo per altra via che quella delle Sacre Scritture.
Noi dobbiamo quindi sapere tutto quanto le divine Scritture ci annunziano e conoscere quanto esse ci insegnano. Dobbiamo credere al Padre, come lui vuole che gli crediamo, glorificare il Figlio come vuole che lo glorifichiamo, ricevere lo Spirito Santo come desidera che lo riceviamo.
Procuriamo di arrivare a una comprensione delle realtà divine non secondo la nostra intelligenza e non certo facendo violenza ai doni di Dio, ma nella maniera in cui egli stesso volle rivelarsi nelle Sacre Scritture.
Dio esisteva in sé perfettamente solo. Nulla c'era che fosse in qualche modo partecipe della sua eternità. Allora egli stabilì di creare il mondo. Come lo pensò, come lo volle e come lo descrisse con la sua parola, così anche lo creò. Il mondo cominciò ad esistere, perciò, come lo aveva desiderato. E quale lo aveva progettato, tale lo realizzò. Dunque Dio esisteva nella sua unicità e nulla c'era che fosse coeterno con lui. Niente esisteva se non Dio. Egli era solo, ma completo in tutto. In lui si trovava intelligenza, sapienza, potenza e consiglio. Tutto era in lui ed egli era il tutto. Quando volle, e nella misura in cui volle, egli, nel tempo da lui prefissato, ci rivelò il suo Verbo per mezzo del quale aveva creato tutte le cose.
Poiché dunque Dio possedeva in sé la sua Parola, ed essa era inaccessibile per il mondo creato, egli la rese accessibile. Pronunziando una prima parola, e, generando luce da luce, presentò alla stessa creazione come Signore il suo stesso Pensiero, e rese visibile colui che egli solo conosceva e vedeva in se stesso e che prima era assolutamente invisibile per il mondo creato. Lo rivelò perché il mondo lo vedesse e così potesse essere salvato.
Questi è la Sapienza che venendo nel mondo si rivelò Figlio di Dio. Tutto fu creato per mezzo di lui, ma egli è l'unico che viene dal Padre.
Questi poi diede una legge e dei profeti e li fece parlare nello Spirito Santo perché ricevendo l'ispirazione della potenza del Padre, annunziassero il volere e il disegno del Padre.
Così dunque fu rivelato il Verbo di Dio, come dice il beato Giovanni che sommariamente riprende le cose già dette dai profeti mostrando che questi è il Verbo, nel quale tutto fu creato. Dice Giovanni: << In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui, senza di lui nulla è stato fatto >> (Gv 1, 1. 3).
Più avanti dice: Il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo ha conosciuto. Venne presso i suoi, ma i suoi non lo hanno accolto (cfr. Gv 1, 10-11).



Responsorio: (Cfr. Is 9, 6. 7; Gv 1, 4)


Per noi nascerà un bambino, e sarà chiamato Dio, il Forte; regnerà sul trono di Davide suo padre, e porterà le insegne del dominio.
In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini.
Regnerà sul trono di Davide suo padre, e porterà le insegne del dominio.



Orazione:

O Dio onnipotente ed eterno, è ormai davanti a noi il Natale del tuo Figlio: ci soccorra nella nostra indegnità il Verbo che si è fatto uomo nel seno della Vergine Maria e si è degnato di abitare fra noi. Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.




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24/12/2007 06:47

24 dicembre - Vigilia del Santo Natale -


Prima Lettura:

Dal libro del profeta Isaia (51, 17 - 52, 2. 7-10)

A Gerusalemme è annunziata la salvezza



Svegliati, svegliati,
alzati, Gerusalemme,
che hai bevuto dalla mano del Signore
il calice della sua ira;
la coppa della vertigine
hai bevuto, l'hai vuotata.
Nessuno la guida
tra tutti i figli che essa ha partorito;
nessuno la prende per mano
tra tutti i figli che essa ha allevato.
Due mali ti hanno colpito,
chi avrà pietà di te?
Desolazione e distruzione, fame e spada,
chi ti consolerà?
I tuoi figli giacciono privi di forze
agli angoli di tutte le strade,
come antilope in una rete,
pieni dell'ira del Signore,
della minaccia del tuo Dio.
Perciò ascolta anche questo, o misera,
o ebbra, ma non di vino.
Così dice il tuo Signore Dio,
il tuo Dio che difende la causa del suo popolo:
<< Ecco io ti tolgo di mano
il calice della vertigine,
la coppa della mia ira;
tu non lo berrai più.
Lo metterò in mano ai tuoi torturatori
che ti dicevano: Cùrvati che noi ti passiamo sopra.
Tu facevi del tuo dorso un suolo
e come una strada per i passanti >>.
Svégliati, svégliati,
rivestiti della tua magnificenza, Sion;
indossa le vesti più belle,
Gerusalemme, città santa;
perché mai più entrerà in te
il non circonciso né l'impuro.
Scuotiti la polvere, alzati,
Gerusalemme schiava!
Sciogliti dal collo i legami,
schiava figlia di Sion!
Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero di lieti annunzi
che annunzia la pace,
messaggero di bene
che annunzia la salvezza,
che dice a Sion:
<< Regna il tuo Dio >>.
Senti? Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme gridano di gioia,
poiché vedono con i loro occhi
il rfitorno del Signore in Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutti i popoli;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.



Responsorio: (Cfr. Es, 19, 10. 11; Dt 7, 15; cfr. Dn 9, 24)


Santificatevi, popolo di Dio: domani verrà il Signore; egli allontanerà da voi ogni debolezza.
Sarà distrutta la colpa, e regnerà su di noi il Salvatore del mondo:
egli allontanerà da voi ogni debolezza.


Seconda Lettura:

Dai << Discorsi >> di sant'Agostino, vescovo


La verità è germogliata dalla terra
e la giustizia si è affacciata dal cielo



Svégliati, o uomo: per te Dio si è fatto uomo. << Svégliati, o tu che dormi, déstati dai morti e Cristo ti illuminerà >> (Ef 5, 14). Per te, dico, Dio si è fatto uomo.
Saresti morto per sempre, se egli non fosse nato nel tempo. Non avrebbe liberato dal peccato la tua natura, se non avesse assunto una natura simile a quella del peccato. Una perpetua miseria ti avrebbe posseduto, se non fosse stata elargita questa misericordia. Non avresti riavuto la vita, se egli non si fosse incontrato con la tua stessa morte. Saresti venuto meno, se non ti avesse soccorso. Saresti perito, se non fosse venuto.
Prepariamoci a celebrare in letizia la venuta della nostra salvezza, della nostra redenzione; a celebrare il giorno di festa in cui il grande ed eterno giorno venne dal suo grande ed eterno giorno in questo nostro giorno temporaneo così breve. Egli è diventato per noi giustizia, santificazione e redenzione perché, come sta scritto, chi si vanta si vanti nel Signore (cfr. 1 Cor 1, 30-31).
La verità è germogliata dalla terra (cfr. Sal 84, 12): nasce dalla Vergine Cristo, che ha detto: Io sono la verità (cfr. Gv 14, 6). E la giustizia si è affacciata dal cielo (cfr. Sal 84, 12). L'uomo che crede nel Cristo, nato per noi, non riceve la salvezza da se stesso, ma da Dio. La verità è germogliata dalla terra, perché << il Verbo si fece carne >> (Gv 1, 14). E la giustizia si è affacciata dal cielo, perché << ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall'alto >> (Gc 1, 17). La verità è germogliata dalla terra: la carne da Maria. E la giustizia si è affacciata dal cielo, perché l'uomo non può ricevere nulla se non gli è stato dato dal cielo (cfr. Gv 3, 27).
<< Giustificati per la fede, noi siamo in pace con Dio >> (Rm 5, 1) perché la giustizia e la pace si sono baciate (cfr. Sal 84, 11) per il nostro Signore Gesù Cristo, perché la verità è germogliata dalla terra (cfr. Sal 84, 12). Per mezzo di lui abbiamo accesso a questa grazia in cui ci troviamo e di cui ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio (cfr. Rm 5, 2). Non dice della nostra gloria, ma della gloria di Dio, perché la giustizia non ci venne da noi, ma si è affacciata dal cielo. Perciò colui che si gloria si glori nel Signore, non in se stesso.
Dal cielo, infatti, per la nascita del Signore dalla Vergine... si fece udire l'inno degli angeli: Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace sulla terra agli uomini di buona volontà (cfr. Lc 2, 14). Come poté venire la pace sulla terra, se non perché la verità è germogliata dalla terra, cioè Cristo è nato dalla carne? Egli è la nostra pace, colui che di due popoli ne ha fatto uno solo (cfr. Ef 2, 14) perché fossimo uomini di buona volontà, legati dolcemente dal vincolo dell'unità.
Rallegriamoci dunque di questa grazia perché nostra gloria sia la testimonianza della buona coscienza. Non ci gloriamo in noi stessi, ma nel Signore. E' stato detto: << Sei mia gloria e sollevi il mio capo >> (Sal 3, 4): e quale grazia di Dio più grande ha potuto brillare a noi? Avendo un Figlio unigenito, Dio l'ha fatto figlio dell'uomo, e così viceversa ha reso il figlio dell'uomo figlio di Dio. Cerca il merito, la causa, la giustizia di questo, e vedi se trovi mai altro che grazia.



Responsorio: (Is 11, 1. 5. 2)


Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici: la giustizia lo cinge, la fedeltà lo avvolge come un vestito.
Su di lui si poserà lo Spirito del Signore: spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di forza e di consiglio;
la fedeltà lo avvolge come un vestito.



Orazione:


Affrettati, non tardare, Signore Gesù; la tua venuta dia conforto e speranza a coloro che confidano nel tuo amore misericordioso. Tu sei Dio e vivi e regni con Dio Padre, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.





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25/12/2007 06:54

- Santo Natale! - Liturgia delle Lodi mattutine

- O Dio, vieni a salvarmi.
- Signore, vieni presto in nostro aiuto.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, com'era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.


Inno alle Lodi mattutine


Dal sorgere del sole
s'irradi sulla terra
il canto della lode.

Il creatore dei secoli
prende forma mortale
per redimere gli uomini.

Maria Vergine Madre
porta un segreto arcano
nell'ombra dello Spirito;

dimora pura e santa,
tempio del Dio vivente,
concepisce il Figlio.

Nasce il Cristo Signore,
come predisse l'angelo
e Giovanni dal grembo.

Giace povero ed umile
colui che regge il mondo,
nella stalla di Betlem.

Lo annunziano ai pastori
schiere di angeli in festa,
cantando gloria e pace.

A te sia lode, o Cristo,
al Padre e al Santo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.


1 antifona:

Pastori, chi avete visto?
chi è apparso sulla terra?
Abbiamo visto un bambino,
e gli angeli che lodavano il Signore, alleluia.


Salmo 62, 2-9


O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco,
di te ha sete l'anima mia,
a te anela la mia carne,
come terra deserta, arida, senz'acqua.

Così nel santuario ti ho cercato,
per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
Poiché la tua grazia vale più della vita,
le mie labbra diranno la tua lode.

Così ti benedirò finché io viva,
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Mi sazierò come a lauto convito,
e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.

Nel mio giaciglio di te mi ricordo
penso a te nelle veglie notturne,
tu sei stato il mio aiuto;
esulto di gioia all'ombra delle tue ali.

A te si stringe
l'anima mia.
La forza della tua destra
mi sostiene.


Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, com'era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.


1 antifona:

Pastori, chi avete visto?
chi è apparso sulla terra?
Abbiamo visto un bambino,
e gli angeli che lodavano il Signore, alleluia.



2 antifona:

L'angelo disse ai pastori:
Vi annunzio una gioia grande:
oggi è nato per voi il Salvatore del mondo,
alleluia.


Cantico di Daniele (Dn 3, 57-88. 56) (Il cantico dei tre fanciulli nella fornace)


Benedite, opere tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite angeli del Signore, il Signore,
benedite, cieli, il Signore.

Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli,
il Signore,
benedite, potenze tutte del Signore, il Signore.
Benedite, sole e luna, il Signore,
benedite, stelle del cielo, il Signore.

Benedite, piogge e rugiade, il Signore,
benedite, o venti tutti, il Signore.
Benedite, fuoco e calore, il Signore,
benedite, freddo e caldo, il Signore.

Benedite, rugiada e brina, il Signore,
benedite, gelo e freddo, il Signore.
Benedite, ghiacci e nevi, il Signore,
benedite, notti e giorni, il Signore.

Benedite, luce e tenebre, il Signore,
benedite, folgori e nubi, il Signore.
Benedica la terra il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli.

Benedite, monti e colline, il Signore,
benedite, creature tutte che germinate sulla terra,
il Signore.
Benedite, sorgenti, il Signore,
benedite, mari e fiumi, il Signore.

Benedite, mostri marini
e quanto si muove nell'acqua, il Signore,
benedite, uccelli tutti dell'aria, il Signore.
Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici,
il Signore,
benedite, figli dell'uomo, il Signore.

Benedica Israele il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli.
Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore,
benedite, o servi del Signore, il Signore.

Benedite, spiriti e anime dei giusti, il Signore,
benedite, pii e umili di cuore, il Signore.
Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.

Benediciamo il Padre e il Figlio con lo Spirito Santo,
lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.
Benedetto sei tu, Signore, nel firmamento del cielo,
degno di lode e di gloria nei secoli.


(alla fine di questo Cantico non si dice il: Gloria al Padre)


2 antifona:

L'angelo disse ai pastori:
Vi annunzio una gioia grande:
oggi è nato per voi il Salvatore del mondo,
alleluia.


3 antifona:

Oggi per noi è nato un bambino:
Dio, il Forte, è il suo nome, alleluia.


Salmo 149


Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell'assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo Creatore,
esultino nel loro Re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze,
con timpani e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona gli umili di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria,
sorgano lieti dai loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca
e la spada a due tagli nelle loro mani,

per compiere la vendetta tra i popoli
e punire le genti;
per stringere in catene i loro capi,
i loro nobili in ceppi di ferro;

per eseguire su di essi
il giudizio già scritto:
questa è la gloria
per tutti i suoi fedeli.


Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, com'era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.


Lettura breve: Eb 1, 1-2


Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo.


- Parola di Dio.
- Rendiamo grazie a Dio.


Responsorio:

Il Signore manifestò la sua salvezza, alleluia, alleluia.
Il Signore manifestò la sua salvezza, alleluia, alleluia.
Alle nazioni rivelò la sua giustizia.
Alleluia, alleluia.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.
Il Signore manifestò la sua salvezza, alleluia, alleluia.


(dall'Ufficio delle letture:)

Dai << Discorsi >> di san Leone Magno, papa

Riconosci, cristiano, la tua dignità



Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci! Non c'è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato nessuno libero dalla colpa, è venuto per la liberazione di tutti. Esulti il santo, perché si avvicina al premio; gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita.
Il Figlio di Dio infatti, giunta la pienezza dei tempi che l'impenetrabile disegno divino aveva disposto, volendo riconciliare con il suo Creatore la natura umana, l'assunse lui stesso in modo che il diavolo, apportatore della morte, fosse vinto da quella stessa natura che prima lui aveva reso schiava. Così alla nascita del Signore gli angeli cantano esultanti: << Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama >> (Lc 2, 14). Essi vedono che la celeste Gerusalemme è formata da tutti i popoli del mondo. Di questa opera ineffabile dell'amore divino, di cui tanto gioiscono gli angeli nella loro altezza, quanto non deve rallegrarsi l'umanità nella sua miseria! O carissimi, rendiamo grazie a Dio Padre per mezzo del suo Figlio nello Spirito Santo, perché nella infinita misericordia con cui ci ha amati, ha avuto pietà di noi, e, mentre eravamo morti per i nostri peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo (cfr. Ef 2, 5) perché fossimo in lui creatura nuova, nuova opera delle sue mani.
Deponiamo dunque << l'uomo vecchio con la condotta di prima >> (Ef 4, 22) e, poiché siamo partecipi della generazione di Cristo, rinunziamo alle opere della carne. Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all'abiezione di un tempo con una condotta indegna. Ricordati chi è il tuo Capo e di quale Corpo sei membro. Ricordati che, strappato al potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce del Regno di Dio. Con il sacramento del battesimo sei diventato tempio dello Spirito Santo! Non mettere in fuga un ospite così illustre con un comportamento riprovevole e non sottometterti di nuovo alla schiavitù del demonio. Ricorda che il prezzo pagato per il tuo riscatto è il sangue di Cristo.


Responsorio:

Oggi la pace vera scende per noi dal cielo; oggi su tutta la terra i cieli stillano dolcezza.
Risplende per noi il giorno di una nuova redenzione, giorno preparato da secoli, gioia senza fine.
Oggi su tutta la terra i cieli stillano dolcezza.


Antifona al Benedictus:

Gloria a Dio nell'alto dei cieli,
e pace in terra agli uomini che Dio ama, alleluia.

Benedictus (Cantico di Zaccaria)

Benedetto il Signore Dio d'Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,

e ha suscitato per noi una salvezza potente
nella casa di Davide, suo servo,

come aveva promesso
per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:

salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.

Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,

del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberàti dalle mani dei nemici,

di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo
perché andrai innanzi al Signore
a preparargli le strade,

per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati,

grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,
per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge,

per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre
e nell'ombra della morte

e dirigere i nostri passi
sulla via della pace.


Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, com'era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Antifona al Benedictus:

Gloria a Dio nell'alto dei cieli,
e pace in terra agli uomini che Dio ama, alleluia.


Invocazioni:

Onore e gloria al Verbo di Dio, Re dei secoli eterni, nato nel tempo per la nostra salvezza. Acclamiamo: Gioisca la terra per la tua venuta, Signore.

Verbo eterno, che hai allietato la terra con la rugiada delle benedizioni celesti,
- rallegra il nostro spirito con la grazia della tua visita.

Salvatore del mondo, che hai mostrato la fedeltà di Dio alle sue promesse,
- donaci di custodire con lealtà gli impegni del battesimo.

Tu, che per mezzo degli angeli hai annunziato la pace agli uomini,
- custodisci la nostra vita nella tua pace.

Sei la vera vite, che produce frutti di salvezza eterna,
- donaci di rimanere uniti a te, come tralci vivi e fecondi.


Padre nostro
che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome
venga il tuo regno
sia fatta la tua volontà
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo
ai nostri debitori
e non ci indurre in tentazione
ma liberaci dal male. Amen


Orazione:

Signore, Dio onnipotente, che ci avvolgi della nuova luce del tuo Verbo fatto uomo, fa' che risplenda nelle nostre opere il mistero della fede che rifulge nel nostro spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.





[Modificato da auroraageno 25/12/2007 07:00]

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26/12/2007 04:47

26 dicembre - SANTO STEFANO, PRIMO MARTIRE


Il 26 dicembre si celebra la Festa di santo Stefano, primo martire.


Prima Lettura:

Dagli Atti degli Apostoli (6,8 - 7,2a. 44-59)


Il martirio di Stefano



Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e miracoli tra il popolo. Sorsero allora alcuni della sinagoga detta dei « liberti » comprendente anche i Cirenei, gli Alessandrini e altri della Cilicia e dell'Asia, a disputare con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava. Perciò sobillarono alcuni che dissero: « Lo abbiamo udito pronunziare espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio ». E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo trascinarono davanti al sinedrio. Presentarono quindi dei falsi testimoni, che dissero: « Costui non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro e contro la legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno distruggerà questo luogo e sovvertirà i costumi tramandatici da Mosè ».
E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo.
Gli disse allora il sommo sacerdote: « Queste cose stanno proprio così? ». Ed egli rispose: « Fratelli e padri, ascoltate: I nostri padri avevano nel deserto la tenda della testimonianza, come aveva ordinato colui che disse a Mosè di costruirla secondo il modello che aveva visto (Es 25, 40). E dopo averla ricevuta, i nostri padri con Giosuè se la portarono con sé nella conquista dei popoli (Gs 3, 14-17) che Dio scacciò davanti a loro, fino ai tempi di Davide. Questi trovò grazia innanzi a Dio e domandò di poter trovare una dimora per il Dio di Giacobbe (1 Re 8, 17). Salomone poi gli edificò una casa (2 Sam 7, 13). Ma l'Altissimo non abita in costruzioni fatte da mano d'uomo, come dice il Profeta:

Il cielo è il mio trono
e la terra sgabello per i miei piedi.
Quale casa potrete edificarmi, dice il Signore,
o quale sarà il luogo del mio riposo?
Non forse la mia mano ha creato tutte queste cose? (Is 66, 1-2).

O gente testarda e pagana nel cuore e nelle orecchie, voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo (Es 32, 9); come i vostri padri, così anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete divenuti traditori e uccisori; voi che avete ricevuto la legge per mano degli angeli e non l'avete osservata ».
All'udire queste cose, fremevano in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui. Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra e disse: « Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio ». Proruppero allora in grida altissime turandosi gli orecchi; poi si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero il loro mantello ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E così lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: « Signore Gesù, accogli il mio spirito ». Poi piegò le ginocchia e gridò forte: « Signore, non imputar loro questo peccato ». Detto questo, morì.


Responsorio:

Stefano, servo di Dio, lapidato dai Giudei, vide i cieli aperti, e vi entrò: beato l'uomo a cui il cielo si schiude.
Lo travolgeva una tempesta di sassi, ma dal cielo splendeva per lui la gloria di Dio:
beato l'uomo a cui il cielo si schiude.



Seconda Lettura:

Dai « Discorsi » di san Fulgenzio di Ruspe, vescovo

Le armi della carità



Ieri abbiamo celebrato la nascita nel tempo del nostro Re eterno, oggi celebriamo la passione trionfale del soldato.
Ieri infatti il nostro Re, rivestito della nostra carne e uscendo dal seno della Vergine, si è degnato di visitare il mondo; oggi il soldato uscendo dalla tenda del corpo, è entrato trionfante nel cielo.
Il nostro Re, l'Altissimo, venne per noi umile, ma non poté venire a mani vuote; infatti portò un grande dono ai suoi soldati, con cui non solo li arricchì abbondantemente, ma nello stesso tempo li ha rinvigoriti perché combattessero con forza invitta. Portò il dono della carità, che conduce gli uomini alla comunione con Dio.
Quel che ha portato, lo ha distribuito, senza subire menomazioni; arricchì invece mirabilmente la miseria dei suoi fedeli, ed egli rimase pieno di tesori inesauribili.
La carità dunque che fece scendere Cristo dal cielo sulla terra, innalzò stefano dalla terra al cielo. La carità che fu prima nel Re, rifulse poi nel soldato.
Stefano quindi per meritare la corona che il suo nome significa, aveva per armi la carità e con essa vinceva dovunque. Per mezzo della carità non cedette ai Giudei che infierivano contro di lui; per la carità verso il prossimo pregò per quanti lo lapidavano. Con la carità confutava gli erranti perché si ravvedessero; con la carità pregava per i lapidatori perché non fossero puniti.
Sostenuto dalla forza della carità vinse Saulo che infieriva crudelmente, e meritò di avere compagno in cielo colui che ebbe in terra persecutore.
La stessa carità santa e instancabile desiderava di conquistare con la preghiera coloro che non poté convertire con le parole.
Ed ecco che ora Paolo è felice con Stefano, con Stefano gode della gloria di Cristo, con Stefano esulta, con Stefano regna. Dove Stefano, ucciso dalle pietre di Paolo, lo ha preceduto, là Paolo lo ha seguito per le preghiere di Stefano.
Quanto è verace quella vita, fratelli, dove Paolo non resta confuso per l'uccisione di Stefano, ma Stefano si rallegra della compagnia di Paolo, perché la carità esulta in tutt'e due. Sì, la carità di Stefano ha superato la crudeltà dei Giudei, la carità di Paolo ha coperto la moltitudine dei peccati, per la carità entrambi hanno meritato di possedere insieme il regno dei cieli.
La carità dunque è la sorgente e l'origine di tutti i beni, ottima difesa, via che conduce al cielo. Colui che cammina nella carità non può errare, né aver timore. Essa guida, essa protegge, essa fa arrivare al termine.
Perciò, fratelli, poiché Cristo ci ha dato la scala della carità, per mezzo della quale ogni cristiano può giungere al cielo, conservate vigorosamente integra la carità, dimostratevela a vicenda e crescete continuamente in essa.


Responsorio:

Ieri il Signore Gesù è nato in questo mondo, perché oggi Stefano nascesse alla vita del cielo; è venuto sulla terra, perché Stefano entrasse con lui nella gloria.
Il nostro Re, vestito di carne umana, è uscito dal grembo della Vergine, ed è venuto nel mondo,
perché Stefano entrasse con lui nella gloria.


Orazione:

Donaci, Signore, di esprimere nella vita il mistero che celebriamo nel giorno natalizio di santo Stefano primo martire e insegnaci ad amare anche i nostri nemici sull'esempio di lui che morendo pregò per i suoi persecutori. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.





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27/12/2007 06:20

27 dicembre - SAN GIOVANNI, APOSTOLO ED EVANGELISTA


Il 27 dicembre ricorre la Festa di san Giovanni, apostolo ed evangelista.


Prima Lettura:

Dalla prima lettera di san Giovanni, apostolo


Il Verbo della vita e la luce di Dio


Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.
Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che ora vi annunziamo: Dio è luce e in lui non ci sono tenebre. Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa. Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
Da questo sappiamo d'averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti.



Responsorio: (1Gv 1, 2. 4; Gv 20, 31)

Annunziamo a voi la vita eterna, che era presso il Padre ed è apparsa tra noi: questo vi scriviamo, perché abbiate la gioia, e la vostra gioia sia perfetta.
Tutto questo fu scritto, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio; e perché credendo abbiate la vita nel suo nome,
e la vostra gioia sia perfetta.


Seconda lettura:

Dai « Trattati sulla prima Lettera di Giovanni » di sant'Agostino, vescovo


La Vita si è manifestata nella carne


Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi e ciò che le nostre mani hanno toccato del Verbo della vita (cfr. 1 Gv 1, 1). Chi è che tocca con le mani il Verbo, se non perché il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi? (cfr. Gv 1, 14).
Il Verbo che si è fatto carne, per poter essere toccato con mano cominciò ad essere carne dalla Vergine Maria; ma non cominciò allora ad essere Verbo, perché è detto: «Ciò che era fin da principio». Vedete se la lettera di Giovanni non conferma il suo vangelo, dove ora avete udito: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio» (Gv 1, 1).
Forse qualcuno prende l'espressione «Verbo della vita» come se fosse riferita a Cristo, ma non al corpo di Cristo toccato con mano. Ma fate attenzione a quel che si aggiunge: «La vita si è fatta visibile» (1 Gv 1, 2). E' Cristo dunque il Verbo della vita.
E come si è fatta visibile? Esisteva fin dal principio, ma non si era ancora manifestata agli uomini; si era manifestata agli angeli ed era come loro cibo. Ma cosa dice la Scrittura? «L'uomo mangiò il pane degli angeli» (Sal 77, 25).
Dunque la vita stessa si è resa visibile nella carne; si è manifestata perché la cosa che può essere visibile solo al cuore, diventasse visibile anche agli occhi e risanasse i cuori. Solo con il cuore infatti può essere visto il Verbo, la carne invece anche con gli occhi del corpo. Si verificava dunque anche la condizione per vedere il Verbo: il Verbo si è fatto carne, perché la potessimo vedere e fosse risanato in noi ciò che ci rende possibile vedere il Verbo.
Disse: «Noi rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile» (1 Gv 1, 2), ossia, si è resa visibile fra di noi; o meglio, si è manifestata a noi.
«Quello dunque che abbiamo veduto e udito, lo annunziamo anche a voi» (1 Gv 1, 3). Comprenda bene il vostro amore: «Quello che abbiamo veduto e udito, lo annunziamo anche a voi». Essi videro il Signore stesso presente nella carne e ascoltarono le parole dalla bocca del Signore e lo annunziarono a noi. Anche noi perciò abbiamo udito, ma non abbiamo visto.
Siamo dunque meno fortunati di coloro che hanno visto e udito? E come mai allora aggiunge: «Perché anche voi siate in comunione con noi»? (1 Gv 1, 3). Essi hanno visto, noi no, eppure siamo in comunione, perché abbiamo una fede comune.
La nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la vostra gioia sia perfetta (cfr. 1 Gv 1, 3-4). Afferma la pienezza della gioia nella stessa comunione, nello stesso amore, nella stessa unità.



Responsorio:

Ecco Giovanni, che durante la cena posò il capo sul petto del Signore: apostolo beato, a lui fu rivelato il mistero di Dio.
Dal cuore stesso di Cristo attinse l'acqua viva del vangelo:
apostolo beato, a lui fu rivelato il mistero di Dio.


Orazione:

O Dio, che per mezzo dell'apostolo Giovanni ci hai rivelato le misteriose profondità del tuo Verbo: donaci l'intelligenza penetrante della Parola di vita, che egli ha fatto risuonare nella tua Chiesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.



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28/12/2007 07:14

28 dicembre - SANTI INNOCENTI, MARTIRI - Festa


Antifona all'Invitatorio:

Cristo Signore, nato per noi,
ai santi Innocenti ha dato la corona del martirio:
venite, adoriamo.


Prima lettura:

Dal libro dell'Esodo 1, 8-16. 22


La strage dei bambini ebrei in Egitto


In quei giorni, sorse sull'Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. E disse al suo popolo: << Ecco che il popolo dei figli d'Israele è più numeroso e più forte di noi. Prendiamo provvedimenti nei suoi riguardi per impedire che aumenti, altrimenti, in caso di guerra, si unirà ai nostri avversari, combatterà contro di noi e poi partirà dal paese >>. Perciò vennero imposti agli Ebrei dei sovrintendenti ai lavori forzati per opprimerli con i loro gravami, e così costruirono per il faraone la città-deposito, cioè Pitom e Ramses. Ma quanto più opprimevano il popolo, tanto più esso si moltiplicava e cresceva oltre misura; si cominciò a sentire come un incubo la presenza dei figli d'Israele. Per questo gli Egiziani fecero lavorare i figli d'Israele trattandoli duramente. Resero loro amara la vita costringendoli a fabbricare mattoni d'argilla e con ogni sorta di lavoro nei campi: e a tutti questi lavori li obbligarono con durezza.
Il re d'Egitto disse alle levatrici degli Ebrei, delle quali una si chiamava Sifra e l'altra Pua: << Quando assisterete al parto delle donne ebree, osservate quando il neonato è ancora tra le due sponde del sedile per il parto: se è un maschio, lo farete morire; se è una femmina potrà vivere >>. Allora il faraone diede quest'ordine a tutto il suo popolo: << Ogni figlio maschio che nascerà agli Ebrei, lo getterete nel Nilo, ma lascerete vivere ogni figlia >>.


Responsorio: Is 65, 19; Ap 21, 4. 5

Gioia per il mio popolo: non si udranno più voci di pianto e grida di angoscia.
Non vi sarà più morte, né lutto, né lamento, né dolore: io faccio nuove tutte le cose.
Non si udranno più voci di pianto e grida di angoscia.


Seconda lettura:

Dai << Discorsi >> di san Quodvultdeus, vescovo


Non parlano ancora e già confessano Cristo


Il grande Re nasce piccolo bambino. I magi vengono da lontano, guidati dalla stella e giungono a Betlemme, per adorare colui che giace ancora nel presepio, ma regna in cielo e sulla terra. Quando i magi annunziano ad Erode che è nato il Re, egli si turba e per non perdere il regno, cerca di ucciderlo, mentre credendo in lui, sarebbe stato sicuro in questa vita e avrebbe regnato eternamente nell'altra.
Che cosa temi, o Erode, ora che hai sentito che è nato il Re? Cristo non è venuto per detronizzarti, ma per vincere il demonio. Tu, questo non lo comprendi, perciò ti turbi e infierisci; anzi, per togliere di mezzo quel solo che cerchi, diventi crudele facendo morire tanti bambini.
Le madri che piangono non ti fanno tornare sui tuoi passi, non ti commuove il lamento dei padri per l'uccisione dei loro figli, non ti arresta il gemito straziante dei bambini. La paura che ti serra il cuore ti spinge ad uccidere i bambini e mentre cerchi di uccidere la Vita stessa, pensi di poter vivere a lungo, se riuscirai a condurre a termine ciò che brami. Ma egli, fonte della grazia, piccolo e grande nello stesso tempo, pur giacendo nel presepio, fa tremare il tuo trono; si serve di te che non conosci i suoi disegni e libera le anime dalla schiavitù del demonio. Ha accolto i figli dei nemici e li ha fatti suoi figli adottivi.
I bambini, senza saperlo, muoiono per Cristo, mengtre i genitori piangono i martiri che muoiono. Cristo rende suoi testimoni quelli che non parlano ancora. Colui che era venuto per regnare, regna in questo modo. Il liberatore incomincia già a liberare e il salvatore concede già la sua salvezza.
Ma tu, o Erode, che tutto questo non sai, ti turbi e incrudelisci e mentre macchini ai danni di questo bambino, senza saperlo, già gli rendi omaggio.
O meraviglioso dono della grazia! Quali meriti hanno avuto questi bambini per vincere in questo modo? Non parlano ancora e già confessano Cristo! Non sono ancora capaci di affrontare la lotta, perché non muovono ancora le membra e tuttavia già portano trionfanti la palma della vittoria.



Responsorio: Ap 5, 14; 4, 10; 7, 11

Prostràti, adorarono colui che vive nei secoli dei secoli, deponendo le loro corone davanti al trono del Signore.
S'inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono, e lodarono colui che vive nei secoli dei secoli,
deponendo le loro corone davanti al trono del Signore.


Orazione:

Signore nostro Dio, che oggi nei santi Innocenti sei stato glorificato non a parole, ma col sangue, concedi anche a noi di esprimere nella vita la fede che professiamo con le labbra. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


[Modificato da auroraageno 28/12/2007 07:17]

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29/12/2007 05:44

29 dicembre - QUINTO GIORNO DELL'OTTAVA DI NATALE

Antifona:

Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.


Salmo 45


Dio è per noi rifugio e forza,
aiuto sempre vicino nelle angosce.

Perciò non temiamo se trema la terra,
se crollano i monti nel fondo del mare.
Fremano, si gonfino le sue acque,
tremino i monti per i suoi flutti.

Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio,
la santa dimora dell'Altissimo.

Dio sta in essa: non potrà vacillare;
la soccorrerà Dio, prima del mattino.
Fremettero le genti, i regni si scossero;
egli tuonò, si sgretolò la terra.

Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.

Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto portenti sulla terra.

Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.


Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, com'era nel principio, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.


Antifona:

Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.


Prima lettura:

Dalla lettera ai Colossesi di san Paolo, apostolo (1, 1-14)

Azione di grazie e preghiera


Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, ai santi e fedeli fratelli in Cristo che dimorano in Colossi: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro!
Noi rendiamo continuamente grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nelle nostre preghiere per voi, per le notizie ricevute circa la vostra fede in Cristo Gesù, e la carità che avete verso tutti i santi, in vista della speranza che vi attende nei cieli. Di questa speranza voi avete già udito l'annunzio dalla parola di verità del vangelo il quale è giunto a voi, come pure in tutto il mondo fruttifica e si sviluppa; così anche fra voi dal giorno in cui avete ascoltato e conosciuto la grazia di Dio nella verità, che avete appresa da Epafra, nostro caro compagno nel ministero; egli ci supplisce come un fedele ministro di Cristo, e ci ha pure manifestato il vostro amore nello Spirito.
Perciò anche noi, da quando abbiamo saputo vostre notizie, non cessiamo di pregare per voi, e di chiedere che abbiate una conoscenza piena della sua volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; rafforzandovi con ogni energia secondo la sua gloriosa potenza, per poter essere forti e pazienti in tutto; ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.

E' lui infatti che ci ha liberati
dal potere delle tenebre
e ci ha trasferiti
nel regno del suo Figlio diletto,
per opera del quale abbiamo la redenzione,
la remissione dei peccati.

- Parola di Dio
- Rendiamo grazie a Dio.

Responsorio: (Col 1, 12. 13; Gc 1, 17)

Ringraziamo con gioia il Padre: ci ha liberati dal potere delle tenebre, ci ha trasferiti nel regno del suo amatissimo Figlio.
Ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall'alto e scende dal Padre della luce:
ci ha trasferiti nel regno del suo amatissimo Figlio.


Seconda lettura:

Dai « Discorsi » di san Bernardo, abate

Nella pienezza dei tempi
è venuta anche la pienezza della divinità



Si sono manifestate la bontà e l'umanità di Dio Salvatore nostro (cfr. Tt 2, 11). Ringraziamo Dio che ci fa godere di una consolazione così grande in questo nostro pellegrinaggio di esuli, in questa nostra miseria. Prima che apparisse l'umanità, la bontà era nascosta: eppure c'era anche prima, perché la misericordia di Dio è dall'eternità. Ma come si poteva sapere che è così grande? Era promessa, ma non si faceva sentire, e quindi da molti non era creduta. Molte volte e in diversi modi il Signore parlava nei profeti (cfr. Eb 1, 1). Io - diceva - nutro pensieri di pace, non di afflizione (cfr. Ger 29, 11). Ma che cosa rispondeva l'uomo, sentendo l'afflizione e non conoscendo la pace? Fino a quando dite: Pace, pace, e pace non c'è? Per questo gli annunziatori di pace piangevano amaramente (cfr. Is 33, 7) dicendo: Signore, chi ha creduto al nostro annunzio? (cfr. Is 53, 1).
Ma ora almeno gli uomini credono dopo che hanno visto, perché la testimonianza di Dio è diventata pienamente credibile (cfr. Sal 92, 5). Per non restare nascosto neppure all'occhio torbido, Egli ha posto nel sole il suo tabernacolo (cfr Sal 18, 6).
Ecco la pace: non promessa, ma inviata; non differita, ma donata; non profetata, ma presente. Dio Padre ha inviato sulla terra un sacco, per così dire, pieno della sua misericordia; un sacco che fu strappato a pezzi durante la passione perché ne uscisse il prezzo che chiudeva in sé il nostro riscatto; un sacco certo piccolo, ma pieno, se ci è stato dato un Piccolo (cfr. Is 9, 5) in cui però « abita corporalmente tutta la pienezza della divinità » (Col 2, 9). Quando venne la pienezza dei tempi, venne anche la pienezza della divinità.
Venne Dio nella carne per rivelarsi anche agli uomini che sono di carne, e perché fosse riconosciuta la sua bontà manifestandosi nell'umanità. Manifestandosi Dio nell'uomo, non può più esserne nascosta la bontà. Quale prova migliore della sua bontà poteva dare se non assumendo la mia carne? Proprio la mia, non la carne che Adamo ebbe prima della colpa.
Nulla mostra maggiormente la sua misericordia che l'aver egli assunto la nostra stessa miseria. Signore, che è quest'uomo perché ti curi di lui e a lui rivolga la tua attenzione? (cfr. Sal 8, 5; Eb 2, 6). Da questo sappia l'uomo quanto Dio si curi di lui, e conosca che cosa pensi e senta nei suoi riguardi. Non domandare, uomo, che cosa soffri tu, ma che cosa ha sofferto lui. Da quello a cui egli giunse per te, riconosci quanto tu valga per lui, e capirai la sua bontà attraverso la sua umanità. Come si è fatto piccolo incarnandosi, così si è mostrato grande nella bontà; e mi è tanto più caro quanto più per me si è abbassato. Si sono manifestate - dice l'Apostolo - la bontà e l'umanità di Dio nostro Salvatore (cfr. Tt 3, 4). Grande certo è la bontà di Dio e certo una grande prova di bontà egli ha dato congiungendo la divinità con l'umanità.


Responsorio: (Ef 1, 5; Rm 8. 29)

Dio ci ha predestinati ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo: questo è il suo piano di amore, a lode e gloria della sua grazia.
Egli ci ha conosciuti da sempre, e ci ha predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo;
a lode e gloria della sua grazia.


Orazione:

O Dio invisibile ed eterno, che nella venuta del Cristo vera luce hai rischiarato le nostre tenebre, guarda con bontà questa tua famiglia, perché possa celebrare con lode unanime la nascita gloriosa del tuo unico Figlio. Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.





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