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Pioggia di Vita, per chi crede e per chi non crede

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2013 11:23
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6 dicembre - SAN NICOLA, VESCOVO

Il 6 dicembre ricorre le mamoria di san Nicola, vescovo.

Vescovo di Mira nella Licia (oggi Turchia), morì verso la metà del IV secolo. E' onorato in tutta la Chiesa, soprattutto a partire dal X secolo.


Prima lettura:

Dal libro del profeta Isaia (16, 1-5; 17, 4-8)


Mandate agnelli al signore del paese,
dalla rupe verso il deserto
al monte della figlia di Sion.
Come un uccello fuggitivo,
come una nidiata dispersa
saranno le figlie di Moab
ai guadi dell'Arnon.
Dacci un consiglio,
prendi una decisione!
Rendi come la notte la tua ombra
in pieno mezzogiorno;
nascondi i dispersi,
non tradire i fuggiaschi.
Siano tuoi ospiti
i dispersi di Moab;
sii loro rifugio
di fronte al devastatore.
Quando sarà estinto il tiranno
e finita la devastazione,
scomparso il distruttore della regione,
allora sarà stabilito un trono sulla mansuetudine,
vi siederà con tutta fedeltà, nella tenda di Davide,
un giudice sollecito del diritto
e pronto alla giustizia.
In quel giorno
verrà ridotta la gloria di Giacobbe,
e sarà smunta la floridezza delle sue membra.
Avverrà come quando il mietitore prende
una manciata di steli,
e con l'altro braccio falcia le spighe,
come quando si raccolgono le spighe
nella valle di Rèfaim.
Vi resteranno solo racimoli,
come alla bacchiatura degli ulivi:
due o tre bacche sulla cima dell'albero,
quattro o cinque sui rami da frutto.
Oracolo del Signore, Dio d'Israele.
In quel giorno si volgerà l'uomo al suo creatore
e i suoi occhi guarderanno al Santo d'Israele.
Non si volgerà agli altari, lavoro delle sue mani;
non guarderà ciò che fecero le sue dita,
i pali sacri e gli altari per l'incenso.



Responsorio: (Ger 33, 15. 16; Is 16, 5)

Farò nascere da Davide un germoglio di giustizia: riporterà sulla terra il giudizio e il diritto.
Lo chiameranno: Signore-nostra-giustizia.
Fonderà il suo regno sull'amore e la fedeltà, giusto giudice, difensore dei poveri.
Lo chiameranno: Signore-nostra-giustizia.



Seconda lettura:

Dal << Commento sul Diatèssaron >> di sant'Efrem, diacono


Nessuno conosce quell'ora, neanche gli angeli, neppure il Figlio (cfr. Mt 24, 36). Disse questo
per impedire che i discepoli lo interrogassero ancora sul tempo della sua venuta. << Non spetta
a voi >>, disse, << conoscere i tempi e i momenti >> (At 1, 7). Egli nascose la cosa perché
fossimo vigilanti e ognuno di noi ritenesse che il fatto può accadere ai nostri stessi giorni. Se
infatti fosse stato rivelato il tempo della sua venuta, il suo avvento sarebbe rimasto senza mordente,
né la sua manifestazione avrebbe costituito oggetto di attesa delle nazioni e dei secoli. Disse
perciò semplicemente che sarebbe venuto, ma non determinò il tempo, e così ecco che in tutte
le generazioni e nei secoli si mantiene viva la speranza del suo arrivo.
Benché infatti il Signore abbia indicato i segni della sua venuta, tuttavia non si comprende la
loro ultima scadenza, poiché attraverso molteplici mutazioni essi vennero, passarono e sono
tuttora in atto. La sua ultima venuta infatti è simile alla prima. Come lo attendevano i giusti e i
profeti, perché pensavano che si sarebbe rivelato ai loro giorni, così oggi i fedeli desiderano
accoglierlo, ognuno nel proprio tempo; appunto perché non indicò chiaramente il giorno della
sua visita; ciò soprattutto perché nessuno pensasse che fosse sottomesso a costrizione e a
tempi colui che ha il libero dominio dei ritmi e dei tempi. Ciò che lui stesso ha stabilito, come
poteva essergli nascosto, dal momento che egli stesso ha manifestato perfino i segni della sua
venuta?
Disse dunque: << Non lo so >>, anzitutto per impedire che lo interrogassero ancora, e poi perché
risultassero efficaci i segni indicati. Mise in risalto quei segni perché fin dall'inizio tutti i popoli
e tutti i tempi avessero motivo di pensare che la sua venuta si sarebbe potuta verificare ai loro
giorni.
Vegliate, perché quando il corpo s'addormenta, ha in noi il sopravvento la natura, e la nostra
azione non si svolge secondo la nostra volontà, ma si compie secondo un impulso inconscio.
E quando il torpore, cioè la viltà e la trepidazione, domina l'anima, prende dominio su di lei il
nemico e fa per suo mezzo ciò ch'essa non vuole. Sulla natura domina una forza bruta e
sull'anima domina il nemico.
Pertanto la vigilanza di cui parlò il Signore nostro è prescritta per ambedue: per il corpo, perché
non si abbandoni a pesante sonno; per l'anima, perché non cada nel torpore della pusillanimità,
secondo quel che dice la Scrittura: Siate vigilanti, o giusti (cfr. 1 Cor 15, 34) e: Mi sono alzato
e sono con te (cfr. Sal 138, 18), e ancora: Non lasciatevi stancare, e perciò non desistiamo dal
ministero che ci è stato affidato (cfr. 2 Cor 4, 1).



Responsorio: (Cfr. Is 55, 3-4; cfr. At 28, 28)


Ristabilirò per voi un'alleanza eterna, fedele al mio amore per Davide. L'ho costituito testimonio
tra i popoli, guida e maestro delle nazioni.
Anche ai pagani è mandato Cristo salvezza di Dio, ed essi l'accoglieranno,
guida e maestro delle nazioni.


Orazione:

Mostra la tua potenza, Signore, e con grande forza soccorri i tuoi fedeli; la tua grazia vinca le
resistenze del peccato e affretti il momento della salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, che
è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.





_________Aurora Ageno___________
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