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Dickinson, Emily - Biografia - Commento - Poesie

Ultimo Aggiornamento: 24/11/2007 10:13
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23/11/2007 20:27

- 511 -




Se tu dovessi venire in autunno
mi leverei di torno l'estate
con un gesto stizzito e un sorrisetto,
come fa la massaia con la mosca.

Se entro un anno potessi rivederti,
avvolgerei in gomitoli i mesi,
per poi metterli in cassetti separati -
per paura che i numeri si mescolino.

Se mancassero ancora alcuni secoli,
li conterei ad uno ad uno sulla mano -
sottraendo, finché non mi cadessero
le dita nella Terra di Van Dieman *.

Se fossi certa che, finita questa vita,
io e te vivremo ancora -
come una buccia la butterei lontano -
e accetterei l'eternità all'istante.

Ma ora, incerta della dimensione
di questa che sta in mezzo,
la soffro come l'ape-spiritello
che non preannuncia quando pungerà.





* 'Terra di Van Dieman' era l'antico nome della Tasmania (N.d.T.)




_________Aurora Ageno___________
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23/11/2007 20:29

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Mio - per diritto della bianca elezione!
Mio - per sigillo regale!
Mio - per il segno della rossa prigione
che le sbarre non potranno occultare!

Mio - qui - nella visione e nel divieto!
Mio - per l'annullamento della tomba -
intestato e ratificato -
delirante contratto!
Mio - nel trascorrere dei secoli!







_________Aurora Ageno___________
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23/11/2007 20:30

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Il cuore chiede il piacere innanzi tutto -
poi di poter evitare il dolore -
poi quei blandi sedativi
che alleviano la pena -

e poi di addormentarsi -
e infine - col consenso
del suo inquisitore -
il privilegio di morire.






_________Aurora Ageno___________
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23/11/2007 20:32

- 543 -




Temo un uomo di poche parole -
temo un uomo che tace -
l'arringatore - posso superarlo -
il chiacchierone - posso intrattenerlo -

ma di colui che pondera
mentre gli altri spendono tutto ciò che hanno -
di quest'uomo diffido -
temo che egli sia grande.







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23/11/2007 20:33

- 549 -




Ho sempre amato,
e te ne do la prova:
prima di amare,
io non ho mai vissuto pienamente.

Sempre amerò,
e questo è il mio argomento:
l'amore è vita
e la vita ha qualcosa di immortale.

Se dubiti di questo,
allora io, amore,
nient'altro ho da mostrare,
nient'altro che il Calvario.






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23/11/2007 20:34

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Gemeva per la sete, moribonda,
una tigre. E io cercai nella sabbia -
raccolsi alcune gocce da una roccia
e le portai in mano.

La morte aveva coperto i suoi forti
occhi d'un velo, ma osservando bene
vidi un'immagine d'acqua e di me -
impressa nella retina.

Non ebbi colpa io che corsi piano -
non ebbe colpa lei che morì
mentre ero ormai sul punto di raggiungerla -
la colpa fu - il fatto che era morta.






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23/11/2007 20:35

- 569 -




Se faccio una classifica -
prima metto il poeta -
poi il sole, poi l'estate -
poi il cielo di Dio -
e la lista è completa.

Ma, ripensando, il primo
comprende tutto, tanto
che il resto sembra solo
un'inutile mostra -
scrivo 'poeta' e basta.

Per lui è sempre estate -
può permettersi un sole
che all'Oriente parrebbe
veramente eccessivo.
E se il cielo ulteriore

è altrettanto bello
di quello che prepara
ai suoi adoratori -
è grazia troppo ardua
per meritare il sogno.







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23/11/2007 20:41

- 572 -




Se si guarda attraverso il dolore,
la felicità non è che un dipinto,
diventa ancora più desiderabile
perché impossibile da ottenere.

La montagna, a una certa distanza,
è tutta ammantata d'ambra.
Ci si avvicina, l'ambra diminuisce:
ed ecco, appare il cielo.






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23/11/2007 20:43

- 583 -




Un rospo può morire di luce -
la morte è il diritto comune
di uomini e rospi -
il privilegio
dei conti e dei più umili.
Perché vantarsi allora?
Il dominio del moscerino
è grande quanto il tuo.

Giudica il vino così -
privo di fiasco - privo di botte -
puro Reno -
qual'è il mio rubino?






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23/11/2007 20:44

- 589 -




Vasta era la notte
adornata d'una sola stella
che al passaggio di ogni nuvola
si spegneva per la paura.

Il vento si accaniva sul piccolo sul piccolo cespuglio
strappandogli le foglie lasciate da novembre -
poi si arrampicava
nervoso sulla gronda.

Non c'erano scoiattoli in giro -
lui sentiva, come felpa intermittente,
i passi tardivi di un cane
giù nella strada deserta -

Controllare che le imposte siano chiuse -
e più vicino al camino
spostare la piccola sedia a dondolo -
e commuoversi per i poveri -

La massaia così passava il tempo -
Ah, com'è più bello
- disse lei al sofà di fronte -
il nevischio, che il maggio senza te.







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23/11/2007 20:46

- 595 -




Bruciava il rosso alla base degli alberi,
intenso come le luci di scena -
mostrando ad essi, lontano, lontano,
il teatro del giorno.

Ed era l'universo che applaudiva -
mentre eminente nel mezzo della folla
dall'abito regale che indossava
io distinguevo Dio.






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23/11/2007 20:47

- 623 -




Per l'uomo era troppo tardi,
ancora presto invece era per Dio -
la creazione - impotente ad aiutare -
non rimaneva, di qua, che la preghiera -

E' davvero meraviglioso il cielo,
quando la terra non si può avere -
com'è accogliente allora il volto
del nostro vecchio vicino - Dio -






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23/11/2007 20:48

- 640 -




Con te non posso vivere:
sarebbe vita -
e la vita è lassù
dietro lo scaffale.

Ne ha la chiave il becchino
per mettere da parte
la nostra vita - la sua porcellana -
come una tazza

scartata dalla massaia
perché antiquata o rotta:
piace di più un nuovo Sèvres -
il vecchio si crepa facilmente.

Non potrei morire insieme a te -
perché uno di noi due deve aspettare
per abbassare le palpebre dell'altro.
Tu non potresti.

E come potrei io starti vicino -
e vederti gelare -
senza avere diritto anch'io al gelo -
il privilegio dei morti?

Né potrei risorgere con te -
perché il tuo viso oscurerebbe
quello di Gesù -
la nuova grazia

apparirebbe insignificante
ed estranea ai miei occhi nostalgici -
a meno che tu non splendessi
più vicino di lui.

Ci vorrebbero giudicare - e come?
Tu hai servito il Cielo, non è vero?
O hai fatto del tuo meglio.
Io non potevo -

perché tu hai saturato la mia vista -
e non ho avuto più occhi per guardare
perfezioni così squallide
come il paradiso.

E se tu fossi dannato
lo sarei anch'io -
anche se il mio nome risuonasse
altissimo nella gloria celeste.

E se tu fossi redento
e io invece condannata ad essere
là dove non sei tu -
sarebbe quello l'inferno per me.

Incontrarci a distanza -
questa è la nostra sorte -
tu là - io qua -
con solo la porta socchiusa -
oceani e preghiera -
e quel bianco nutrimento -
la disperazione.








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23/11/2007 20:50

- 654 -




Un lungo, lungo sonno, un sonno intenso -
che non dà segno di accorgersi dell'alba -
né battendo le palpebre
né stirando le braccia - un sonno libero.

C'è mai stata indolenza pari a questa?
Su una sponda di pietra crogiolarsi
mentre passano i secoli, ignorando
beatamente se sia mezzogiorno?






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23/11/2007 20:51

- 656 -




Si chiama autunno
e ha il colore del sangue:
un'arteria sopra la collina
una vena lungo la strada

grandi globuli nei viali -
e, oh, un'inondazione di macchie
quando i venti sconvolgono il bacino
e fan cadere una pioggia scarlatta.

Spruzza cuffie giù lontano
forma rosse pozzanghere -
e in un turbine se ne fugge via
su ruote vermiglie.






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23/11/2007 20:52

- 657 -




Io abito la possibilità,
una casa più bella della prosa
con tante finestre in più
e porte migliori.

Ha stanze come cedri
dove lo sguardo non può penetrare -
e per tetto sterminato
la volta del cielo.

La frequenta la gente più amabile.
Così vi passo il tempo:
spalanco le mie piccole mani
per colmarle di Paradiso.






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23/11/2007 20:53

- 659 -




Quel primo giorno in cui tu, amore,
mi lodasti, dicendo che ero forte,
e che sarei potuta diventare
potente, se mi fosse andato a genio -

quel giorno splende al centro, in mezzo agli altri,
come un gioiello tra ori differenti -
il più piccolo, che luceva prima,
e il più grande del mondo.







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23/11/2007 20:55

- 668 -




'Natura' è tutto ciò che noi vediamo:
il colle, il pomeriggio, lo scoiattolo,
l'eclissi, il calabrone.
O meglio, la natura è il paradiso.
Natura è tutto ciò che noi udiamo:
il bobolink, il mare, il tuono, il grillo.
O meglio, la natura è armonia.
Natura è tutto quello che sappiamo
senza avere la capacità di dirlo,
tanto impotente è la nostra sapienza
a confronto della sua semplicità.







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23/11/2007 20:56

- 670 -




Non c'è bisogno di essere una camera
per venire infestati -
non c'è bisogno di essere una casa -
la mente ha corridoi in quantità.

Più sicuro è incontrare a notte fonda
un fantasma esteriore -
che affrontare l'intima presenza
di quel più gelido visitatore.

Più sicuro un galoppo in abbazia -
rincorsi dalle pietre -
che incontrare se stessi disarmati -
in un luogo del tutto solitario.

L'io che dietro di noi rimane occulto,
questo è terrorizzante -
l'assassino nascosto in casa nostra -
non è poi un così profondo orrore.

Il corpo impugna a un tratto la pistola -
mette spranghe alla porta -
trascurando un fantasma superiore
ancora più vicino.







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23/11/2007 20:58

- 675 -




Gli oli essenziali vengono spremuti -
i soli solamente non potranno
ricavare l'essenza dalla rosa -
ci vuole il torchio per questo.

La rosa comune avvizzisce -
ma questa nel cassetto della dama
crea l'estate quando la dama giace
nel rosmarino eterno.







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23/11/2007 20:59

- 679 -




Io so bene che dentro la mia stanza
c'è un amico invisibile -
non si rivela con qualche movimento
né parla per darmi una conferma.

Non c'è bisogno ch'io gli trovi posto:
è una cortesia più conveniente
l'ospitale intuizione
della sua compagnia.

La sola libertà che si concede
è di essere presente.
Né io né lui violiamo con un suono
l'integrità di questa muta intesa.

Non potrei mai stancarmi di lui:
sarebbe come se un atomo ad un tratto
si annoiasse di stare sempre insieme
agli innumeri elementi dello spazio.

Ignoro se visiti anche altri,
se rimanga con loro oppure no.
Ma il mio istinto lo sa riconoscere:
il suo nome è Immortalità.







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23/11/2007 21:00

- 691 -




Vi serve un po' di estate? La nostra è assai gustosa!
Spezie? Noi le vendiamo!
Siete malati? Abbiamo bacche contro l'arsura!
Siete stanchi? In tal caso, piume per riposare!
Perplessi? Estensioni di tranquille violette!
Prigionieri? Il sollievo delle rose per voi!
Fiacchi? Bottiglie d'aria!
Persino per la morte, la medicina magica.
Quale sarebbe, scusi?







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23/11/2007 21:01

- 692 -




Il sole tramontava, continuava
a tramontare, e io non percepivo
sul villaggio i colori della sera,
di casa in casa era mezzogiorno.

Il giorno si attenuava, continuava
ad attenuarsi, non c'era rugiada
sull'erba: si posava sulla fronte
e poi mi si spargeva sopra il viso.

Dormivano i miei piedi, continuavano
a dormire, ma le dita erano sveglie,
e tuttavia, perché un così lieve
suono veniva dalla mia sembianza?

Conoscevo bene la luce, prima,
e non la posso più vedere adesso.
Questo è morire, e io sto morendo
ma non ho paura di saperlo.







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23/11/2007 21:02

- 704 -




Adesso - non importa - amore -
ma un giorno - quando sarò conte -
non rimpiangerai di non aver parlato
a quella stupida ragazza?

Solo - una parola insignificante -
un sorriso insignificante -
ma non rimpiangerai di averne risparmiato uno,
quando sarò conte?

Non ne avrò bisogno - allora -
mi basterà il pennacchio -
mi basteranno un'aquila
sulla fibbia, e anche sulla cintura,

e l'abito consueto d'ermellino.
Dimmi - amore - quel giorno
non rimpiangerai di non avermi donato
un semplice sorriso?







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23/11/2007 21:03

- 709 -




Pubblicare è vendere all'incanto
la mente umana.
Tanta viltà si può giustificare
soltanto in caso di miseria nera.

Può essere. Ma noi preferiremmo
dalla nostra soffitta andare candidi
al candido Creatore, che sfruttare
la nostra neve.

Il pensiero appartiene a chi lo esprime
e poi a chi lo indossa
corporea illustrazione.
Vendi l'aria regale in un pacchetto,

commercia pure la grazia celeste,
ma non ridurre
lo spirito dell'uomo
all'infamia di un prezzo.







_________Aurora Ageno___________
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