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Salvatore Quasimodo - Biografia e raccolta Poesie

Ultimo Aggiornamento: 30/01/2008 07:25
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29/12/2007 06:02

COMPAGNO



Non so che luce mi dèsti:
nuziale ellisse di bianco e di celeste
precipita e in me frana. Tu sei,
beata nascita, a toccarmi
e nei silenzi aduni figure dell'infanzia:

mitissimi occhi di pecora trafitta,
un cane che m'uccisero,
e fu un compagno brutto e aspro
dalle scapole secche.

E quel fanciullo io amavo
sopra gli altri; destro
nel gioco della lippa e delle piastre
e tacito sempre e senza riso.

Si cresceva in vista d'alti cieli
correndo terre e vapori di pianeti:
misteriosi viaggi a lume di lucerna,
e il sonno tardo mi chiudeva assorto
nei canti dei pollai, sereni,
nel primo zoccolar vicino ai forni
delle serve discinte.

M'hai dato pianto
e il nome tuo la luce non mi schiara,
ma quello bianco d'agnello
del cuore che ho sepolto.






_________Aurora Ageno___________
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29/12/2007 06:03

LAMENTAZIONE D'UN FRATICELLO D'ICONA



Di assai aridità mi vivo,
mio Dio;
il mio verde squallore!

Romba alta una notte
di caldi insetti;

il cordiglio mi slega
la tunica marcia d'orbace.

Mi cardo la carne
tarlata d'acaridi:
amore, mio scheletro.

Nascosto, profondo, un cadavere
mastica terra intrisa d'orina.

Mi pento
d'averti donato il mio sangue,
Signore, mio asilo:

misericordia!






_________Aurora Ageno___________
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29/12/2007 06:04

SENZA MEMORIA DI MORTE



Primavera solleva alberi e fiumi;
la voce fonda non odo,
in te perduto, amata.

Senza memoria di morte,
nella carne congiunti
il rombo d'ultimo giorno
ci desta adolescenti.

Nessuno ci ascolta;
il lieve respiro del sangue!

Fatta ramo
fiorisce sul tuo fianco
la mia mano.

Da piante pietre acque
nascono gli animali
al soffio dell'aria.






_________Aurora Ageno___________
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29/12/2007 06:06

PREGHIERA ALLA PIOGGIA



Odore buono del cielo
sull'erbe,
pioggia di prima sera.

Nuda voce, t'ascolto:
e ne ha primizie dolci di suono
e di rifugio il cuore arato;

e mi sollevi muto adolescente,
d'altra vita sorpreso e d'ogni moto
di subite resurrezioni
che il buio esprime e trasfigura.

Pietà del tempo celeste,
della sua luce
d'acque sospese;

del nostro cuore
delle vene aperte
sulla terra.






_________Aurora Ageno___________
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10/01/2008 05:35

AUTUNNO



Autunno mansueto, io mi posseggo
e piego alle tue acque a bermi il cielo,
fuga soave d'alberi e d'abissi.

Aspra pena del nascere
mi trova a te congiunto;
e in te mi schianto e risano:

povera cosa caduta
che la terra raccoglie.







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10/01/2008 05:36

FOCE DEL FIUME ROIA




Un vento grave d'ottoni
mortifica il mio canto,
e tu soffri a grembo aperto
la voce disumana.

Da me divisa s'autunna
ai moti estremi giovinezza
e dichina.

La sera è qui, venuta ultima,
uno strazio d'albatri;
il greto ha tonfi, sulla foce,
amari, contagio d'acque desolate.

Lievita la mia vita di caduto,
esilio morituro.







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10/01/2008 05:37

DORMONO SELVE




Matrice secca d'amore e di nati,
ti gemo accanto
da lunghi anni, disabitato.

Dormono selve
di verde serene, di vento,
pianure dove lo zolfo
era l'estate dei miti
immobile.

Non eri entrata a vivermi,
presagio di durevole pena.
La terra moriva sulle acque
antiche mani nei fiumi
coglievano papiri.

Non so odiarti: così lieve
il mio cuore d'uragano.







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10/01/2008 05:38

ALLA NOTTE




Dalla tua matrice
io salgo immemore
e piango.

Camminano angeli, muti
con me; non hanno respiro le cose;
in pietra mutata ogni voce,
silenzio di cieli sepolti.

Il primo tuo uomo
non sa, ma dolora.








_________Aurora Ageno___________
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10/01/2008 05:39

LA MIA GIORNATA PAZIENTE




La mia giornata paziente
a te consegno, Signore,
non sanata infermità,
i ginocchi spaccati dalla noia.

M'abbandono, m'abbandono;
ululo di primavera,
è una foresta
nata nei miei occhi di terra.







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14/01/2008 06:28

METAMORFOSI NELL'URNA DEL SANTO



I morti maturano,
il mio cuore con essi.
Pietà di sé
nell'ultimo umore ha la terra.

Muove nei vetri dell'urna
una luce d'alberi lacustri;

mi devasta oscura mutazione,
santo ignoto: gemono al seme sparso
larve verdi:
il mio volto è loro primavera.

Nasce una memoria di buio
in fondo a pozzi murati,
un'eco di timpani sepolti:

sono la tua reliquia
patita.







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14/01/2008 06:29

A ME DISCESA PER NUOVA INNOCENZA



Era beata stanotte la tua voce
a me discesa per nuova innocenza
nel tempo che patisco un nascimento
d'accorate letizie.

Tremavi bianca,
le braccia sollevate;
e io giacevo in te
con la mia vita
in poco sangue raccolta,
dimentico del canto
che già m'ha fatto estrema,
con la donna che mi tolse in disparte,

la mia tristezza
d'albero malnato.








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14/01/2008 06:31

ISOLA
Io non ho che te
cuore della mia razza.





Di te amore m'attrista,
mia terra, se oscuri profumi
perde la sera d'aranci,
o d'oleandri, sereno,
cammina con rose il torrente
che quasi n'è tocca la foce.

Ma se torno a tue rive
e dolce voce al canto
chiama da strada timorosa
non so se infanzia o amore,
ansia d'altri cieli mi volge,
e mi nascondo nelle perdute cose.







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14/01/2008 06:32

DOVE I MORTI STANNO AD OCCHI APERTI



Seguiremo case silenziose
dove morti stanno ad occhi aperti
e bambini già adulti
nel riso che li attrista,
e fronde battono i vetri taciti
a mezzo delle notti.

Avremo voci di morti anche noi,
se pure fummo vivi talvolta
o il cuore delle selve e la montagna,
che ci sospinse ai fiumi,
non ci volle altro che sogni.







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14/01/2008 06:33

DAMMI IL MIO GIORNO




Dammi il mio giorno;
ch'io mi cerchi ancora
un volto d'anni sopito
che un cavo d'acque
riporti in trasparenza;
e ch'io pianga amore di me stesso.

Ti cammino sul cuore,
ed è un ritrovarsi d'astri
in arcipelaghi insonni,
notte, fraterni a me
fossile emerso da uno stanco flutto;

un incurvarsi d'orbite segrete
dove siamo fitti
coi macigni e l'erbe.







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14/01/2008 06:34

CONVALESCENZA




Farsi amore un'altra morte sento
ignota a me, ma più di questa tarda,
che mi spinge sovente alle sue forme.

Abbandoni d'alga:
mi cerco negli oscuri accordi
di profondi risvegli
su rive dense di cielo.

Il vento s'innesta
docile al mio sangue,
ed è già voce e naufragio,
mani che rinascono:

mani conserte o palma a palma giunte
in distesa rinuncia.

Di te ha sgomento
il cuore secco e dolente,
infanzia imposseduta.








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14/01/2008 06:36

L'ANGELO



Dorme l'angelo
su rose d'aria, candido,
sul fianco,
a bacio del grembo
le belle mani in croce.

La mia voce lo desta
e mi sorride,
sparsa di polline
la guancia che posava.

Canta; m'assale il cuore,
opaco cielo d'alba.
L'angelo è mio;
io lo posseggo: gelido.







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14/01/2008 06:37

VITA NASCOSTA




Filtra l'ora e lo spazio
e non ha luce presagio
nell'abbandono dell'erbe;
e il vento, il fresco vento non versa
telai di suoni e chiarità improvvise,
e quando tace anche il cielo è solo.

Dammi vita nascosta,
e se non sai me pure occulta,
notte aereo mare.

Naufrago: e in ogni sillaba m'intendi
che dalla terra scava il suo spiraglio
e nell'ombra s'allarga,

e albero diventa o pietra o sangue
in ansiosa forma d'anima
che in sé muore,
me stesso brucato dal patire
che m'asserena, profondità d'amore.







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20/01/2008 06:02

MOBILE D'ASTRI E DI QUIETE



E se di me gioia ti vince,
è nodo d'ombre.
non altro ora consola
che il silenzio: e non ci sazia
volto mutevole d'aria e di colli,
giri la luce i suoi cieli cavi
a limite di buio.

Mobile d'astri e di quiete
ci getta notte nel veloce inganno:
pietre che l'acqua spolpa ad ogni foce.

Bambini dormono ancora nel tuo sonno;
io pure udivo un urlo talvolta
rompere e farsi carne;
e battere di mani ed una voce
dolcezze spalancarmi ignote.






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20/01/2008 06:04

FATTA BUIO ED ALTEZZA




Tu vieni nella mia voce:
e vedo il lume quieto
scendere in ombra a raggi
e farti nuvola d'astri intorno al capo.
E me sospeso a stupirmi degli angeli,
dei morti, dell'aria accesa in arco.

Non mia; ma entro lo spazio
riemersa, in me tremi
fatta buio ed altezza.







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20/01/2008 06:05

L'ACQUA INFRADICIA GHIRI




Lucida alba di vetri funerari.
L'acqua infradicia ghiri
nel buio vegetale,
dai grumi dei faggi
filtrando inconsapevole
nei tronchi cavi.

Come i ghiri, il tempo che dilegua:
e brucia il tonfo ultimo,
rapina di dolcezze.

Né in te riparo,
abbandonata al sonno
da fresca gioia:
vanamente rinsanguo fatto sesso.







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20/01/2008 06:06

SEME




Alberi d'ombre,
isole naufragano in vasti acquari,
inferma notte,
sulla terra che nasce:

un suono d'ali
di nuvola che s'apre
sul mio cuore.

Nessuna cosa muore,
che in me non viva.

Tu mi vedi: così lieve son fatto,
così dentro alle cose
che cammino coi cieli;

che quando Tu voglia
in seme mi getti
già stanco del peso che dorme.








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20/01/2008 06:07

PRIMO GIORNO




Una pace d'acque distese
mi desta nel cuore
d'antichi uragani,
piccolo mostro turbato.

Son lievi al mio buio
le stelle crollate con me
in sterili globi a due poli,
tra solchi d'aurore veloci:
amore di rupi e di nubi.

E' tuo il mio sangue,
Signore: moriamo.








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20/01/2008 06:09

VERDE DERIVA




Sera: luce addolorata,
pigre campane affondano.
Non dirmi parole: in me tace
amore di suoni, e l'ora è mia
come nel tempo dei colloqui
con l'aria e con le selve.

Sopori scendevano dai cieli
dentro acque lunari,
case dormivano sonno di montagne,
o angeli fermava la neve sugli ontani,
e stelle ai vetri
velati come carte d'aquiloni.

Verde deriva d'isole,
approdi di velieri,
la ciurma che seguiva mari e nuvole
in cantilena di remi e di cordami
mi lasciava la preda:
nuda e bianca, che a toccarla
si udivano in segreto
le voci dei fiumi e delle rocce.

Poi le terre posavano
su fondali d'acquario,
e ansia di noia e vita d'altri moti
cadeva in assorti firmamenti.

Averti è sgomento
che sazia d'ogni pianto,
dolcezza che l'isole richiami.









_________Aurora Ageno___________
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26/01/2008 06:37

FRESCHE DI FIUMI IN SONNO



Ti trovo nei felici approdi,
della notte consorte,
ora dissepolta
quasi tepore d'una nuova gioia,
grazia amara del viver senza foce.

Vergini strade oscillano
fresche di fiumi in sonno:
E ancora sono il prodigo che ascolta
dal silenzio il suo nome
quando chiamano i morti.

Ed è morte
uno spazio nel cuore.







_________Aurora Ageno___________
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26/01/2008 06:39

ANELLIDE ERMAFRODITO




Mite letargo d'acque:
la neve cede chiari azzurri.

Sono memoria
d'ogni mia ora terrena,
angelo biancospino.

A te mi porgo trebbiato
senza seme; e duole dentro
pietà di magre foglie
che m'aiuta la morte.

Dalla fangaia affiora
roseo anellide
ermafrodito.







_________Aurora Ageno___________
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