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Il Santo del giorno

Ultimo Aggiornamento: 28/01/2013 07:06
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6 Marzo

S. Rosa da Viterbo

Il fuoco dell¿innocenza, a cura di Antonio Maria Sicari




Dice il Vangelo che, per entrare nel regno dei cieli, bisogna “diventare come bambini”. Di solito l’indicazione viene accolta a livello personale, come invito a una “infanzia spirituale”, fatta di semplicità, di confidenza in Dio, e di abbandono nelle sue mani paterne. Ma ci sono, nella storia della Chiesa, epoche e situazioni così indurite e così malamente cresciute, che Dio sceglie delle creature innocenti per parlare ai forti e ai potenti che si fanno guerra, a danno dei poveri cristiani. Tale fu l’epoca in cui visse Rosa di Viterbo (tra il 1233 e il 1251) quando Federico II combatteva contro il Papa Innocenzo IV e la gente si divideva ferocemente in guelfi e ghibellini.
Che importanza e che forza poteva mai avere una ragazza di modeste condizioni, non ancora quindicenne, che percorreva le vie della città, vestita poveramente e con una piccola croce in mano, predicando la pace nel nome di Gesù? Eppure i potenti di allora giunsero fino a esiliarla con l’accusa che “infiammava gli animi”. Ma era solo il fuoco dell’innocenza che rendeva evidente la malizia dei forti e il dolore degli umili.
Per il resto non sono molte le notizie su questa giovane Santa.
Anche i suoi miracoli sono teneri, come quello dei tozzi di pane nascosti nel grembiule per donarli ai poveri. “Che cosa nascondi?”, chiede severo il papà piuttosto avaro. E la fanciulla, intimorita, risponde: “Rose”. E soltanto rose trova il genitore intestardito a investigare. Si legge un episodio simile nella vita di Santa Elisabetta d’Ungheria. Questa era stata regina; Rosa, invece, era così povera che nemmeno le “povere suore di San Damiano” vollero accettarla nel loro monastero. Ed ella ribatté allegramente: “Non mi volete da viva, ma sarete felici di avermi da morta”.
E così accadde quando, proclamata Santa, i viterbesi se la scelsero a patrona.



_________Aurora Ageno___________
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