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Santa Messa del giorno 5

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2013 11:54
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Liturgia di San Luca, evangelista *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA






18 OTTOBRE
SAN LUCA EVANGELISTA
Evangelista - (Sec. I) - Festa


LETTURE: 2 Tm 4, 10-17; Sal 144; Lc 10,1-9



Lo «scriba mansuetudinis Christi», come giustamente lo chiama Dante, era nato ad Antiochia, ed esercitava la professione di medico (Col 4,14). Dopo la conversione fu al servizio di Paolo (Filem 24; 2 Tim 4,11; Atti 16,1O-17; 20-21; 28) e gli fu probabilmente accanto nei suoi ultimi giorni (2 Tim 4,11). La sua origine greca e la sua provenienza dal paganesimo, la sua collaborazione all’opera apostolica di Paolo, appaiono sotto molti aspetti in tutta la sua azione evangelizzatrice e nei suoi scritti.

Il Vangelo di Luca ha per tema fondamentale l’ammissione di tutti i popoli alla salvezza (Lc 3,6; 7,1-9; 13,28-30; ecc.) e la partecipazione al Regno di tutte le categorie di persone che la Legge antica escludeva dal culto: i poveri, i peccatori, i deboli, le donne, i pagani (Lc 5,29-32; 7,36-50; 8,1-3; 10,21-22). E’ tutto un «lieto annuncio» che Gesù è il Salvatore, che è tutta bontà, misericordia, dolcezza, gioia. La sua vita-ministero è presentata come un «viaggio» di ascesa a Gerusalemme, al Calvario, alla gloria.
Gli Atti degli Apostoli sono per Luca una «storia-annuncio» della Chiesa missionaria nel mondo, nell’influsso potente dello Spirito Santo. Egli narra a cerchi concentrici il diffondersi del messaggio e del mistero di Cristo ad opera degli Apostoli, dei discepoli, dei diaconi, dei fedeli, presentando dapprima la Chiesa di Gerusalemme, poi le prime missioni in Palestina e dintorni, poi le grandi missioni apostoliche di Paolo. Negli Apostoli è sempre Cristo che opera per mezzo del suo Spirito che compie nel mondo la «nuova creazione».
Luca, autore degli Atti, rimase affascinato dalla comunità apostolica che uscita appena dal Cenacolo era già «un cuor solo e un’anima sola» (cf Atti 4,32).


Il Signore segue i suoi predicatori

Dalle «Omelie sui vangeli» di san Gregorio Magno, papa
(Om. 17, 1-3; PL 76, 1139)
Il nostro Signore e Salvatore, fratelli carissimi, ci ammonisce ora con la parola, ora con i fatti. A dire il vero, anche le sue azioni hanno valore di comando, perché mentre silenziosamente compie qualcosa ci fa conoscere quello che dobbiamo fare. Ecco che egli manda a due a due i discepoli a predicare, perché sono due i precetti della carità: l'amore di Dio, cioè, e l'amore del prossimo.
Il Signore manda i discepoli a due a due a predicare per indicarci tacitamente che non deve assolutamente assumersi il compito di predicare chi non ha la carità verso gli altri.
Giustamente poi è detto che «li inviò avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi» (Lc 10, 1). Il Signore infatti segue i suoi predicatori, perché la predicazione giunge prima, e solo allora il Signore viene ad abitare nella nostra anima, quando lo hanno preceduto le parole dell'annunzio, attraverso le quali la verità è accolta nella mente. Per questo dice Isaia ai medesimi predicatori: «Preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio» (Is 40, 3). E il salmista dice loro: «Spianate la strada a chi sale sul tramonto» (Sal 67, 5 volg.). Il Signore salì «sul tramonto» che fu la sua morte.
Effettivamente il Signore salì «sul tramonto» in quanto la sua morte gli servì come alto piedistallo per manifestare maggiormente la sua gloria mediante la risurrezione. Salì «sul tramonto» perché risorgendo calpestò la morte che aveva affrontato.
Noi dunque spianiamo la strada a colui che sale «sul tramonto» quando predichiamo alle vostre menti la sua gloria; perché, venendo poi egli stesso, le illumini con la presenza del suo amore.
Ascoltiamo quello che dice nell'inviare i predicatori: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe, perché mandi operai per la sua messe» (Mt 9, 37-38). Per una grande messe gli operai sono pochi. Di questa scarsità non possiamo parlare senza profonda tristezza, poiché vi sono persone che ascolterebbero la buona parola, ma mancano i predicatori. Ecco, il mondo è pieno di sacerdoti, e tuttavia si trova assai di rado chi lavora nella messe del Signore. Ci siamo assunti l'ufficio sacerdotale, ma non compiamo le opere che l'ufficio comporta.
Perciò riflettete attentamente, fratelli carissimi, sulla parola del Signore: «Pregate il padrone della messe, perché mandi operai per la sua messe». Pregate voi per noi, perché siamo in grado di operare per voi come si conviene; perché la lingua non resti inattiva dall'esortare, e il nostro silenzio non condanni, presso il giusto giudice, noi, che abbiamo assunto l'ufficio di predicatori.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Is 52,7
Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annunzia la pace,
che reca la buona novella, che proclama la salvezza.

Quam pulchri super montes pedes annuntiántis et prædicántis pacem, annuntiántis bonum, prædicántis salútem!

Colletta
Signore Dio nostro, che hai scelto san Luca per rivelare al mondo con la predicazione e con gli scritti il mistero della tua predilezione per i poveri, fa' che i cristiani formino un cuor solo e un'anima sola, e tutti i popoli vedano la tua salvezza. Per il nostro Signore...

Dómine Deus, qui beátum Lucam elegísti, ut prædicatióne et scriptis mystérium tuæ in páuperes dilectiónis reveláret, concéde, ut, qui tuo iam nómine gloriántur, cor unum et ánima una esse persevérent, et omnes gentes tuam mereántur vidére salútem. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 2 Tm 4, 10-17
Solo Luca è con me.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo Timòteo
Figlio mio, Dema mi ha abbandonato, avendo preferito le cose di questo mondo, ed è partito per Tessalònica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. Solo Luca è con me.
Prendi con te Marco e portalo, perché mi sarà utile per il ministero. Ho inviato Tìchico a Èfeso. Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Tròade in casa di Carpo, e i libri, soprattutto le pergamene.
Alessandro, il fabbro, mi ha procurato molti danni: il Signore gli renderà secondo le sue opere. Anche tu guàrdati da lui, perché si è accanito contro la nostra predicazione.
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 144
I tuoi santi, Signore, dicano la gloria del tuo regno.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.

Canto al Vangelo Gv 15,16
Alleluia, alleluia.
Io ho scelto voi, dice il Signore,
perché andiate e portiate frutto
e il vostro frutto rimanga.
Alleluia.





Vangelo Lc 10, 1-9
La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Sulle Offerte
Concedi a noi i tuoi fedeli, Signore, di servire santamente al tuo altare, perché il sacrificio che ti offriamo nella festa di san Luca, ci ottenga la guarigione dello spirito e il dono della vita nuova. Per Cristo nostro Signore.

Donis cæléstibus, da nobis, quæsumus, Dómine, líbera tibi mente servíre, ut múnera, quæ in festivitáte beáti Lucæ deférimus, et medélam nobis operéntur et glóriam. Per Christum.

Prefazio degli Apostoli II
La Chiesa fondata sugli Apostoli e sulla loro testimonianza.

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Tu hai stabilito la tua Chiesa
sul fondamento degli Apostoli,
perché sia, attraverso i secoli,
segno visibile della tua santità,
e in nome tuo trasmetta agli uomini
la verità che sono via al cielo.

Per questo mistero di salvezza,
uniti a tutti gli angeli,
proclamiamo nel canto la tua gloria.

Santo, Santo, Santo ...

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per Christum Dóminum nostrum. Quóniam Ecclésiam tuam in apostólicis tribuísti consístere fundaméntis, ut signum sanctitátis tuæ in terris manéret ipsa perpétuum, et cæléstia præbéret cunctis homínibus documénta. Quaprópter nunc et usque in sæculum cum omni milítia Angelórum devóta tibi mente concínimus, clamántes atque dicéntes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Antifona alla Comunione Cf Lc 10,1-9
Il Signore mandò i suoi discepoli
ad annunziare in ogni luogo:
«E' vicino a voi il regno di Dio».

Misit Dóminus discípulos, qui nuntiárent civitátibus: Appropinquávit in vos regnum Dei.

Dopo la Comunione
La partecipazione al tuo sacramento, Signore, ci comunichi il tuo spirito di santità, e ci rafforzi nell'adesione al Vangelo, che san Luca ha trasmesso alla tua Chiesa. Per Cristo nostro Signore.

Præsta, quæsumus, omnípotens Deus, ut, quod de sancto altári tuo accépimus, nos sanctíficet, et in fide Evangélii, quod beátus Lucas prædicávit, fortes effíciat. Per Christum.


Giovedì 18 ottobre
Lc 10,1-9

In qualunque casa entriate, dite: «Pace».


Che tutti siano uno: per queste parole siamo nati, per l’unità, per contribuire a realizzarla nel mondo.
La pace è effetto dell’unità. Quando c’è unità fra noi e Dio c’è la pace interiore. Quando c’è unità fra i fratelli c’è la pace fra fratelli. Quando c’è unità fra i popoli, c’è la pace nel mondo.
La pace però è oggi un bene così prezioso che tutti noi dobbiamo impegnarci a salvaguardarla. È noto come nel mondo non regni la giustizia, come vi siano Paesi ricchi e Paesi poveri, affamati, mentre il piano di Dio sull’umanità sarebbe quello d’essere tutti fratelli, in una sola grande famiglia con un solo Padre. È questo squilibrio uno dei fattori, forse più determinante, che genera risentimento, ostilità, vendetta, terrorismo. E allora come creare maggiore uguaglianza? Come suscitare una certa comunione di beni? È ovvio che i beni non si muovono da sé se non si muovono i cuori. Occorre, quindi, diffondere l’amore, quell’amore reciproco che genera la fratellanza; occorre invadere il mondo con l’amore! cominciando da noi stessi.
Ma, qualcuno dei presenti mi potrebbe chiedere: «È compatibile l’amore, l’amarsi con lo stile di vita che le nostre culture ci hanno tramandato?». Sì, è possibile: andate a cercare nei vostri Libri sacri e troverete – è quasi dovunque – la cosiddetta Regola d’oro. Il cristianesimo la conosce così: «Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te» (cf Lc 6,31).
E se tu, ragazzo musulmano, ami; e tu, cristiano, ami; e tu, ebreo, ami; e tu, indù, ami; arriverete certamente ad amarvi a vicenda. E così fra tutti. Ed ecco realizzato un brano della fraternità universale.
Poi occorre amare gli altri prossimi, e voi in particolare, ragazzi, i ragazzi che incontrerete nella vita, perché se ogni simile ama il proprio simile, i ragazzi si lasciano meglio convincere e trascinare a grandi ideali dai ragazzi.
Amare dunque: è uno dei grandi segreti del momento. Amare con un amore speciale. Non certo quello limitato unicamente ai propri familiari o agli amici, ma l’amore verso tutti, simpatici e antipatici, poveri e ricchi, piccoli e grandi, della vostra patria e di un’altra, amici e nemici… Verso tutti.
E amare per primi, prendendo l’iniziativa, senza aspettare d’essere amati. E amare non solo a parole, ma concretamente, a fatti. E amarsi a vicenda.
Carissimi ragazzi e ragazze, se così farete, se così faremo tutti, la fratellanza universale s’allargherà, la solidarietà fiorirà, i beni saranno meglio distribuiti, e potrà risplendere sul mondo l’arcobaleno della pace: su quel mondo che, fra pochi anni, sarà nelle vostre mani.


Chiara Lubrich






_________Aurora Ageno___________
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