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Santa Messa del giorno 5

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2013 11:54
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XXXI SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - LUNEDÌ
MESSALE



Antifona d'Ingresso Sal 37,22-23
Non abbandonarmi, Signore mio Dio,
da me non star lontano;
vieni presto in mio aiuto,
Signore, mia salvezza.


Ne derelínquas me, Dómine Deus meus,

ne discédas a me; inténde in adiutórium meum,

Dómine, virtus salútis meæ.


Colletta
Dio onnipotente e misericordioso, tu solo puoi dare ai tuoi fedeli il dono di servirti in modo lodevole e degno; fa' che camminiamo senza ostacoli verso i beni da te promessi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio ...

Omnípotens et miséricors Deus, de cuius múnere venit, ut tibi a fidélibus tuis digne et laudabíliter serviátur, tríbue, quæsumus, nobis, ut ad promissiónes tuas sine offensióne currámus. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Fil 2, 1-4
Rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi.
Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 130
Custodiscimi presso di te, Signore, nella pace.

Signore, non si esalta il mio cuore
né i miei occhi guardano in alto;
non vado cercando cose grandi
né meraviglie più alte di me.

Io invece resto quieto e sereno:
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia.

Israele attenda il Signore,
da ora e per sempre.

Canto al Vangelo Gv 8,31
Alleluia, alleluia.
Se rimanete nella mia parola,
siete davvero miei discepoli, dice il Signore,
e conoscerete la verità.
Alleluia.

Vangelo Lc 14, 12-14
Non invitare i tuoi amici, ma poveri, storpi e ciechi.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».


Sulle Offerte
Questo sacrificio che la Chiesa ti offre, Signore, salga a te come offerta pura e santa, e ottenga a noi la pienezza della tua misericordia. Per Cristo...

Fiat hoc sacrifícium, Dómine, oblátio tibi munda, et nobis misericórdiæ tuæ sancta largítio. Per Christum..

Comunione Sal 15,11
Tu mi indichi il sentiero della vita, Signore,
gioia piena nella tua presenza.


Notas mihi fecísti vias vitæ,

adimplébis me lætítia cum vultu tuo, Dómine.


Oppure: Gv 6,57
Dice il Signore: «Come il Padre che ha la vita
ha mandato me e io vivo per il Padre,
così anche colui che mangia di me vivrà per me».

Sicut misit me vivens Pater, et ego vivo propter Patrem, et qui mandúcat me, et ipse vivet propter me, dicit Dóminus.



Dopo la Comunione
Continua in noi, o Dio, la tua opera di salvezza, perché i sacramenti che ci nutrono in questa vita ci preparino a ricevere i beni promessi. Per Cristo nostro Signore.


Augeátur in nobis, quæsumus, Dómine, tuæ virtútis operátio, ut, refécti cæléstibus sacraméntis, ad eórum promíssa capiénda tuo múnere præparémur. Per Christum..



IL VANGELO CON CARLO MARIA MARTINI
Pubblichiamo spunti di riflessione al Vangelo, tratti da pensieri, scritti, opere di Carlo Maria Martini. Biblista ed esegeta, è stato arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002. Noto come il cardinale del dialogo, cercò sempre un ponte con i non credenti e con le altre religioni, a cominciare dall’ebraismo, i cui fedeli amava definire fratelli maggiori. Uomo attento ai segni dei tempi, di sé disse: «Sono conscio di avere confidato soprattutto sulla parola di Dio, di essermi buttato fin dall’inizio in questa perigliosa impresa con la coscienza sì dei miei limiti e delle mie inadeguatezze, ma pure con fiducia totale nella sua Parola. E questo perché sono cristiano e so di essere nato e sostenuto dalla Parola.

Lunedì 5 novembre
Lc 14,12-14

Non invitare i tuoi amici, ma poveri, storpi, zoppi e ciechi
.

Povertà invisibili o “sommerse”, cosiddette da “quarto mondo”. Il fenomeno è presente ormai in quasi tutti i paesi europei dove alcune categorie di persone, oltre a vivere in condizioni di gravissimo disagio fisico e psichico, hanno perso la legittimazione di “soggetti di diritto” perché non sono garantite da protezione giuridica e sociale. Ricordo a modo esemplificativo: “senza tetto” o “barboni”; immigrati e nomadi, soprattutto clandestini; malati mentali, la cui sofferenza psichica non è riconducibile ai canoni classici dell’intervento clinico o terapeutico; anziani non autosufficienti e/o cronici per i quali spesso non è garantito neppure il diritto alla tutela della salute e alla dignità della vita quotidiana; tossicodipendenti con patologie comportamentali o psichiatriche; malati di AIDS, soprattutto in fase avanzata, isolati e abbandonati.
Queste povertà, insieme alle più tradizionali, evidenziano un denominatore comune: la mancanza di “relazionalità”. Per esse invochiamo una prossimità del tutto nuova, che non chiede moltiplicazione ripetitiva di servizi tradizionali, ma evoca un “prendersi cura” non delegabile e che solo un attento vigilare può suscitare.
Oggi si prospetta una grande sfida da cui dipendono le sorti prossime venture del nostro Paese. E’ necessario creare una cultura della vigilanza, capace di contrastare la cultura della protesta, del mugugno, dell’impotenza, della disillusione, della depressione, della rivalsa, dell’autoconsolazione, della chiusura in se stessi a doppia mandata.
L’interrogativo che ci deve in qualche modo mobilitare può essere formulato così: come recuperare una pedagogia della vigilanza diffusa? E’ stato detto negli anni scorsi che bisognava passare da una stagione dei diritti a una dei doveri; ora è il momento delle responsabilità. Ciò significa, per esempio, sotto l’aspetto civile che ci interessa, rendersi attivi, non aspettando che lo Stato o gli altri si muovano, informandosi e facendo valere ragionevolmente le proprie istanze.


Carlo Maria Martini





_________Aurora Ageno___________
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