Quasi facesse
vita autonoma
fuori dall'equilibrio
incerto
tra morale e istinto
si affacciò da una camicetta
di seta un capezzolo
vedetta del seno turgido
che aveva trovato sollievo
in coppe di sorelle mani
Notti grondanti di sudore
smanie e spennellate di carezze
avevano smaliziati occhi
lucidi vitrei vogliosi
e le gambe lisce
colonne di un triangolo preciso
in chiaro-scuro
punta di freccia
a un luogo calamita di
morte e rinascita
così dritte
che al confronto
il filo del piombo
non avrebbe retto
spezzandosi
a colpa d'errore
e i capelli neri in danza
impudica al richiamo
in orgia col vento
deridevano e cercavano
con gioco acerbo
di offuscare e segnalare il rossore
sulle guance lucide pulsanti
mentre la lingua
ristabiliva il confine
delle labbra roventi
passando a taglio
a separarle e rinfrescarle
Al tavolo vicino
con anni persi in certezze barattate
claudicanti ai fremiti
spie dei dubbi evasi a letargie
lo straniero col nome puzzle di consonanti
accorse con tremolìo di mano
alla fronte a fare dighe
al sangue in furia
dal rigore di soli inverni
Il rombo assordante
di un motore
sfiancato dal progresso
scacciò i peccati maturi
La notte sognò di mangiarla
per saturare l'anima
affamata
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Da:Soste Precarie
www.santhers.commichael santhers