Quando si amano i gatti...

... e io li amo svisceratamente. Provo una sensazione di affinità, di condivisione, di pace, di comprensione, guardando negli occhi la mia gatta. E poi, naturalmente, strizzandoceli a vicenda, perchè per un gatto fissare negli occhi è segno di minaccia. E dopo una congrua dose di strizzatine, viene la danza dello sfregamento, con cui tutti i gatti del mondo segnano il territorio: si comincia dal muso, magari con qualche colpetto del naso, per poi passare ai fianchi, tutta la lunghezza, per arrivare alla carezza avvolgente della coda, che termina con un delicato sghiribizzo a mò di amorevole frustata.
E lì lo so, ormai è fatta: sono roba sua

Poiché voglio trattare del mio gatto...
Poiché alla prima occhiata della gloria di Dio
a Oriente egli adora con il suo sistema.
Poiché lo fa arcuando sette volte
il corpo con elegante prontezza...
Poiché dopo aver compiuto il suo dovere
e ricevuto la benedizione comincia a pensare a se stesso,
Poiché lo fa eseguendo dieci azioni successive.
Poiché per prima cosa si guarda le zampette davanti
per vedere se sono pulite.
Poiché per seconda cosa tira calcetti indietro
per sgombrare bene il terreno.
Poiché per terza cosa si stiracchia
allungando le zampe in avanti.
Poiché per quarta cosa si affila gli artigli
su un pezzo di legno.
Poiché per quinta cosa si lava.
Poiché per sesta cosa si rotola
mentre si lava.
Poiché per settima cosa si leva le pulci,
per non essere interrotto durante la sua ronda.
Poiché per ottava cosa si strofina contro un palo.
Poiché per nona cosa guarda in su
per avere le sue istruzioni.
Poiché per decima cosa va in cerca di cibo...
Poiché quando ha finito il suo lavoro quotidiano
comincia veramente il suo mestiere.
Poiché come sentinella di Dio
veglia nella notte contro l'avversario.
Poiché si oppone ai poteri del buio
con il suo pelo elettrico e i suoi occhi abbaglianti.
Poiché si oppone al male, che è morte,
facendo una vita attiva e intensa.
Poiché nelle sue azioni mattutine
ama il sole e il sole ama lui.
Poiché è della tribù della Tigre.
Poiché il Cherubino Gatto
è un termine dell'Angelo Tigre...
Poiché non c'è niente di più dolce
della sua pace quando è in riposo.
Poiché non c'è niente di più vivace della sua vita
quando è in movimento...
Poiché può zampettare
seguendo i ritmi delle melodie...
Poiché per tutto ciò il Creatore, nella sua immensa grandezza,
ha originato un essere talmente meraviglioso.


Christopher Smart, Jubilate Agno

Non a caso il micio del post di sopra è un tigrato rosso... come Fritti Acchiappacoda, il personaggio di un libro veramente notevole.

Un estratto della poesia, inoltre, viene citato in apertura... ma lasciamo parlare la seconda di copertina:

Ambientata in un universo dove i gatti sono "la Gente" e gli "Uo'mini" ne costituiscono la stirpe decaduta, condannata a servirli, questa splendida saga fantasy narra le meravigliose avventure di Fritti Acchiappacoda. Fritti è un bel gatto dal mantello rosso che riunisce in sé le migliori doti: è intelligente e generoso, leale, coraggioso e vivace. La sua storia inizia quando la quiete della clomunità dei gatti viene turbata dal mistero delle sempre più frequenti sparizioni di alcuni dei suoi membri. Mentre negli animi felini si fanno strada la paura e la rabbia, Fritti cerca di spingere la sua tribù a reagire. Quando poi scompare la sua stessa amica, la graziosa micina Zampafelpata dal pelo di seta e dai lunghi baffi, Fritti non resiste oltre all'angoscia e decide di partire alla sua ricerca. Insieme a un vecchio gatto balzano di nome Mangiapulci e al giovane e intraprendente Balzalesto, abbandona il suo territorio e si avventura in un'impresa irta di pericoli che lo porterà fin nel mondo degli inferi e oltre.

Con Il canto di Acchiappacoda, Tad Williams ha raggiunto un effetto fantastico paragonabile alla Collina dei conigli. Senza mai perdere di vista la prospettiva dei protagonisti del suo romanzo, ha dipinto una galleria di personaggi animali e creato magiche atmosfere degne della grande tradizione fantasy. Il suspense per l'esito dell'kimpresa di Acchiappacoda e il fascino delle leggende e dei miti di cui è intessuto il racconto fanno del Canto di Acchiappacoda un libro incantevole, che conquisterà i lettori di tutte le età...

1986 Arnoldo Mondadori Editore SpA, Milano


Che dire di più? Concordo quasi su tutto, tranne che sul paragone con La collina dei conigli. Quella, secondo me, rimane insuperata e ineguagliata, ma siamo in pieno territorio Degustibus... tribù con cui è invero assai difficile avere a che fare.
Non sarà un compendio di filosofia greca comparata, ma è un modo piacevole e nemmeno diseducativo - anzi - con cui passare qualche ora. E visto cosa circola nelle librerie di questi tempi non è cosa da sottovalutare.

Che cominci la Danza...


Tangaloor, di fuoco acceso,
zampadifiamma, tu che cammini più lontano,
è il tuo cacciatore che ti parla,
nel bisogno egli cammina,
nel bisogno, ma mai nella paura.

Mi dicono che i gatti non amano fare il bagno... guardando qui se ne ha la conferma!




E soprattutto, meglio non fare il bagno se lo stomaco è pesante!

Ciao a tutti!!!

Sì, i gatti del Colosseo sono famosi...
Ciao!