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Grazie, chat!

Ultimo Aggiornamento: 19/09/2005 10:44
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20/08/2005 16:14


Dovrebbe essere più preciso, il ringraziamento, ma purtroppo non ricordo né dove, né quando, né chi mi parlò di Mauro Corona. Un alpinista. Uno scultore. uno scrittore. Dev’essere successo, credo, nell’ultimo anno, ma più precisa non riesco ad essere. Parole volanti, che parevano destinate a non lasciare traccia.
Ma quando, qualche giorno fa, ho visto in un supermercato uno scatolone con le offerte editoriali, come mio solito non ho saputo resistere alla tentazione di tuffarvi le mani e fra un libretto demenziale di comici da cabaret e un titolo qualsiasi di una collana rosa, ho pescato una perla senz’ostrica: “Il volo della martora”, di Mauro Corona, appunto. E una vecchia conversazione stratificata sotto mille altre è tornata alla luce, fortunatamente. Così, il libro è finito nel carrello.
Sono stata arricchita, da quella vecchia conversazione.
Vorrei ringraziare, ma non so chi. Non credo che il “responsabile” leggerà mai queste parole, ma andavano scritte ugualmente. E per cercare di saldare almeno una parte del debito, segnalo qui lo stesso titolo, accompagnato dalla presentazione dell’ultima di copertina.
Non lasciatevelo scappare, se lo trovate. Non è Manzoni, non è Dante, non è Hemingway. Ma è grande.

Il volo della martora, di Mauro Corona.
I miti, Arnoldo Mondadori Editore


9 ottobre 1963, ore 22.39: 270 milioni di metri cubi di terra e roccia si staccano dal monte Toc e precipitano nel lago artificiale formato dalla diga del Vajont, sollevando un’onda alta più di 70 metri che spazza la valle, travolgendo boschi, case, vite umane. I morti furono quasi duemila: insieme alle loro esistenze andò perduto un intero mondo. Grazie all’inconfondibile voce di Mauro Corona, che all’epoca della tragedia era poco più che un bambino, in queste pagine quel mondo torna a vivere. Ventisei racconti che, come in un grande affresco, raffigurano le vicende di uomini e donne semplici, ma anche di animali, di alberi e di rocce.
Storie di fatica e di sofferenza, il ritratto di un universo scomparso, custodito con amore nella memoria dell’autore, perché “la forza dei ricordi è una falce che taglia i tristi fieni dell’oblio”.




E, già che ci siamo, non guasterà segnalare il sito ufficiale di Mauro Corona
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16/09/2005 18:14

ehm....

....Lorena.....sono stata io [SM=x832000]
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16/09/2005 22:01

[SM=x832001] [SM=x831999] [SM=x832011]
Non so se ridere o se piangere... (e bisogna che ricordi alla Redazione che manca l'icona del vergognoso...)
















































E comunque




















































... ritieniti ringraziata! [SM=x831999]
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19/09/2005 10:44

...
....eh eh eh [SM=x832015]
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