Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

LIPIKA - Biglietti dall'India - di Rabindranath Tagore

Ultimo Aggiornamento: 01/11/2009 09:35
OFFLINE
Post: 18.763
Post: 11.136
Registrato il: 02/08/2007
Amministratore
Utente Gold
21/01/2008 07:07



Il gioco del nome



1



Scriveva versi fin dall'adolescenza. con grande cura disegnava bordi dorati sui fogli di quaderno intrecciando arabeschi, e scriveva nel centro, in inchiostro rosso, i suoi poemi. Poi con molta pompa scriveva sulla copertina: Kedarnath Ghose.
Cominciò a mandare i poemi ai giornali, ma non furono mai pubblicati. Allora decise di pubblicare a sue spese non appena avesse avuto il denaro.
Poi suo padre morì. Delle persone sensate gli consigliavano: « Cerca un'occupazione, non perdere tempo a scrivere ». Egli sorrise e continuò a scrivere; stampò così tre libri, uno dopo l'altro, sperando di suscitare una grande impressione. Invece nessuno notò il fatto.


2



Suscitò una grande impressione solo nell'anima di un piccolo lettore: suo nipote. Aveva imparato l'alfabeto da poco e leggeva ad alta voce qualsiasi cosa gli capitasse tra le mani.
Un giorno il bambino giunse trafelato dallo zio:
« Guarda, zio, ecco il tuo nome. »
Lo zio sorrise gli pizzicò affettuosamente una guancia, poi aprì una cassa e prese un altro libro dicendo: « Bene, leggi anche questo ».
Il nipote lesse il nome dello zio sillabando lettera dopo lettera; costui gli porse un altro libro e anche su quello il bambino lesse il suo nome. Quando vide il nome dello zio su tre libri, il piccolo si fece più curioso e chiese, mostrando le dita delle mani dispiegate: « Su quanti libri c'è scritto il tuo nome? Su cento, ventiquattro, sette? ».
Lo zio fece un cenno con gli occhi e disse: « Lo saprai quando sarà tempo ». Il nipote corse via saltellando con i tre libri per mostrarli alla sua vecchia nutrice.


3



In quel periodo lo zio aveva scritto un dramma, il cui eroe era Sivagi.(*)
Gli amici dissero: « Avrà successo ». Nella sua fantasia già vedeva strade e stradine della sua città tappezzate di manifesti con il suo nome e con quello del suo dramma.
Era domenica. Egli aspettava sulla strada gli amici, che dovevano riferirgli il giudizio degli impresari. La domenica era giorno di vacanza anche per il bambino, che fin dalla mattina era intento a un nuovo gioco.
Lo zio, distratto, non se n'era accorto. Il bambino aveva raccolto in una tipografia vicino alla scuola dei caratteri di piombo, alcuni grandi, altri più piccoli, per formare il proprio nome, che poi stampava su qualunque libro gli capitasse. Voleva fare una sorpresa allo zio


(*)Eroe popolare della favolistica indiana.


4



E lo zio fu veramente sorpreso. Quando entrò nella sala, vedendo il bambino così assorto nel gioco, gli chiese: « Kanai, cosa stai facendo? ».
Il nipote mostrò entusiasta il suo lavoro. Non su tre libri soltanto, ma almeno su venticinque c'era stampato il suo nome: Kanai.
Lo zio strappò di mano al bimbo le lettere che aveva raccolto con grande fatica, urlando: « Ma bravo! Il bambino non fa che giocare e non si cura dello studio! E sono proprio bei giochi, quelli che fai! ».
Kanai per il dolore cominciò a piangere forte, poi a singhiozzare convulsamente.
La vecchia nutrice accorse, chiedendo: « Che hai? ».
Kanai rispose: « Voglio il mio nome ».
Venne anche la mamma: « Che c'è, Kanai? ».
E ancora Kanai, con voce soffocata, disse che voleva solo il suo nome.
La nutrice gli diede di nascosto un pasticcino, lui lo gettò a terra e ripeté che voleva solo il suo nome.
La mamma andò a prendergli il suo trenino, ma Kanai lo allontanò da sé e disse: « Voglio il mio nome ».
Nel frattempo era tornato dal teatro l'amico dello zio, che gli corse incontro domandandogli: « Cosa hanno detto? »
« Non l'hanno accettato ».
Lo zio rimase per un poco in silenzio e poi disse: « A rischio di perdere tutto, fonderò da solo un teatro ».
L'amico gli chiese: « Non vai ad assistere alla gara di pallone? ».
« No, ho la febbre. »
Nel pomeriggio la madre si recò da lui:
« Vieni a mangiare, il pranzo è ormai freddo ».
« Non ho fame. »
Verso sera venne a trovarlo la moglie: « Vuoi che leggiamo la tua nuova opera? ».
« No, ho mal di testa. »
Alla fine venne da lui il bambino e disse: « Su, ridammi il mio nome ».
Lo zio come risposta lo schiaffeggiò.








_________Aurora Ageno___________
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi


Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:45. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com