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LIPIKA - Biglietti dall'India - di Rabindranath Tagore

Ultimo Aggiornamento: 01/11/2009 09:35
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Il principe



1


Il principe cammina, cammina instancabile e lascia il suo regno per attraversarne altri sette, raggiungendo infine il paese in cui non regna alcun sovrano.
Questo è l'inizio di favole antiche che non avevano né principio né fine.
Nelle città e nei villaggi tutti vivono la loro vita di sempre: fanno acquisti, chiacchierano, litigano.
Ma il nostro principe favoloso sempre avanza, attraversando un paese dopo l'altro.
Perché?
L'acqua del pozzo rimane nel pozzo, le acque del canale e del lago restano sempre tranquille, ma l'acqua che nasce dalle vette non può fermarsi là in alto e anche quella delle nuvole deve cadere per non traboccare.
Allo stesso modo, chi può trattenere il principe nei confini del suo regno? L'uomo nasce e rinasce e ad ogni generazione ai bambini si narra questa favola antica.
La fiamma della lampada della sera arde senza piegarsi; i bambini fantasticano in silenzio appoggiando la guancia alla mano: « Noi siamo quel principe ».
Nel punto in cui la campagna sconfinata si perde all'orizzonte, il mare si apre e lì giunge il principe.
Nel mezzo del mare si trova l'isola in cui vive prigioniera, nel palazzo dei demoni, la principessa.
Nel mondo tutti inseguono denaro o fama o consolazioni. Ma l'unico desiderio del nostro principe è liberare la principessa; e anche se la tempesta infuria e non c'è nessuna barca per raggiungerla, sempre ugualmente egli cerca una via per liberarla.
Questa è la prima e l'estrema mitologia dell'uomo. I piccoli, da poco nel mondo, devono apprenderla dalle nonne: la principessa prigioniera, il mare in tempesta, il demone invincibile, il piccolo principe solo e indomabile sulla riva del mare, che sogna di liberarla.
Fuori, nell'oscurità della foresta, cade la pioggia o cantano le cicale; ma i bambini, con la guancia appoggiata alla mano, pensano che anch'essi dovranno come il principe attraversare il mare per giungere sino al palazzo del demone.


2


Il principe scende dal suo cavallo dinanzi a un mare increspato d'onde e infinito, un sogno azzurro.
Ma ecco che non appena posa il piede a terra, come per un sortilegio tutto si trasforma.
Appare una città: il tram corre, le vie sono affollate di veicoli che velocemente portano i loro occupanti verso i luoghi di lavoro. E un venditore di flauti di foglia di palma suona per richiamare i ragazzi.
Com'è vestito ora il principe? Come cammina?
La camicia è priva di bottoni, il mantello è sporco, le scarpe sono rotte. Il principe si è trasformato in un ragazzo di campagna, venuto a studiare in città, che si mantiene con lezioni private.
E la principessa?
Vive nella casa vicina, non ha il colore del fiore di ciompa(*), il suo sorriso non splende come una gemma, non è possibile pareggiarla alle stelle; ora è simile ai fiori privi di profumo che spuntano fra l'erba nella stagione delle piogge. E' orfana di madre.
Il padre era povero, ma non voleva che sua figlia sposasse un uomo qualsiasi. La ragazza cresceva in età e i cugini sparlavano di lei.
Quando il padre morì, ella andò ad abitare a casa dello zio.
Poi finalmente le fu trovato un marito: un uomo ricco, ma vecchio e con numerosi nipoti. Lo zio disse: « La ragazza è fortunata ».
Ma quando il giorno del matrimonio era ormai prossimo, scomparvero sia la ragazza che il giovane studente.
Poco tempo dopo giunse la notizia che si erano sposati in segreto; pur essendo di caste diverse, si amavano.
Il matrimonio suscitò uno scandalo. Il vecchio fidanzato voleva vendicarsi e minacciava, in preda all'ira: « Vedremo chi potrà salvare quel mascalzone! ».
Il giovane fu sottoposto a processo e grazie ad avvocati intriganti e a testimoni compiacenti venne rinchiuso in carcere.



(*)Ciompa: fiore simile al gelsomino, ma molto più grande e carnoso, usato abitualmente nelle offerte ai templi, in quanto resistente e profumato.


3


Ciò che accadde in seguito è una storia lunga da narrare.
Il giovane uscì dalla prigione in tempo per ritrovare il suo cammino, interminabile e solitario. Ma se anche non finisce la strada, si conclude il cammino.
Un giorno egli si fermò e non c'era nessuno a guardarlo, tranne una donna gentile che vigilava al suo fianco!
Era la morte.
Quando la morte lo toccò, tutto si trasformò e la città scomparve e anche quel sogno. Sulla fronte il principe aveva nuovamente il segno reale dell'eternità.
In ogni età, in ogni tempo, ai bambini in braccio alle madri viene data notizia di un principe errante, che vaga sempre in località sconosciute. Dinanzi a lui si agitano le onde di sette mari.
Nella favola umana l'identità di quel giovane varia all'infinito, ma al di là della favola la sua identità è unica: egli è il principe.










_________Aurora Ageno___________
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