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LIPIKA - Biglietti dall'India - di Rabindranath Tagore

Ultimo Aggiornamento: 01/11/2009 09:35
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Madhovi



1


Nel paese del re Voja ogni mattina, all'alba, una fanciulla si recava al tempio a cantare, un'orfana raccolta su una strada.
Narra il maestro che l'aveva trovata: « Una notte, durante le prime ore del sonno giunsero alle mie orecchie dei suoni indistinti, e quando al mattino uscii per raccogliere i fiori vidi la bambina sotto un albero ».
Da quel giorno l'aveva allevata ed educata come un vero padre, e ancor prima di saper parlare lei aveva imparato a cantare.
Ormai la voce del maestro è debole e vedono poco i suoi occhi, così la fanciulla lo accudisce come un bambino. I giovani giungono da lontano per ascoltare il suo canto.
Il maestro l'osserva e il suo cuore a volte ha paura, e le dice: « Il fiore lascia lo stelo quando si è indebolito ».
La fanciulla risponde: « Io non potrei vivere senza di te ».
Il padre l'accarezza e le dice: « La musica che mi ha abbandonato, nel tuo essere ha assunto una forma. Se tu mi lasciassi io perderei ciò che ho cercato per tutta la vita ».


2


Una sera di luna piena, in primavera, il discepolo prediletto del maestro, Kumarsen, depose ai suoi piedi un ramoscello fiorito di mango e lo salutò dicendo: « Madhovi mi ha donato il suo cuore. Ora, se lei lo permette, ci sposeremo e la serviremo come figlio e figlia ».
Gli occhi del maestro si riempirono di lacrime. Disse: « Portami la mia tombura e sedete dinanzi a me come re e regina ».
Il maestro suonò la tombura e cominciò a cantare. Disse: « Questa sera canterò l'ultima canzone della mia vita. »
Cercò d'intonare il primo verso, ma invano. Le note tremavano nella sua voce come trema un fiore di gelsomino nel vento, dopo la pioggia. Alla fine consegnò il suo strumento a Kumarsen, affinché lo tenesse per sempre. E posando la mano di Madhovi in quella di Kumarsen sussurrò: « Ecco, prendi il mio cuore ».
Poi aggiunse: « Cantate voi la mia canzone, sino al termine, io ascolterò ».
Madhovi e Kumarsen cominciarono a cantare. Quella musica sembrava la voce del cielo e della luna.


3


Proprio in quel momento giunse un messaggero del re, e i due giovani interruppero la musica. Il maestro si alzò trasalendo: « Cosa ordina il re? » chiese.
« Sua figlia è fortunata, il re la chiama a corte ».
« Cosa farà di lei? »
« La principessa partirà domani per raggiungere suo marito, a Kamboj, e Madhovi sarà la sua accompagnatrice. »
Arrivò il nono giorno. La principessa stava per partire e sua madre, la regina, chiamò Madhovi e le disse: « Devi fare in modo che mia figlia sia felice nel paese in cui abiterà ».
Gli occhi di Madhovi, ardenti come il sole d'estate, rimasero asciutti: nessuno s'era curato della sua felicità.
Dietro la portantina della principessa c'era quella di Madhovi.
Kumarsen stava immobile sul bordo della strada. Il maestro era morto come un ramo di quercia che la tempesta abbatte nella polvere.
Gli uccelli cantavano sugli alberi e l'aria era piena del profumo dei fiori di mango.
Nel palazzo del re, tutti sospiravano tremando che la piccola principessa, nelle future sere di primavera, potesse soffrire di nostalgia nel paese lontano in cui avrebbe vissuto.








_________Aurora Ageno___________
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