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UNO, NESSUNO CENTOMILA, romanzo di Luigi Pirandello

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2009 22:20
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04/05/2009 17:03

UNO, NESSUNO CENTOMILA, romanzo di Luigi Pirandello

Pirandello in una poesia dal titolo Alba, pubblicata dalla rivista “Natura ed Arte” del 1 Giugno 1895 anticipa lo scritto:

1° quartina

Alba

Vedi tu come, non ancor dal fumo
dei pensieri il cervello annebbiato,
al tuo spirito io vita,
io mondo un altro aspetto assumo?

2° quartina

Ti parlerò meglio a l'aperto: vieni!
Fuori le porte de l'a te funesta città!
Slarga il tuo petto, intanto, a questa
aura ristoratrice. Ecco i miei beni:

3° quartina

l'aria, il verde, la luce... non le case
degli uomini ammucchiate!
Non le oscure chiese, o le sedi sociali
impure d'ogni viltà, d'ogni miseria invase!

8° quartina

Già divenir ti sembra quel che vedi...
Lo senti? Orbene, questo che tu senti son io:
sono te stesso; di me tu vivi, io di te vivo.
Adesso ritorna in mezzo agli uomini modesto,

9° quartina

ne la città rientra. Primavera nuova
presto verrà. Bisbiglia intanto
a chi ti passa triste e fosco a canto,
come un augurio, ne l'orecchio: - Spera.

Sulla scia di Freud, Pirandello si guarda allo specchio, contorcendosi in infinite sfumature che lo rendono ridicolo e idiota, paradossalmente l'immagine delle inibizioni dell'ambiente, da far perdere l'orizzonte al lettore d'accantonare la lettura...
Il libro comincia a scorrere dal capitolo quarto e va avanti in crescendo...

Il Monsignore - Bene bene, figliuolo! Un gran dolore, mi piace.
Ringraziane Dio. Il dolore ti salva, figliuolo. Bisogna esser duri con tutti gli sciocchi che non vogliono soffrire. Ma tu per tua ventura hai molto, molto da soffrire, pensando a tuo padre che, poveretto, eh... fece tanto tanto male! Sia il tuo cilicio il pensiero di tuo padre!-

-Ecco: per sé, nessuno.
Era questa, forse, la via che conduceva a diventare uno per tutti.-

Epilogo:
-Pensare alla morte, pregare, C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi: vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori.-

Lettura consigliata a delle menti acute...

Lorenzo Pontiggia



il Poeta
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