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Vangelo Gv 17,1-11a
Padre, glorifica il Figlio tuo.
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:

«Padre, è venuta l'ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.

Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.

Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.

Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».



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Martedì 22 maggio
Gv 17, 1-11

Il Vangelo ci riporta al cenacolo. Prima
di uscire Gesù pronuncia una lunga
preghiera che sembra concludere il testamento
spirituale che consegna
ai discepoli. Rivolge gli occhi
in alto verso il Padre del cielo.
Sino ad ora aveva parlato ai
discepoli. È il momento di rivolgersi
direttamente a Dio. E inizia
con quell’appellativo unico
per lui: Padre. Altre due volte
aveva usato questo appellativo;
prima della risurrezione di Lazzaro
e alla presentazione dei
due greci. Per lui è giunta l’ora,
ossia il momento per cui era
venuto sulla terra. E chiede al
Padre di «glorificarlo», ossia di
portare a compimento ciò per
cui lo ha mandato sulla terra. E
poi gli presenta quei discepoli
che ha scelto, amato e curato,
facendoli diventare amici ed
eredi dello stesso amore che c’è
tra Lui e il Padre. E chiede che li
protegga. Gesù sa che il Padre
lo ascolta e prega anzitutto per
quegli amici. È un invito, affinché
alziamo gli occhi da noi
stessi, perché dirigiamo la voce,
il cuore e i pensieri verso Dio.
La preghiera è la risorsa dei deboli
e di chi non ha forza, è il
grido dei poveri e l’unica speranza
dei vinti. Gesù, che tra
poco apparirà come vinto dal
male, sa che il Padre lo salverà.


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_________Aurora Ageno___________