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BALLA COI LUPI - Romanzo di Michael Blake
Titolo dell’opera originale: “Dances with Wolves”
Traduzione di Liliana Bollini
Edizione Club su licenza Sperling & Kupfer Editori S.p.A.
Prima ristampa febbraio 1992


Da questo libro è stato tratto il famoso film “Balla coi lupi” di, e con, Kevin Costner,
vincitore di sette premi Oscar.



1



Il tenente Dunbar non era realmente inghiottito. Ma quella fu la prima parola che gli
si fissò nella mente.
Tutto era immenso.
Quel vasto cielo azzurro senza una nube. Quell’oceano d’erba che ondeggiava al
vento. Null’altro, fino a dove riusciva a spingere lo sguardo. Non una pista, non una
traccia di solchi lasciati da altre ruote che il carro potesse seguire. Solo lo spazio,
assoluto e vuoto.
Si sentiva alla deriva. La sensazione gli faceva pulsare il cuore in un modo strano
e profondo.
Seduto sul largo e piatto sedile, il tenente Dunbar lasciò che il suo corpo fluttuasse
insieme con la prateria, i suoi pensieri concentrati sui battiti del suo cuore. Si sentiva
eccitato. Eppure, il suo sangue non scorreva più veloce. Lo sentiva fluire normalmente
per tutto il corpo e questa confusione faceva lavorare la sua mente in un modo piacevole.
Le parole continuavano a volteggiare nella sua testa mentre cercava di trovare delle
frasi o delle espressioni che potessero descrivere ciò che sentiva. Era difficile definirlo
con esattezza.
<< Tutto ciò ha del religioso >>, erano state le prime parole che la voce della mente
aveva formulato al terzo giorno della loro missione. E quella frase sembrava tuttora la
più giusta. Ma il tenente Dunbar non era mai stato religioso, così, anche se quella frase
gli sembrava appropriata, non sapeva che cosa dedurne.
Se non fosse stato così trasportato dalle emozioni, il tenente Dunbar sarebbe
probabilmente arrivato alla spiegazione, ma nelle sue fantasticherie la saltò a piè pari.
Il tenente Dunbar era innamorato. Si era innamorato di quella terra splendida e selvaggia
e di tutto ciò che vi era in lei. Era il genere d’amore che si sogna di provare con le altre
persone: privo di ogni egoismo e di ogni dubbio, reverente e duraturo. Il suo spirito era
stato gratificato e il suo cuore gli balzava in petto. Forse era per questo che l’attraente
tenente di cavalleria aveva pensato alla religione.
Di sottecchi intravide Timmons chinare la testa di lato e sputare per la millesima volta
nell’erba folta e alta fino alla cintola. Come spesso accadeva, lo sputo gli uscì dalla bocca
in un fiotto irregolare che lo costrinse a ripulirsi con il dorso della mano. Dunbar non disse
nulla, ma dentro di sé gli incessanti sputi di Timmons gli provocavano un senso di
ripugnanza.
Era un gesto innocuo, ma gli risultava comunque irritante, come l’essere costretto in
permanenza a guardare qualcuno che si ficcava le dita nel naso.
Erano rimasti seduti fianco a fianco tutta la mattinata, ma solo perché il vento spirava
nella direzione giusta. Sebbene non fossero distanti più di un passo o due l’uno dall’altro,
la brezza leggera ma tesa gli permetteva di non sentire l’odore di Timmons. Nei suoi scarsi
trent’anni di vita aveva sentito molte volte l’odore della morte, e non vi era niente di
peggiore.


(continua)
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[Modificato da auroraageno 10/01/2008 18:13]

_________Aurora Ageno___________