25 Gennaio
Conversione di San Paolo
Per me vivere è Cristo, a cura di Antonio Maria Sicari
La festa della conversione di san Paolo ha una doppia motivazione: dedicargli un giorno particolare (dato che il 29 giugno egli è ricordato assieme a san Pietro) e celebrare un avvenimento che fu decisivo per la prima diffusione missionaria del cristianesimo. Infatti, fu nel giorno della sua conversione sulla via di Damasco che Paolo divenne “l’Apostolo delle Genti”. Lo rivelò Dio stesso al discepolo Anania, inviato a battezzare Paolo: “Egli è per me uno strumento eletto, per portare il mio Nome davanti ai popoli” (At 9,15). Ed è bello sottolineare che il calendario ricorda oggi anche sant’Anania di Damasco.
Ma ascoltiamo il racconto della conversione, dalla stessa bocca di Paolo: «Mentre ero in viaggio e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, all’improvviso, una gran luce dal cielo rifulse attorno a me; caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: “Saulo! Saulo! Perché mi perseguiti?”. Risposi: “Chi sei, o Signore?”. Mi disse: “Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti!”» (At 23,14-15).
Fu nel breve tempo di questo intenso e lacerante dialogo che Paolo dovette piegarsi davanti alla misteriosa “identità” che gli si manifestava: Gesù il Nazareno era sia il Signore, sia “il vero perseguitato”. In quell’attimo Paolo comprese che la vicenda del Nazareno era una forza operante nella storia, una forza vittoriosa su ogni altro potere, una forza di salvezza che la sua Chiesa aveva ereditato per donarla al mondo intero. E si consegnò totalmente a Gesù e alla missione di predicare il Vangelo. “Per me, vivere è Cristo!”, diceva con entusiasmo. E il messaggio che non si stancò mai di ripetere fu questo: “Né morte né vita, né presente né avvenire, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rom 8,31.39).
_________Aurora Ageno___________