Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

L'ISOLA DEL TESORO - di Robert Louis Stevenson - Completo -

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2009 20:01
OFFLINE
Post: 18.763
Post: 11.136
Registrato il: 02/08/2007
Amministratore
Utente Gold
14/01/2009 14:53


Capitolo 3

La macchia nera



Verso mezzogiorno entrai dal capitano con qualche bibita rinfrescante, e medicine. Egli
si trovava ancora nel medesimo stato, forse un tantino sollevato, e appariva insieme
debole ed eccitato.

"Jim" disse "tu sei l'unico, qui, che valga qualcosa; e tu sai come io sono sempre stato
buono con te. Non c'è stato mese che non t'abbia pagato i tuoi quattro pence. E ora tu
vedi, amico mio, come sono malandato e abbandonato da tutti. Jim, tu mi devi dare un
bicchierino di rum; è vero che me lo dai, mio piccolo amico?
"Il dottore..." presi a dire.

Ma egli mi tagliò la parola con una voce fiacca ma appassionata.
"I dottori sono una massa di scope: e quel dottore, che vuoi che sappia, lui, di gente di
mare? Io sono stato in paesi dove s'arrostiva, e i miei compagni la febbre gialla te li
faceva cascar come mosche, e i terremoti facevano ondeggiare la terra come un mare:
ebbene, che può sapere il dottore di paesi simili? e io vivevo di rum, capisci? Bevanda,
cibo: per me il rum era tutto:
come marito e moglie, eravamo; e se tu ora non mi dai il mio rum, io non sarò più che
una povera vecchia carcassa rigettata sugli scogli, e il mio sangue ricadrà su te, Jim, e
su quella maledetta scopa di dottore." Qui intramezzò una buona dose di bestemmie; e
in tono lamentevole continuò:

"Guarda, Jim, come tremano le mie dita. Non riesco a tenerle ferme. Non ho bevuto
una goccia in questa maledetta giornata. Quel dottore è un cretino, ti dico. Se non bevo
un po' di rum, Jim, vedrò gli spettri: qualcuno già l'ho visto. Ho visto il vecchio Flint là
nell'angolo, dietro a te; come fosse dipinto, l'ho visto; e se gli spettri mi prendono, come
la mia vita è stata burrascosa, morirò di spavento. Lo stesso tuo dottore ha detto che
un bicchiere non mi fa male. Ti do una ghinea d'oro, Jim, se mi porti un bicchierino."

Egli s'andava sempre più riscaldando; e ciò m'inquietava per il mio padre, che quel
giorno era molto abbattuto e aveva bisogno di quiete: a parte ciò, se le parole del
dottore, che egli mi ricordava, mi rassicuravano, il suo tentativo di corruzione non
mancava d'indispormi.

«Non voglio del vostro denaro" dissi io "se non quanto dovete a mio padre. Vi darò un
bicchiere, ma niente di più." Appena l'ebbe a portata di mano, l'afferrò avidamente, e lo
vuotò d'un fiato.

"Ah, ah, ora va un po' meglio, proprio meglio. Ma sentiamo, piccolo mio, quanto tempo
ha detto il dottore che dovrei rimanere in questa vecchia cuccetta?" "Non meno d'una
settimana." "Per mille fulmini!" gridò. "Una settimana! E' impossibile. Tra una settimana
essi mi avranno già scagliato la macchia nera. I tangheri stanno cercando di passarmi
al vento, in questo dannato momento; ruffiani incapaci di custodire quello che avevano
acciuffato, vorrebbero sgraffignare quello d'altri. Domando io se è un trattare da gente
di mare? Ma io ho l'anima del risparmiatore, io. Mai sciupato né perso il mio buon
denaro, io; e li metterò di nuovo nel sacco. Non mi fanno mica paura. Mollerò un'altra
mano di terzeruoli, e li lascerò in coda un'altra volta." Mentre così parlava s'era levato
dal letto con grande fatica, e appoggiandosi alla mia spalla e stringendomi fino quasi a
farmi gridare, moveva le gambe come fossero un peso morto. La violenza del suo
linguaggio faceva un triste contrasto con la fievolezza della sua voce. Provo a sedersi
sulla sponda del letto, e restò immobile.

"Quel dottore mi ha finito" mormorò. "Mi ronzano le orecchie.
Rimettimi giù." Ma prima che io potessi aiutarlo, era già ricaduto al suo posto di prima
dove rimase un momento in silenzio.
"Jim" disse alfine "hai visto quel marinaio?" "Can-Nero?" "Sì, Can-Nero. Lui è un
cattivo soggetto, ma quelli che l'hanno mandato sono peggio ancora. Ebbene, se io
non riesco ad andarmene via, ed essi mi lanciano la macchia nera, bada, ciò che a loro
preme è il mio vecchio baule; allora tu monti a cavallo - sai montare a cavallo, no? -
ebbene, tu monti a cavallo e vai - sì, perdio - vai da quella vecchia ciabatta di dottore, e
gli dici di radunar tutti quanti - giudici e il resto- e lui li pescherà all''Ammiraglio Benbow'
- l'intera ciurmaglia del vecchio Flint, uomini e ragazzi e compagnia. Io ero il primo
ufficiale del vecchio Flint, e sono io il solo che conosce il posto. Mi ha confidato il
segreto a Savannah, mentre stava per morire, vedi, come potrei farlo io adesso. Ma tu
non devi denunciarli a meno che non mi lancino la macchia nera, o a meno che tu non
riveda Can- Nero, oppure il marinaio della gamba sola, Jim - lui soprattutto." "Ma
capitano, cos'è la macchia nera?" "E' un avvertimento, amico mio. Te lo spiegherò se
arriveranno a quel punto. Ma tu hai da far buona guardia, e poi divideremo in due - due
parti uguali - parola d'onore." Divagò ancora un poco mentre la sua voce sempre più
s'affievoliva: ma appena io gli ebbi somministrato la sua pozione ch'egli prese docile
come un ragazzo, osservando che "se c'era un uomo di mare che mai avesse avuto
bisogno di droghe, era proprio lui", s'immerse in un sonno pesante come una sincope,
dove io lo lasciai.

Che cosa avrei fatto se le cose si fossero svolte in modo normale, io non so.
Probabilmente avrei tutto raccontato al dottore, giacché ero martoriato dal dubbio che il
capitano dovesse pentirsi delle sue confidenze e liberarsi di me. Ma il mio povero
padre morì improvvisamente quella sera, il che relegò nell'ombra ogni altra cosa. La
nostra angoscia, le visite dei vicini, i preparativi del funerale e per giunta le faccende
della locanda da sbrigare, mi tennero talmente occupato che non ebbi tempo di
ripensare al capitano e tanto meno alla mia paura.
Egli discese, a dir vero, il mattino seguente e consumò i suoi pasti mangiando poco ma
bevendo, io temo, più rum del solito, giacché si servì egli stesso al bar col suo muso
arcigno soffiando attraverso il naso, senza che alcuno osasse contrariarlo. La sera
prima del funerale era più ubriaco che mai. Nulla di più ripugnante che sentire quella
voce, nella casa visitata dalla morte, ricantare la vecchia sconcia canzone. Ma, per
quanto debole, egli ispirava a noi tutti una paura mortale, e il dottore accorso
improvvisamente presso un malato distante molte miglia, era sempre rimasto dopo la
disgrazia lontano dalla nostra casa.
Ho detto che il capitano era debole: effettivamente pareva sempre più declinare,
anziché riacquistar le sue forze. Egli si strascinava su e giù per le scale; andava e
veniva dalla sala al bar, e talvolta cacciava il naso fuori dell'uscio per odorare il mare, e
camminava appoggiandosi al muro e respirando faticosamente come chi sale un'erta.

Con me direttamente non parlò più, ed io penso che avesse dimenticato le sue
confidenze. Ma il suo umore s'era fatto più instabile; e, tenuto conto della sua
depressione fisica, più violento che mai. Quando era ubriaco ora aveva la inquietante
abitudine di sfoderare il suo coltellaccio e tenersi la nuda lama sulla tavola a portata di
mano. Con tutto ciò, si curava meno della gente: sembrava chiuso nei suoi pensieri e
piuttosto assente. Una volta, per esempio, con nostra grande sorpresa, intonò una
specie di canzone d'amore campagnola, che egli doveva aver imparato in gioventù,
prima di mettersi a navigare.

Così andarono le cose finché il giorno dopo del funerale verso le tre di un pomeriggio
pungente di freddo e nebbioso, mentre mi trattenevo un momento sulla soglia
dell'albergo pieno di tristezza pensando a mio padre, scorsi sulla strada un individuo
che lentamente si avvicinava. Di certo era un cieco, poiché picchiava davanti a sé con
un bastone e portava una mascherina verde che gli copriva occhi e naso. Incurvato
dall'età o dagli stenti, indossava un ampio, vecchio e cencioso soprabito da marinaio,
con un cappuccio, che gli dava un aspetto deforme. Mai vidi in vita mia figura più
sinistra. Un po' prima dell'albergo si fermò, e dando alla sua voce un bizzarro tono di
cantilena, e rivolgendosi al vuoto, dinanzi a lui, disse:
"C'è qualche buona creatura che voglia informare un povero cieco che ha perduto la
sua preziosa vista difendendo il proprio caro paese nativo, l'Inghilterra - e Dio benedica
Re Giorgio! - dove o in quale parte di questa regione egli attualmente si trova?" "Voi
siete all''Ammiraglio Benbow', baia del Monte Nero, mio brav'uomo" risposi.
"Sento una voce" riprese "una giovine voce. Vorresti darmi una mano, mio caro
ragazzo, e farmi entrare?" Gli porsi la mano, e la sozza creatura senz'occhi, dalle
parole melate, l'agguantò di scatto come una tenaglia. Ne fui talmente impaurito che
cercai svincolarmi, ma il cieco mi strinse a sé con uno strattone.
"E ora, ragazzo mio, conducimi dal capitano." "Signore" obiettai "vi giuro sulla mia
parola che non oso." "Oh" ghignò lui. "E' così? Conducimi difilato, o ti rompo il braccio."
Difatti me lo torse, mentre parlava, così forte, che mi sfuggì un grido.

"Signore" spiegai "è per voi che dico ciò. Il capitano non è del solito umore. Ha sempre
il coltellaccio sguainato. Un altro signore..." "Andiamo", incalzò lui. "Su!" Voce così
crudele, fredda e odiosa io non sentii mai. Essa poté sul mio animo più del dolore;
sicché mi affrettai a ubbidire varcando la soglia e dirigendomi al posto dove, abbrutito
dal rum, sedeva il vecchio infermo filibustiere.

Il cieco s'aggrappava a me stringendomi nel suo pugno di ferro, e mi opprimeva col
suo peso fino quasi a schiacciarmi.
"Conducimi dritto da lui, e quando gli sono davanti, di': 'Ecco un amico per voi, Bill!' Se
non lo fai, ti farò questo, io!" e accompagnò la minaccia con un tal pizzicotto che io
credetti di svenire. Preso in quest'alternativa, e gelato dal terrore, dimenticai la mia
paura del capitano e, aperto l'uscio della sala, dissi con voce tremante la frase
impostami.

Il povero capitano alzò la fronte. In un batter di ciglia i fumi del rum svanirono, ed egli
rimase lì disubriacato con gli occhi sbarrati e fissi. Più che sbigottimento si leggeva sul
suo viso un mortale malessere. Fece per alzarsi, ma credo che le forze non gli
sarebbero bastate.

"Stai, Bill, stai" disse il mendicante. "E' vero che non ci vedo, ma se un dito si muove,
lo sento. Gli affari sono affari. Porgi la tua mano sinistra. E tu, piccolo, prendi quella
mano per il polso, e avvicinala alla mia destra." Gli obbedimmo tutt'e due; ed io vidi in
quel punto il cieco far scivolare qualcosa dal cavo della mano con cui teneva il
bastone, in quella del capitano, che prestamente si richiuse.
"Ecco fatto" disse il cieco.
E tosto si sciolse da me, e con incredibile precisione e sveltezza attraversò la sala e
saltò nella strada. Ed io, rimasto lì intontito, potei nel silenzio udire i colpi del suo
bastone che man mano s'andava allontanando.

Ci volle un po' di tempo prima che ci riavessimo dalla sorpresa; alla fine, e quasi
simultaneamente, io lasciai libero il suo polso, ed egli ritirò la sua mano dando una
acuta sbirciata al palmo.
"Alle dieci!" gridò. "Sei ore di tempo. Gliela facciamo ancora!" E scattò in piedi.
Ma subito barcollò, si portò una mano alla gola, rimase in bilico un attimo, e con uno
strano rantolo stramazzò lungo disteso con la faccia sul pavimento.

Io mi precipitai sopra chiamando mia madre. Ma le nostre premure non valsero a nulla.
Fulminato dall'apoplessia il capitano era morto. Strano a dirsi! Io non l'avevo di sicuro
mai amato, per quanto da ultimo mi ispirasse una certa pietà: ma quando lo vidi spento
ai miei piedi, scoppiai a piangere. Era la seconda morte che io vedevo, e lo sgomento
procuratomi dalla prima era ancora vivo nel mio cuore.





(continua)

_________Aurora Ageno___________
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi


Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 07:58. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com