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L'ISOLA DEL TESORO - di Robert Louis Stevenson - Completo -

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2009 20:01
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Capitolo 11

Ciò che udii nel barile delle mele



"No, non io" diceva Silver "era Flint il capitano; io ero quartiermastro, a causa della mia
gamba di legno. Io perdetti la mia gamba nella stessa bordata dove il vecchio Pew
lasciò la vista. Era un dottore in chirurgia quello che mi amputò la gamba, uscito
dall'Università con tutti i diplomi, latino fin che ne vuoi e non so che altro, ma fu
impiccato come un cane, e seccò al sole con gli altri a Corso Castle. Erano uomini di
Roberts, quelli là; e tutta la loro` disgrazia derivò dall'aver cambiato i nomi delle loro
navi: "Royal", "Fortune", e così via. Ora, quando un bastimento è battezzato con un
nome, questo nome non si deve toccare, io dico. Così fu con la "Cassandra" che ci
trasportò sani e salvi dal Malabar, dopo che England ebbe catturato il "Viceré delle
Indie"; così fu col vecchio "Walrus", la nave di Flint, che io vidi allagata di sangue e
carica d'oro che a momenti affondava." "Ah," gridò un'altra voce, quella del più giovane
marinaio, in uno scatto di ammirazione "era la perla della brigata, Flint!" "Anche Davis
era un uomo, sotto tutti i punti di vista" riprese Silver. "Ma io non ho mai navigato con
lui: prima con England, poi con Flint; questo è tutto; e ora qui, per conto mio, per modo
di dire. Io misi da parte novecento sterline al tempo di England, e duemila dopo Flint.
Non c'è mica male per un uomo di prua, e tutto in banca, al sicuro. Guadagnare non è
niente; ciò che conta è mettere da parte: credete a me. Cosa ne è degli uomini di
England, ora? Io non lo so. E di quelli di Flint? Eh, la maggior parte sono qui a bordo,
contenti di pizzicar la torta, mentre ieri andavano mendicando, alcuni di loro. Il vecchio
Pew, persa la vista, non ebbe vergogna di scialacquare milleduecento sterline in un
anno, come un lord del Parlamento. Dov'è ora? Ebbene, ora è morto e sotto coperta;
ma nei suoi due ultimi anni il poveraccio crepava di fame. Mendicava, rubava,
sgozzava, e con tutto ciò crepava di fame, per mille diavoli!" "Ebbene, dopo tutto non
importava" osservò il giovane.
"Non importa per gli imbecilli, puoi star sicuro; né per questo, né per nient'altro" gridò
Silver. "Ma tu, senti un po': tu sei giovane, è vero, ma sei una perla d'uomo. Me ne
accorsi appena ti misi gli occhi addosso, e voglio parlarti come si parla a un uomo." Vi
lascio immaginare ciò che provai sentendo quell'abominevole briccone rivolgersi a un
altro con le medesime parole lusingatrici che già aveva adoperate con me. Credo che
se fosse dipeso da me, l'avrei ucciso attraverso il barile. E intanto continuava, lontano
dal supporre che c'era chi l'ascoltava.
"Così è per tutti i cavalieri di ventura. Essi vivono duramente, e rischiano la corda, però
mangiano e bevono come pascià, e quando una crociera è finita, olà, sono centinaia di
sterline e non di soldi, che gli entrano in tasca. Il guaio è che la maggior parte se ne va
in rum e sciali, e tornano in mare con la sola camicia.
Ma questo non è il mio sistema. Io metto tutto da parte: un po' qui, un po' là; e mai
troppo in un posto solo, a scanso di sospetti. Io ho cinquant'anni, tienilo a mente; finita
questa crociera mi metto a fare il signore sul serio. Mi dirai che era tempo. Sì, ma
intanto io ho vissuto comodamente; mai nulla di ciò che mi piaceva mi sono lasciato
mancare, e ho dormito sul soffice, e tutto il tempo ho mangiato da ghiotto, eccetto che
in mare. E come ho cominciato? Da prua, come te." "Va bene" replicò il giovane "ma
tutto il denaro che avete da parte ora è perduto, no? Dopo questo colpo non oserete
mica farvi più vedere a Bristol." "O dove diavolo immagini che sia?" chiese Silver
ironico.
"A Bristol, nelle banche o altri posti" rispose il compagno.
"C'era sì" disse il cuoco "c'era ancora quando salpammo l'àncora.
Ma a quest'ora è tutto nelle mani della mia vecchia governante. Il 'Cannocchiale' è
venduto: affitto, avviamento, mobilia; e la vecchia ragazza è partita per aspettarmi. Ti
direi dove, perché di te mi fido; ma non voglio suscitare gelosie tra i compagni." "E voi
vi fidate della vostra governante?" chiese l'altro.
"I cavalieri di ventura" rispose il cuoco "generalmente si fidano poco gli uni degli altri, e
hanno ragione, credilo pure. Ma io ho il mio metodo, io. Quando un camerata mi gioca
un tiro, uno che mi conosce, intendo dire, significa che non gli piace troppo restare al
mondo insieme col vecchio John. C'era chi aveva paura di Pew, e chi di Flint; ma lo
stesso Flint aveva paura di me. Paura, aveva, malgrado la sua arroganza. E la ciurma
di Flint era la più rude canaglia che tenesse i mari; lo stesso diavolo avrebbe avuto
paura di navigare con loro. Ebbene, ti dico, io non sono un millantatore, e tu stesso hai
visto come sono buon compagnone; ma quando navigavo da quartiermastro, 'agnelli'
non era un nome adatto ai vecchi filibustieri di Flint. Ah, tu puoi esser sicuro del fatto
tuo, sul bastimento del vecchio John." "Ebbene, voglio dire" replicò il giovane "che fino
a un momento fa l'affare non mi garbava, ma ora che vi ho sentito parlare, sono con
voi." "Sei un bravo e sveglio ragazzo, tu" rispose Silver, dandogli una così forte stretta
di mano che il barile ne fu scosso. "Mai ho visto persona meglio indicata per farne un
cavaliere di ventura." Io cominciavo ad afferrare il senso dei loro termini. "Cavaliere di
ventura" significava semplicemente e né più né meno che un volgare pirata, e la breve
scena da me sorpresa suggellava la corruzione di uno dei marinai rimasti onesti, forse
dell'ultimo che ancora fosse a bordo. Ma su queste cose fui presto messo al corrente,
poiché Silver lanciò un piccolo fischio, ed un terzo uomo sopraggiunse e sedette
accanto agli altri due.
"Dick è dei nostri" disse Silver.
"Oh lo sapevo bene che Dick sarebbe stato dei nostri" ribatté la voce del
quartiermastro Israel Hands. "Non è uno stupido, Dick." E masticò la sua cicca e sputò.
"Ma senti un po', Porco-Arrostito, si può sapere quanto tempo resteremo qui a
ciondolare come una chiatta? Ne ho abbastanza del capitano Smollett, io; mi ha rotto
abbastanza le scatole, corpo di mille bombe! Voglio andare in quella cabina, io. Voglio i
loro cetrioli, i loro vini, e il resto." "Israel," proruppe Silver "la tua testa non ha molto
giudizio, e non ne ha mai avuto. Però tu sei capace d'ascoltare, io penso:
almeno, le orecchie le hai abbastanza lunghe. Ora, ecco ciò che ti dico: tu dormirai a
prua, vivrai malamente, parlerai piano e non ti ubriacherai finché io non darò il segnale:
così sarà, ragazzo mio, te l'assicuro io." "E ho forse detto il contrario io?" borbottò il
quartiermastro.
"Io chiedo soltanto: quando? Io non dico che questo." "Quando? Per mille diavoli!"
scattò Silver. "Ebbene, se vuoi saperlo, te lo dirò. Più tardi che mi sarà possibile: ecco
quando.
Abbiamo qui un marinaio di prim'ordine, il capitano Smollett, che ci conduce. C'è il
cavaliere e il dottore che hanno in mano una carta e non so che altro. Questa carta io
non so dove sia. Né tu lo sai meglio di me. Allora, dunque, io desidero che il cavaliere
e il dottore trovino la "mercanzia", e ci aiutino a imbarcarla, per tutti i diavoli. Dopo di
che, vedremo. Se io fossi sicuro di tutti voi, doppi figli di olandesi, aspetterei a fare il
colpo quando il capitano Smollett ci avesse riportato indietro fino a metà cammino."
"Ebbene, a me pare che siamo tutti quanti bravi marinai, qui" osservò il giovane Dìck.
"Vuoi dire che siamo tutti uomini di prua" insorse Silver. "Noi possiamo sì seguire una
rotta, ma chi è che ce la dà? E' lì dove vi arenereste tutti dal primo all'ultimo, voi
cavalieri di ventura. Potessi fare a modo mio, aspetterei che il capitano Smollett ci
riportasse almeno fin negli alisei; allora niente più maledetti sbagli di calcoli, né acqua
a razione d'una cucchiaiata al giorno. Ma io vi conosco bene voi! Mi sbarazzerò di loro
nell'isola, appena che la "mercanzia" sarà a bordo, ed è un peccato. Ma voi non siete
contenti finché non siete ubriachi.
Maledizione! Sono nauseato di dover a navigare con gente simile!" "Piano! Piano!"
protestò Israel. "E chi ti ha contraddetto?" "Eh, pensate un po' quanti grandi bastimenti
ho visto ammarinati, io. E quanti diavoli di ragazzi seccare al sole sul Dock della
Forca," gridò Silver "e tutto per questa sciagurata smania di fare in fretta, fare in fretta,
fare in fretta. Capite? Qualcosa in mare posso dire d'aver visto, io. Se voi seguiste
semplicemente la vostra rotta tenendovi stretti al vento, potreste passeggiare in
carrozza, voi. Ma voi, no! Oh, vi conosco bene. Domani avrete la vostra boccata di
rum, e andate a farvi impiccare." "Che tu parli come un predicatore, lo si sa, John; però
ci furono pure altri capaci di manovrare e governare non meno bene di te" ribatté
Israel. "Ma loro ammettevano lo scherzo, loro. Non erano affatto così superbi e
intrattabili; e si prendevano le loro punzecchiature da allegri compagnoni tutti quanti."
"Ah sì?" riprese Silver. "E dove sono ora? Pew, che era di quella razza, finì
mendicante. Flint, lo stesso, e morì bruciato dal rum a Savannah. Oh, erano una
graziosa brigata, erano. Soltanto, mi sapete dire dove sono?" "Ma" interruppe Dick
"quando avremo quei signori nelle mani, che ne faremo?" "Ecco un uomo che mi va!"
gridò il cuoco ammirato. "Questo si chiama aver senso pratico. Ebbene, che
pensereste voi?
Abbandonarli a terra? Sarebbe il metodo di England. O tagliarli a pezzi come carne di
porco? Così avrebbe fatto Flint o Billy Bones." "Billy era uomo da far questo" disse
Israel. "'Uomo morto non morde,' era solito dire. Be', lui stesso è morto, ora; e conosce
il poco e il molto, ora; e se mai rude marinaio entrò in porto, fu Billy." "Giusto" appoggiò
Silver «rude e pronto, era. Ma badate: io sono un uomo alla mano, un vero gentiluomo,
nevvero? però stavolta la cosa è seria. Il dovere è dovere, amici miei. Io sono per la
morte. Quando sarò al Parlamento, e mi farò scarrozzare nel mio cocchio, non vorrei
che qualcuno di questi "avvocati di mare" della cabina ritornasse in paese
improvvisamente come il diavolo alla preghiera. Aspettare, dico io: ma quando il
momento arriva, colpire!
"John," gridò il quartiermastro "tu sei un uomo!" "Lo dirai quando avrai visto. Io per me
non domando che una cosa:
Trelawney. Con queste mani gli sviterò la sua testa di vitello...
Dick!" aggiunse poi interrompendosi "alzati, da bravo, e prendimi una mela, che possa
inumidirmi la gola." Potete immaginare il mio terrore. Sarei balzato fuori e scappato via
se ne avessi trovato la forza: ma cuore e muscoli mi mancarono. Sentii Dick muoversi:
ma qualcuno parve trattenerlo. E la voce di Hands esclamò:
"Lascia stare, John, quella roba che puzza di sentina. Beviamo piuttosto un sorso di
rum." "Dick" acconsentì Silver "io mi fido di te. C'è una misura sul barilotto, fai
attenzione. Eccoti la chiave: tu riempi una mezzetta e la porti su." "Così" pensavo tra
me stretto dal terrore "Arrow doveva essersi procurati i liquori che l'avevano ucciso."
Mentre Dick era via, Israel sussurrò qualcosa all'orecchio del cuoco. Non furono che
poche parole, tra le quali però io colsi un'importante frase: "Nessun altro sarà con noi".
Avevamo dunque ancora degli uomini fedeli, a bordo.
Ritornato Dick, essi bevvero uno dopo l'altro, passandosi la mezzetta. Uno augurò:
"Alla nostra buona fortuna!". L'altro: "Al vecchio Flint!".
E Silver, come cantando:
"Beviamo a noi, e teniamoci al vento. Torta, e bottino d'oro e d'argento!" In quel
momento una piccola luce entrò nel barile, e alzando gli occhi io vidi che la luna si era
levata e stava inargentando la cima dell'albero di mezzana e illuminando il biancore
della vela prodiera. Quasi nello stesso istante la voce della vedetta gridò: "Terra!"



(continua)

_________Aurora Ageno___________
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