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L'ISOLA DEL TESORO - di Robert Louis Stevenson - Completo -

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2009 20:01
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21/01/2009 14:14


Capitolo 19

Il racconto è ripreso da Jim Hawkins: la guarnigione del fortino



Vedendo la bandiera, Ben Gunn si fermò trattenendomi per un braccio, e sedette.
"Ecco là i tuoi compagni" disse "non c'è dubbio." "E' più probabile che siano i rivoltosi"
feci io.
"Che? in un posto come questo, dove non approdano se non pirati, Silver
spiegherebbe la bandiera nera, stanne pur certo. Sono i tuoi compagni, ti dico. C'è
stata battaglia, e credo che loro se la siano cavata bene, e ora stanno a terra nel
vecchio fortino costruito anni e anni fa da Flint. Ah, ci aveva una testa, quel Flint! Rum
a parte, un uomo di quello stampo non fu mai visto Nessuno gli faceva paura; nessuno
eccetto Silver: Silver sì, aveva quel privilegio.
"Bene" dissi io "può essere così, e così sia: ragione in più, allora, perché io mi affretti a
raggiungere i miei." "No, camerata" rispose Ben "niente affatto. Tu sei un buon
ragazzo, se non m'inganno, ma non sei che un ragazzo, per dirla in una parola. Ora
Ben Gunn sa. Neanche per del rum mi si tirerebbe dove vai, neanche per del rum,
finché non abbia visto il tuo gentiluomo di nascita e ottenuto la sua parola d'onore. E
non dimenticare le mie parole: 'Di gran lunga più fiducia' (questo devi dire) 'di gran
lunga più fiducia': e qui gli dai un pizzicotto." E una terza volta, con la stessa aria di
uomo che la sa unga, mi pizzicò.
"E quando ci sia bisogno di Ben Gunn, tu sai dove trovarlo, Jim.
Esattamente dove lo trovasti oggi E chi verrà tenga in mano qualcosa di bianco, e
venga solo E tu dirai: 'Ben Gunn', dirai, 'ha le sue brave ragioni'." "Bene" dissi io.
"Credo di aver capito. Voi avete una proposta da fare, e desiderate vedere il cavaliere
o il dottore, e visi troverà dove io vi ho trovato. E' tutto?" "E a quale ora, di'?" aggiunse.
"Ebbene, mettiamo da mezzogiorno alle tre, all'incirca." "Siamo intesi. E ora posso
andare?" "Non ti dimenticherai mica?" chiese ansiosamente "'Di gran lunga più fiducia'
e 'le sue proprie ragioni', questo è l'essenziale: te lo dico da uomo a uomo. Ebbene,
allora," e seguitava a trattenermi "puoi andare, Jim. E, Jim, se per caso vedessi Silver,
non lo tradiresti mica Ben Gunn? Neanche a tirarti con gli àrgani lo tradiresti. No, non è
vero? E se i pirati si accampano a terra, Jim, che dirai tu se l'indomani ci saranno delle
vedove?" A questo punto una forte detonazione lo interruppe, e una palla di cannone
arrivò squarciando la macchia e andò ad affondarsi nella sabbia a meno di cinquanta
metri dal luogo dove stavamo discorrendo. E noi fuggimmo a gambe levate, ciascuno
per la sua strada.
Durante un'ora buona frequenti colpi continuarono a scuotere l'isola e le palle a
sforacchiare con fracasso la boscaglia, mentre io passavo da un nascondiglio all'altro,
sempre inseguito, almeno così mi pareva, da quei tremendi proiettili. Ma verso la fine
del bombardamento, pur non osando ancora avventurarmi dalla parte del fortino, dove
le palle battevano di preferenza, cominciai in certo modo a riprendere coraggio, e dopo
un lungo giro verso est, strisciando fra gli alberi, scesi alla riva.
Il sole era appena tramontato: la brezza marina si alzava destando sussurri nella selva
e increspando la superficie opaca della baia; la marea si era ritirata, scoprendo larghi
tratti di sabbia, e l'aria fredda, seguita al calore del giorno, mi pungeva attraverso il
camiciotto.
L'"Hispaniola" era sempre ancorata allo stesso posto; ma in cima all'albero maestro
sventolava il Jolly Roger, il vessillo nero dei pirati. Mentre stavo guardando, un altro
lampo rossastro balenò, con un tuono che risvegliò il coro degli echi, e un'altra palla
tagliò l'aria sibilando. Era la fine del bombardamento.
Rimasi qualche tempo a osservare il trambusto che seguiva all'attacco. Sulla spiaggia
vicino alla palizzata alcuni stavano demolendo qualcosa a colpi d'ascia: era il nostro
piccolo disgraziato canotto, come più tardi mi accorsi. Più in là, presso l'imboccatura
del fiume, un gran fuoco bruciava in mezzo agli alberi, e rischiarava una delle
imbarcazioni che faceva la spola tra quel punto e la nave.
Gli uomini, che prima avevo visti così rabbuiati, ora remando schiamazzavano allegri
come ragazzi. Ma quelle voci sgangherate tradivano il rum.
Mi parve finalmente di potermi incamminare verso il fortino. Io mi trovavo assai lontano,
sulla lingua di terra bassa e sabbiosa che chiude l'ancoraggio ad est ed a mezza
marea rimane congiunta con l'isolotto dello Scheletro; ed ecco che, alzatomi in piedi,
vidi un po' più in là su quella striscia di terra sorgere tra i cespugli bassi, molto alta nel
cielo, e di un candore abbagliante, una rupe isolata: e pensai che fosse la rupe di cui
Ben Gunn mi aveva parlato, dicendo che se un giorno o l'altro vi fosse bisogno di un
canotto avrei saputo dove cercarlo.
Camminando rasente la boscaglia raggiunsi la parte posteriore della palizzata, dal lato
della riva, e fui presto festosamente accolto dai fedeli camerati.
La mia storia fu immediatamente raccontata, dopo di che cominciai a guardarmi
intorno. La casa, cioè tetto, muri, pavimento, era fatta di rozzi tronchi di pino. Il
pavimento sovrastava qua e là di un piede, un piede e mezzo, il livello della sabbia. La
porta dava in un vestibolo dove la piccola sorgente scaturiva, brillando dentro una
vasca alquanto bizzarra, formata solo da una caldaia di ferro, da nave, privata del suo
fondo e interrata nel suolo.
Poco rimaneva oltre la carcassa della casa; solo in un angolo si vedeva una lastra di
pietra che faceva da posto per il fuoco, ed un vecchio e arrugginito recipiente di ferro
destinato a contenere il fuoco.
I pendii del monticello e tutto l'interno della palizzata erano stati liberati dagli alberi per
costruire la casa; e i ceppi stessi mostravano quale superbo e splendido bosco era
stato distrutto. Dopo l'abbattimento degli alberi, quasi tutto il terreno vegetale era stato
asportato dalle acque o seppellito sotto la duna; soltanto dove il piccolo ruscello,
diramandosi dalla caldaia, scorreva, una spessa pelliccia di muschio, alcune felci e
certi piccoli serpeggianti cespugli mettevano ancora tra la sabbia una nota verde.
Addossato alla palizzata, troppo addossato per la difesa, dicevano essi, il bosco
lussureggiava ancora alto e denso, esclusivamente formato di pini dalla parte del
monte, e mescolato di querce sempreverdi dalla parte del mare.
La fresca brezza serale, della quale ho parlato, fischiava attraverso le fessure della
rozza costruzione e seminava il pavimento di una incessante pioggia di sabbia fine.
Dappertutto era sabbia: sabbia nei nostri occhi, sabbia tra i nostri denti, sabbia nelle
nostre minestre, sabbia danzante nella sorgente al fondo della caldaia, simile a una
zuppa quando apre il bollore. Un buco quadrato nel tetto faceva da camino: ma solo
una parte del fumo vi trovava sfogo; il resto turbinava per la casa costringendoci a
tossire e lacrimare.
Aggiungete che Gray, la nuova recluta, aveva la testa fasciata per una ferita riportata
nello strapparsi agli ammutinati, e quel povero vecchio Tom, tuttora insepolto, giaceva
lungo il muro, rigido sotto l'Union Jack.
Fossimo rimasti oziosi, la malinconia ci sarebbe saltata addosso; ma il capitano
Smollett non era uomo da lasciare il tempo a ciò.
Chiamatici, ci divise in due squadre; da una parte il dottore, Gray ed io; dall'altra il
cavaliere, Hunter e Joyce. Malgrado la stanchezza generale, due furono mandati per
legna nel bosco, altri due messi a scavare la fossa per Redruth; il dottore ebbe il posto
di cuoco; io di guardia alla porta, e lo stesso capitano andava dall'uno all'altro
incoraggiandoci tutti e dando una mano dove occorreva.
Di tanto in tanto il dottore veniva alla porta a respirare un po' d'aria e a riposare i suoi
occhi irritati dal fuoco; e sempre aveva una parola per me.
"Questo Smollett" mi disse una volta "vale più di me. E ciò significa qualcosa, Jim."
Un'altra volta, dopo un silenzio, piegò la testa da un lato e mi fissò chiedendo:
"Questo Ben Gunn che uomo è?" "Non saprei, signore. Non sono sicuro che sia sano
di mente." "Se hai qualche dubbio di' pure che non lo è" riprese il dottore.
"Un uomo rimasto tre anni a rosicchiarsi le unghie sopra un'isola deserta non potrà mai
apparire sano di mente come uno di noi. Non è conforme alla natura. Ma tu mi dicevi
che sospirava un pezzo di formaggio, no?" "Sì, signore, formaggio." "Ebbene, Jim, vedi
che a qualcosa giova essere ghiotto. Tu conosci la mia tabacchiera, no? E mai mi
vedesti prender tabacco. O sai perché? Perché nella tabacchiera tengo un pezzo di
formaggio parmigiano: un formaggio fatto in Italia, assai nutriente. Ebbene, sarà per
Ben Gunn." Prima di metterci a tavola seppellimmo il vecchio Tom nella sabbia, e per
alcuni istanti restammo raccolti intorno a lui a capo scoperto, nel vento. Un bel mucchio
di legna era stato radunato, ma non sufficiente a giudizio del capitano, che scosse la
testa, e disse che l'indomani mattina bisognava rimettersi al lavoro "con un po' più di
accanimento". Dopo di che, mangiato il nostro lardo, e bevuto ciascuno un buon
bicchiere di grog all'acquavite, i tre capi si riunirono in un angolo a esaminare la
situazione.
Io credo che non sapessero come uscirne, essendo le provviste così scarse che la
fame ci avrebbe costretti ad arrenderci prima che l'aiuto arrivasse. Il miglior partito, così
conclusero, era di fare dei vuoti nelle file dei filibustieri fino a deciderli ad abbassare la
bandiera o a scappare con l'"Hispaniola". Da diciannove essi erano già ridotti a
quindici; altri due erano feriti, ed uno, almeno, il marinaio colpito vicino al cannone, in
gravi condizioni, se pure non morto. Non dovevamo trascurare nessuna buona
occasione di far fuoco, e stare bene attenti a risparmiarci. A parte ciò, avevamo due
potenti alleati: rum e clima.
Quanto al primo, pur attraverso mezzo miglio di distanza, sentivamo quei dannati
strepitare e cantare fino a notte alta; e quanto al secondo, il dottore scommetteva la
sua parrucca che, accampati com'erano nel pantano e sprovvisti di medicine, non
sarebbe passata una settimana che metà di loro sarebbero caduti come mosche.
"Sicché" aggiunse "se non siamo noi ad essere ammazzati prima, non gli sembrerà
vero, a loro, di scapolarsela con l''Hispaniola'. E' sempre un bastimento, e potranno
riprendere il loro mestiere." "Sarà il primo bastimento che perdo" disse il capitano.
Io ero morto di stanchezza, come si può immaginare; e quando mi coricai, il che non fu
se non dopo un lungo andare e venire, dormii come una marmotta.
Gli altri erano in piedi da un pezzo, e avevano già fatto colazione e accresciuto di
un'altra buona metà il mucchio della legna, quando fui svegliato da un trambusto e
rumore di voci.
"Bandiera bianca!" sentii dire; e subito dopo, con un grido di sorpresa:
"Silver in persona!" Allora saltai giù, e stropicciandomi gli occhi corsi una feritoia.




(continua)

_________Aurora Ageno___________
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