(segue)
In ogni cassa vi erano ventiquattro fucili. Danza-con-i-lupi li distribuì personalmente
agli uomini radunati attorno alla tenda di Dieci Orsi, mentre il vecchio impartiva le istruzioni
dell'ultimo minuto.
Anche se sapeva che l'assalto principale sarebbe venuto dal fiume, era probabile che
i pawnee adottassero la tattica diversiva di mandare una parte dei loro uomini dalla
prateria, dando così ai veri attaccanti la possibilità di sopraffare il villaggio alle spalle.
Incaricò due autorevoli guerrieri e un pugno di altri uomini di respingere il previsto
attacco dalla prateria. Poi, diede a Danza-con-i-lupi un colpetto sulla spalla e i guerrieri
rimasero ad ascoltarlo mentre parlava.
<< Se tu fossi un soldato bianco >>, disse il vecchio con tono ironico, << e avessi tutti
questi uomini con dei fucili, che cosa faresti? >>
Danza-con-i-lupi pensò rapidamente.
<< Mi nasconderei nel villaggio... >>
Dalle bocche dei guerrieri che erano a portata d'orecchi uscirono delle grida di derisione.
Dieci Orsi li zittì con un gesto della mano e con un ammonimento.
<< Danza-con-i-lupi non ha ancora finito di rispondere >>, disse severamente.
<< Mi nasconderei nel villaggio, dietro le tende. Sorveglierei soltanto il terrapieno del fiume
e non gli eventuali attaccanti dalla prateria. Lascerei che fosse il nemico a mostrarsi per primo.
Lascerei pensare al nemico che stiamo combattendo sull'altro lato e che sarà facile per lui
prendere l'accampamento. Poi farei saltar fuori questi uomini da dietro le tende perché
si lancino sui nemici con i coltelli e le ascie di pietra. Respingerei i nemici dentro il fiume
e ne ammazzerei un tal numero che non oseranno più ritornare da queste parti. >>
Il vecchio aveva ascoltato attentamente. Guardò i guerrieri intorno a lui e parlò a voce alta.
<< Danza-con-i-lupi e io siamo dello stesso parere. Dobbiamo ucciderne in così gran numero
che non oseranno più venire da queste parti. Prepariamoci ad affrontarli senza far rumore. >>
Gli uomini si sparsero furtivamente per il villaggio con i loro nuovi fucili e si appostarono
dietro le tende che fronteggiavano il fiume.
Prima di prendere il suo posto accanto a loro, Danza-con-i-lupi sgattaiolò nella tenda di
Uccello Saltellante. I bambini erano stati fatti nascondere sotto delle pelli di bisonte. Sedute
in silenzio accanto a loro c'erano le donne. Le mogli di Uccello Saltellante tenevano in grembo
delle mazze. Mano Alzata aveva il suo fucile. Non dissero nulla e nemmeno Danza-con-i-lupi
parlò. Aveva soltanto voluto accertarsi che fossero pronte. Passò oltre la pergola e si fermò
dietro la sua stessa tenda. Era una di quelle più vicino al fiume. Coscia-di-pietra era
sull'altro lato. Si scambiarono un cenno di assenso e rivolsero entrambi la loro attenzione
sul terreno aperto davanti a loro. Degradava per circa un centinaio di metri, prima di
arrivare al terrapieno.
La pioggia ora era meno forte, ma contribuiva comunque a nascondere la vista. Delle fitte
nubi incombevano sopra di loro e nella semioscurità dell'alba era come se non vi fosse
nessuna luce. Non riuscivano a vedere, ma sapevano che erano là.
Danza-con-i-lupi guardò la fila di tepee alla sua destra e alla sua sinistra. Dietro ogni tenda
erano assiepati guerrieri comanci, in attesa con i loro fucili. C'era anche Dieci Orsi.
La luce adesso era più intensa. Le nubi temporalesche si stavano alzando e la pioggia se
ne stava andando con loro. Il sole comparve all'improvviso tra le nuvole e un minuto dopo
dal terreno si stava sollevando del vapore come una nebbia.
Danza-con-i-lupi strizzò gli occhi per scrutare il terrapieno al di là della nebbia e vide delle
sagome scure che si muovevano in mezzo ai salici come degli spiriti.
Stava cominciando a provare qualcosa che non sentiva da molto tempo. Era quella cosa
intangibile che faceva scurire i suoi occhi, che metteva in moto la macchina che non poteva
essere fermata.
Per quanto fossero numerosi, forti o potenti, gli uomini che avanzavano nella nebbia non
erano nulla di cui aver paura. Erano il nemico ed erano sulla soglia della sua casa. Voleva
combatterli. Non vedeva l'ora di combatterli.
Dietro di lui risuonarono dei colpi di fucile. L'attacco diversivo aveva impegnato il piccolo
gruppo di difensori sull'altro fronte.
Mentre il rumore dello scontro andava aumentando, controllò la linea di posizione. Alcune
teste calde cercarono di abbandonare il proprio posto per correre dove si stava svolgendo
il combattimento, ma i guerrieri più anziani fecero un buon lavoro nel tenerli sotto controllo
e nessuno si allontanò.
Scrutò nuovamente la foschia che ricopriva il terrapieno. Stavano avanzando lentamente,
alcuni a piedi, altri a cavallo. Risalivano gradualmente il pendio, dei nemici che si muovevano
come ombre, il cranio rasato con una corta criniera nel mezzo, e che già pregustavano il
massacro.
Dietro agli uomini appiedati veniva la cavalleria pawnee. Danza-con-i-lupi la voleva davanti.
Voleva che fossero gli uomini a cavallo a trovarsi sotto il fuoco dei fucili.
Fateli venire avanti, li supplicò silenziosamente. Fateli venire avanti.
Guardò gli uomini appostati intorno a lui, sperando che avrebbero aspettato ancora qualche
secondo, e fu sorpreso di vedere che molti occhi erano fissati su di lui. Continuarono a
fissarlo, come se aspettassero un segnale.
Danza-con-i-lupi sollevò un braccio al disopra della testa.
Un suono gutturale, vibrante, si levò dal pendio. Diventava sempre più forte, esplodendo
nella quiete del piovoso mattino con la forza di un'onda di pressione. I pawnee avevano
dato il segnale di attacco.
Mentre si lanciavano alla carica, la cavalleria balzò in avanti, superando gli uomini a piedi.
Danza-con-i-lupi lasciò cadere il braccio e saltò fuori da dietro la tenda con il fucile alzato.
Gli altri comanci lo imitarono.
Il fuoco dei loro fucili colpì gli uomini a cavallo a una distanza di venti metri, falciando la
carica dei pawnee in modo altrettanto netto di un coltello affilato che incida un lembo di
pelle. Gli uomini crollarono dai loro cavalli come dei giocattoli fatti cadere con una scrollata
da uno scaffale, e quelli che non erano stati colpiti rimasero sbigottiti dalla forza d'urto
di quaranta fucili.
Mentre sparavano, i comanci contrattaccarono, riversandosi attraverso la cortina di fumo
azzurrognolo per buttarsi sul nemico sbalordito.
L'impeto della carica fu tale, che Danza-con-i-lupi letteralmente si catapultò contro il primo
pawnee che gli si parò davanti. Mentre rotolavano sul terreno, conficcò la canna della pistola
nella faccia dell'indiano e fece fuoco.
Dopo, sparò a quegli altri pawnee che riusciva ad individuare in mezzo al parapiglia,
uccidendone due in rapida successione.
Qualcosa di grosso lo urtò da dietro la schiena, quasi buttandolo a terra. Era uno dei pony
da guerra dei pawnee.
Afferrò la briglia e gli saltò in groppa.
I pawnee erano come delle galline assalite dai lupi e stavano già arretrando, cercando
disperatamente di mettersi in salvo oltre il terrapieno. Danza-con-i-lupi individuò un
guerriero alto che fuggiva e lo inseguì. Tirò il grilletto mirando alla nuca ma non vi fu alcuna
detonazione. Con un rapido movimento delle dita capovolse la rivoltella e, tenendola per
la canna, con il calcio colpì al cranio il guerriero in fuga. Il pawnee crollò a terra proprio
davanti a lui e Danza-con-i-lupi sentì gli zoccoli del pony passare sopra il corpo mentre
proseguivano la loro corsa.
Non molto distante da lui un altro pawnee, con una striscia di stoffa di un colore rosso vivo
che gli cingeva la testa, stava cercando di battersela. Anche lui correva verso il terrapieno.
Danza-con-i-lupi piantò i talloni nei fianchi del pony e, quando furono all'altezza del fuggitivo,
si buttò su di lui, afferrandolo con una presa di testa mentre scivolava giù dal dorso del pony.
Lo slancio li fece barcollare per un tratto di terreno scoperto finché urtarono violentemente
contro un grosso albero. Danza-con-i-lupi afferrò la testa dell'uomo fra le mani. Stava
fracassandogli il cranio contro il tronco quando si accorse dagli occhi del guerriero che
questo era già morto. Un ramo basso spezzato lo aveva infilzato come un pezzo di carne.
Fece un passo indietro per sottrarsi a quella vista e il corpo del guerriero scivolò in avanti,
con le braccia che penzolavano pietosamente sbattendo contro i fianchi di Danza-con-i-lupi
come se volesse abbracciare il suo uccisore. Danza-con-i-lupi arretrò e il corpo si staccò
dall'albero cadendo pesantemente a faccia in giù sul terreno.
Nello stesso istante, si accorse che le grida erano cessate.
Il combattimento era finito. Sentendosi improvvisamente debole, si avviò barcollando lungo
il bordo del terrapieno, raggiunse il sentiero principale e scese giù al fiume, scansando
i corpi dei pawnee disseminati per il terreno mentre camminava.
Una dozzina di comanci a cavallo, con Coscia-di-pietra in testa fra questi, stavano inseguendo
quanto rimaneva della forza di attacco dei pawnee sulla sponda opposta.
Danza-con-i-lupi rimase ad osservare fino a quando gli uomini impegnati nella scaramuccia
scomparvero alla vista. Poi si voltò e si avviò lentamente verso il pendio. Mentre risaliva,
gli giunsero delle urla. Quando ebbe raggiunta la cima, la vista del campo di battaglia gli
si parò davanti agli occhi.
Sembrava un luogo per il picnic abbandonato in fretta e furia. I rifiuti erano sparsi dappertutto.
Il terreno era costellato dei cadaveri dei pawnee e i guerrieri comanci si aggiravano eccitati
intorno a loro.
<< Questo l'ho ucciso io >>, gridava qualcuno.
<< Questo respira ancora >>, urlava un altro, e subito chiunque si trovasse lì vicino accorreva
per aiutarlo a finirlo.
Le donne e i bambini erano usciti dalle tende e stavano accorrendo disordinatamente sul
campo di battaglia. Alcuni cadaveri venivano mutilati.
Danza-con-i-lupi restò impalato, troppo esausto per ridiscendere il pendio e troppo nauseato
per fare un passo in avanti.
Uno dei guerrieri lo vide e lanciò un grido.
<< Danza-con-i-lupi! >>
Prima che se ne rendesse conto, i guerrieri comanci erano tutti intorno a lui. Come delle
formiche che facciano rotolare un sassolino in salita, lo sospinsero verso il campo di
battaglia, cantando il suo nome.
Sbalordito, si lasciò trascinare, incapace di capire perché fossero così felici. Erano pieni
di gioia per la morte e la distruzione che giacevano ai loro piedi e Danza-con-i-lupi non
riusciva a capirlo.
Ma mentre era lì fra loro e li sentiva gridare il suo nome, cominciò a comprendere. Non si
era mai trovato in quel genere di combattimento, ma gradatamente cominciò a vedere
la vittoria in un modo nuovo.
Quegli uomini non erano stati uccisi in nome di qualche oscuro fine politico. Non si trattava
di una battaglia per conquistare dei territori o delle ricchezze o per dare agli uomini la
libertà. Quella battaglia non aveva alcuna presunzione.
Era stata intrapresa per difendere le proprie case che si trovavano a pochi metri da lì.
E per proteggere le mogli, i bambini e i propri cari rannicchiati all'interno. Era stata
combattuta per conservare le scorte di cibo che avrebbero consentito loro di superare
l'inverno, quelle riserve di cibo che ognuno di loro aveva dovuto faticare a mettere
assieme.
Per ogni membro della tribù, era una grande vittoria personale.
Improvvisamente si sentì fiero di sentir gridare il suo nome e quando i suoi occhi misero
di nuovo a fuoco le immagini, abbassò lo sguardo e riconobbe uno degli uomini che aveva
ucciso.
<< L'ho ucciso io >>, urlò.
Qualcuno gli gridò nell'orecchio.
<< Sì, ti ho visto quando gli hai sparato. >>
Ben presto, Danza-con-i-lupi marciava con loro attraverso il campo di battaglia, gridando
a voce alta il nome dei compagni comanci a mano a mano che li riconosceva.
La luce del sole si diffuse per il villaggio e gli uomini che avevano combattuto iniziarono
una spontanea danza della vittoria, esortandosi a vicenda con delle manate sulle spalle
e delle grida di trionfo mentre saltellavano attraverso il campo cosparso dei cadaveri dei
pawnee.
Due dei nemici erano stati uccisi dal gruppo che difendeva il fronte del villaggio. Sul terreno
dello scontro principale vi erano ventisette morti. Altri quattro vennero trovati in prossimità
del terrapieno e il gruppo di inseguitori guidati da Coscia-di-pietra riuscì a ucciderne tre.
Nessuno sapeva quanti pawnee fossero fuggiti dopo essere stati feriti.
Sette comanci erano rimasti feriti, solo due gravemente, ma il vero miracolo consisteva
nel numero dei morti. I comanci non avevano perso neanche un guerriero. Persino i
vecchi non riuscivano a ricordare che si fosse mai verificata una vittoria così schiacciante.
Per due giorni il villaggio festeggiò il suo trionfo. A tutti gli uomini vennero tributati onori
a profusione, ma un guerriero spiccava fra tutti. Era Danza-con-i-lupi.
Durante tutti i mesi che aveva passato nelle pianure, la visione primitiva che avevano
avuto di lui era mutata molte volte. E ora il cerchio si era chiuso. Ora lo vedevano in un
modo che era molto vicino alla loro idea originaria. Nessuno si fece avanti per proclamarlo
un dio, ma nel modo di vivere di quella gente era la migliore alternativa subito dopo
questo.
A qualsiasi ora del giorno era possibile vedere dei giovani guerrieri che ciondolavano
attorno alla sua tenda. Le ragazze da marito civettavano apertamente con lui. Il suo nome
era in cima ai pensieri di tutti. Nessuna conversazione, qualunque fosse l'argomento, seguiva
il proprio corso senza qualche accenno a Danza-con-i-lupi.
Il massimo encomio venne da Dieci Orsi. Con un atto che non aveva precedenti, fece dono
all'eroe di una delle sue pipe.
A Danza-con-i-lupi piacevano tutte queste attenzioni, ma non faceva nulla per incoraggiarle.
L'immediata e duratura notorietà sconvolgeva il normale andamento delle sue giornate.
Sembrava che ci fosse sempre qualcuno fra i piedi. La cosa peggiore era che tutto questo
gli lasciava poco tempo per stare con Mano Alzata.
Fra tutta la gente dell'accampamento, Danza-con-i-lupi fu forse il più sollevato nel veder
ritornare Uccello Saltellante e Vento-nei-capelli.
Dopo aver seguito una pista per qualche settimana, non avevano ancora impegnato il nemico
quando delle improvvise tormente di neve, non normali per la stagione, li avevano sorpresi
sulle colline ai piedi di una catena montuosa.
Interpretandolo come un segno di un inverno precoce e particolarmente avverso, Uccello
Saltellante aveva annullato la spedizione e si erano affrettati a ritornare per fare i preparativi
per il grande esodo verso sud.
(continua)