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IL MESSAGGIO - Parole di luce - Il Vangelo commentato della Domenica

Ultimo Aggiornamento: 16/11/2012 09:41
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IL MESSAGGIO - Parole di luce

IL MESSAGGIO:

L'amore che genera la speranza di vita eterna

- Cesare Nosiglia, vescovo -



« Cristo, nostra speranza, è risorto! »: è questo l'annuncio pasquale, che risuona da duemila anni nel mondo; questo è il cuore della fede cristiana, , l'assoluta discriminante tra chi crede e chi non crede. Credere, infatti, che Cristo è risorto, significa accettare la testimonianza degli Apostoli, che hanno sperimentato dal vivo l'evento della risurrezione.
La loro fede era debole, incerta, carica di dubbi, delusa, anche di fronte al sepolcro vuoto e alle prime apparizioni del Signore. Pensavano di vedere un fantasma, volevano toccare le sue mani e i suoi piedi per verificare se era proprio lui, avevano un senso di timore nell'incontrarlo.
Gesù era lì davanti a loro, mangiava con loro e discorreva della sua passione e morte, invitandoli a non essere increduli, ma credenti. Con la forza dello spirito Santo quei semplici e poveri pescatori di Galilea andarono in tutto il mondo predicando il Vangelo della risurrezione del Signore e dando anche la vita per confermarlo.
Che cosa spingeva la gente ad accogliere questo messaggio e a trovare in esso la fonte della speranza, che anima la fede e l'amore?
Ogni uomo è fatto per la vita, per amare ed essere amato, per tendere alla felicità e, quando sperimenta qualche forte esperienza di questo genere, si sente rinascere e prova in se stesso una profonda soddisfazione. Purtroppo, si accorge ben presto che si tratta di momenti occasionali, che non durano nel tempo e spesso deludono le grandi aspettative, che pure hanno suscitato. E poi c'è sempre quell'orizzonte temporale e certo della morte, che sembra distruggere ogni possibilità di vita, di amore e di felicità, per sempre.
Tutto ha un termine, un limite, dovuto alle proprie debolezze umane, alle prove, alle sofferenze, al distacco dalle persone più care. Eppure resiste, in ogni persona, l'indomabile esigenza di una speranza assoluta, di una certezza incondizionata, che apre il cuore a desideri e attese, che vanno oltre ogni limite ed appellano al "per sempre". Quando diciamo ad una persona: "Ti amo", sentiamo che quell'amore, pur così umano, desidera permanere oggi, domani, sempre.
Scrive l'apostolo Paolo nella Lettera ai Romani: « Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?... Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio in Cristo Gesù, nostro Signore (8, 35.38-39) ». Se siamo dunque in relazione con Cristo, che non muore, perché Egli è la Vita e l'amore assoluto, allora vive in noi il germe della sua risurrezione: « Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno » (Gv 10, 25-26).
Questa è la vera ed unica speranza, che sorregge tutta l'esistenza e permane, nonostante le delusioni, le sconfitte, le prove di ogni genere: Dio, il Dio della vita, che in Gesù Cristo ci ama oggi e ci amerà sempre, perché fedele ed eterno il suo amore per ciascuno di noi! L'annuncio della Pasqua risuoni dunque nel profondo dell'animo di ogni uomo e resista alle usure del tempo e della vita che passa e per chi crede apra la via dell'eternità, memori delle parole dell'apostolo Paolo: « Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini » (1 Cor 15, 19).
Ma noi crediamo che il Signore è vivo e la sua risurrezione è principio e fonte della nostra. Accogliere e vivere questo evento di fede significa dare un senso nuovo a tutto ciò che facciamo, alle vicende e situazioni della vita e della storia. Perché dalla risurrezione di Cristo nasce quell'incrollabile speranza nella vittoria del bene sul male, dell'amore sull'odio e sulla violenza, della vita sulla morte, che ha la potenza di cambiare ogni situazione, anche la più tragica e negativa, con la certezza che tutto in Dio è possibile. I credenti, ed ogni uomo di buona volontà, possono sperare che i loro sforzi per costruire un mondo più giusto, pacifico, libero ed umano, nel senso più vero ed universale, non sono vani o inutili, se fortificati dalla fede in Cristo risorto e orientati ad immettere il seme della sua risurrezione nel tessuto concreto della propria vita personale e sociale. La Pasqua conferma la convinzione che nasce dalla fede: « Tutto posso in colui che mi dà la forza » (Fil 4, 13). Quello che appare impossibile agli uomini non lo è per Dio, perché nulla è impossibile a Dio.








_________Aurora Ageno___________
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