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IL MESSAGGIO - Parole di luce - Il Vangelo commentato della Domenica

Ultimo Aggiornamento: 16/11/2012 09:41
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IV Domenica di Pasqua - Anno A

Testi liturgici:

Atti degli Apostoli 2, 14.36 - 41
Lettera di san Pietro 2, 20b - 25
Vangelo secondo Giovanni 10, 1 - 10


Dio, pastore di libertà e di futuro


Cristo, venuto dal Padre come intenzione di bene, pastore di vita abbondante, venuto perché ciascuno sia nella vita datore di vita, è indicato da Giovanni con le seguenti caratteristiche: conosce le sue pecore e chiama ciascuna per nome. Il Signore pronuncia il mio nome, pronuncia la mia verità, il mio tutto, egli «entra e conosce», è capace cioè di capire e accogliere le emozioni e i sentimenti. Sulla sua bocca il mio nome dice intimità, e mi avvolge come un abbraccio. Mi chiama con il nudo nome, senza evocare nessun ruolo, o autorità, o funzione, o attributo, nel riconoscimento della mia umanità profonda, della mia più pura umanità. Tanto più sarai vicino a Dio quanto più sprofonderai nel tuo essere uomo. Senza aggettivi.
E le conduce fuori: non è il Dio dei recinti, ma degli spazi aperti. E' pastore di libertà, che non rinchiude per paura, ma ha fiducia in ciò che è fuori, fiducia negli uomini, nei suoi, nel mondo. Fiducia è la prima condizione perché vita ci sia.
Cammina davanti a esse. Non è un pastore di retroguardie, apre cammini e inventa strade, è davanti e non alle spalle. Non un pastore che pungola, incalza, rimprovera per farsi seguire, ma uno che precede: cammina attratto dal futuro e non dai rimpianti, seduce con il suo andare, affascina con il suo esempio. E le pecore ascoltano la sua voce. Lo riconoscono perché sono da lui riconosciute. Chi non ascolta, chi è sordo, rischia invece di restare nei vecchi recinti, nelle vecchie paure, in greggi anonimi, in strade che sono non-strade.
La parola "assurdo" ha la stessa radice di "sordo". Entra nell'assurdo chi è sordo, chi non sa ascoltare. Esce dalla sordità e dall'assurdo chi ascolta la voce, che è prima ancora di ogni parola, che dice con la sua sola vibrazione una relazione amorosa tra lui e me, un combaciare più ampio della comprensione. Io sono la porta. Non un muro chiuso, non uno steccato che divide, Cristo è passaggio, apertura, pasqua, breccia di luce, luogo attraverso cui vita entra e vita esce.
Cosa significa varcare quella soglia, varcare Cristo? E' cambiare rotta, indirizzare la prora del cuore verso le cose che lui amava: futuro, libertà, coraggio; dimenticarsi, dare tutto, con tutto il cuore; essere pastore di vita del mio piccolo gregge; essere soglia aperta, attraversata da molte vite.



(don Emilio)



_________Aurora Ageno___________
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