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IL MESSAGGIO - Parole di luce - Il Vangelo commentato della Domenica

Ultimo Aggiornamento: 16/11/2012 09:41
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25/05/2008 16:00

Persi nel deserto, è l'altro il nostro pane


SS. Corpo e Sangue di Cristo


Testi Liturgici:

Libro del Deuteronomio 8, 2 - 3. 14 - 16
Prima lettera di san Paolo ai Corinzi 10, 16 - 17
Vangelo secondo Giovanni 6, 51 - 58


Persi nel deserto, è l'altro il nostro pane

Il nucleo essenziale del Vangelo oggi è racchiuso in due sole parole: pane e vita, mangiare e vivere. Vivere, canto supremo dell'essere, grido ultimo d'ogni salmo; vivere per sempre, vertigine della speranza. Ma il vangelo pone una domanda: che cosa ti fà vivere? Io vivo di persone. Vivo di progetti e di appelli, di passioni e di talenti. Vivo di terra che ci sostenta e governa (S. Francesco). Ma io vivo soprattutto delle mie sorgenti, come accade per ogni fiume, come per ogni albero stretto alle sue radici. L'uomo non vive di solo pane. Anzi, di solo pane l'uomo muore. Ma vive di quanto esce dalla bocca di Dio. Io vivo di un Altro! Dalla bocca di Dio vengono parole che creano luce acqua terra vento. Viene il cosmo, viene l'alito di vita che fa di un grumo di polvere una persona vivente. Dalla bocca di Dio vengono i miei fratelli che sono parola di Dio, respiro di Dio; viene il bacio d'amore con cui inizia e finisce la vita. E' questa la mia sorgente. Che cosa farò? La prima lettura mi soccorre: ricordati di tutto il cammino che il Signore ti ha fatto percorrere. Ricordati, perché l'oblio è la radice di tutti i mali. Ricordati del cammino, cioè delle sorgenti e poi del salire, del fiorire, del crescere. Ricordati del vento delle piste, di quanto era bello avere l'anima affaticata dal richiamo di cose lontane.
Ricordati che essere uomo-con-Dio è il contrario dello smarrirsi fra le dune. E di tutta la manna scesa all'improvviso quando non l'aspettavi più. Tutti potremmo raccontare del nostro viaggio nella vita non soltanto gli scorpioni o i serpenti, ma l'acqua scaturita un giorno all'improvviso quando, disperati, credevamo di non farcela e dal cielo è arrivato qualcosa, una forza, un amore, un amico, un canto. Improvvisi squarci si sono aperti a ricordarci che non viviamo da soli, chiusi nel cerchio tragico dei nostri problemi, ma che c'è un amore che assedia i confini della storia. Se sono sopravissuto, se non sono diventato io stesso un deserto, terra spenta e inospitale, lo devo a un Altro. Io vivo di Dio. Ricordare è dialogare con la mia storia, rimanere con la mia sorgente. Allora in ogni messa, con in mano quel piccolo pane, con nel cuore un episodio santo, dialogare senza fine, come Israele di fronte alla manna: man hu? Che cos'è? E' Dio in cerca della fame e della sete dell'uomo. Che cos'è? E' Gesù Cristo, fame d'altro per chi è sazio di solo pane.




(don Emilio)



_________Aurora Ageno___________
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