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IL MESSAGGIO - Parole di luce - Il Vangelo commentato della Domenica

Ultimo Aggiornamento: 16/11/2012 09:41
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Anche se i frutti tardano, il cuore può essere terra fertile


XIV Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

Testi Liturgici:

Dal libro di Isaia 55, 10-11
Dalla lettera di san Paolo ai Romani 8, 18-23
Vangelo secondo Matteo 13, 1-23


Anche se i frutti tardano, il cuore può essere terra fertile

Il nostro cuore è una zolla di terra, di terra pronta a dare vita ai tuoi semi, Signore (G. Vannucci).
Essere terra aperta, capace di accogliere, felice di nuovi semi; essere, come la buona terra,
capaci di moltiplicare la vita, ecco la nostra vocazione. Un seminatore uscì a seminare, Già solo
questa frase vibra di gioia e di profezia, piena di promesse e di estati, presagio di pane e di fame
saziata. Ancora Dio esce a seminare, diffonde i suoi germi di vita a piene mani, e le strade del
mondo e dell'anima esultano. Dal vangelo viene l'immagine di un Dio che vuole essere il
fecondatore infaticabile delle nostre vite, mano che dona, forza che sostiene, voce che risveglia.
Lui è la certezza che domani io sarò più vivo. Per merito dei suoi semi in me, al tempo stesso
campo di sassi e di spine, terra buona e cuore calpestato. Dio è come la primavera del cosmo,
noi come l'estate profumata di frutti. Attraverso di me Dio moltiplica frutti e vita, in me tuttavia si
può interrompere il flusso delle sue meraviglie. Spesso non per msalizia, solo per distrazione.
Ma io so che la mia forza è nella instancabile, regale seminagione di Dio. So che per tre volte,
come dice la parabola, per infinite volte, come dice la mia esperienza, non rispondo, fermo il
corso del miracolo. Poi accade che una volta rispondo, con il trenta, il sessanta, il cento per
uno. La parabola non racconta di un contadino maldestro nel suo lavoro, racconta una fiducia:
verrà il frutto, il piccolo seme avrà il sopravvento. Contro tutti i rovi e le spine c'è sempre una
terra che accoglie e che fiorisce. E anche se la risposta per tante volte è negativa, alla fine
spunterà il germoglio. Anche in me, che sento il peso dei miei no, e il ritardo di frutti che non
maturano; in me, terreno di rovi e pietre. Perché la forza è nel seme, e non tornerà a me, dice il
Signore, senza aver portato frutto (Isaia 55, 11). Noi siamo chiamati ad essere contadini della
Parola, a diffonderla, con l'ostinazione fiduciosa della parabola, fiducia la forza non è in me, ma
nella Parola. Se io predicassi del Vangelo ciò che riesco a vivere, non dovrei nemmeno aprire
bocca. Ma io non predico ciò che ho raggiunto, ma la vita di Dio che abita la più piccola delle sue
parole. Tento di dire la potenza della Parola, più forte delle mie viltà, che rovescia le pietre delle
tombe, incendia le primavere e si ribella, insieme alla creazione, a tutte le sterilità.




(da l'Avvenire)



_________Aurora Ageno___________
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